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Bersani: "Con le donne l'8 marzo a Palazzo Chigi consegneremo le firme per le dimissioni di Berlusconi"

Il segretario pd chiude la Conferenza Nazionale delle Donne Democratiche”Le donne devono prendere il Pd per mano e condurlo verso nuove frontiere culturali e di civiltà”. E annuncia: “Legge d’iniziativa popolare per le quote rosa”

Il Segretario del Pd, Pier Luigi Bersani ha concluso i lavori della prima Conferenza Nazionale delle Donne Democratiche, svoltasi a Roma, dando appuntamento a tutte le democratiche ed i democratici l’8 marzo davanti Palazzo Chigi, dove consegnarà le firme raccolte in tutta Italia, per chiedere le dimissioni del premier. Conferenza che ha eletto all’unanimità Roberta Agostini come portavoce nazionale della donne del Pd.

L’intervento del Segretario è stato molto apprezzato ed ha gettato le basi per una proficua interazione tra il Partito e questo nuovo organismo che dovrà raccogliere le istanze delle donne democratiche elaborate nei territori e renderle propositive per sensibilizzare la politica del Pd. E Bersani, che ha partecipato ‘in punta di piedi’ alla due giorni di lavori della Conferenza si è impegnato ad accogliere queste proposte e a trasferirle nell’agenda del Partito, come parte integrante del programma politico.

Bersani ha molto apprezzato ‘la discussione bella, aperta, libera e forte’ svoltasi durante i dibatti, ed ha ribadito che ‘il Partito democratico è il solo Partito nel Paese ad essere in grado di lavorare in maniera così proficua’. E per questo ha ringraziato tutte le donne che si sono impegnate ed hanno creduto in questo progetto. “Anche io ho creduto in questo percorso e nella capacità di creare un luogo estroverso, capace di prendere il Pd per la mano e portarlo dove spesso fa fatica ad andare, verso nuove frontiere culturali e di civilizzazione. C’è freschezza ed entusiasmo – ha detto il Segretario – che dobbiamo collegare alle altre energie che circolano nel Paese per fare un passo avanti. E la manifestazioni entusiasmanti del 13 febbraio, ci hanno dato l’idea che le donne vogliono il cambiamento e si affermano le protagoniste del cambiamento”.

Anche in politica, così Bersani si è detto favorevole a guidare «un’iniziativa di legge popolare sulle quote rosa». Nel suo intervento alla Conferenza nazionale delle donne democratiche, il segretario del Pd ha sostenuto che «senza le donne, il cambiamento non fa un passo in avanti; senza un passo avanti delle donne, il cambiamento non è cambiamento». «Il Pd – ha insistito, rivolto alla platea di donne, si rivolge, attraverso la vostra voce, alle donne come soggetto di cambiamento e accetta di misurare il cambiamento attraverso la vostra condizione».
Bersani ha ricordato che, nella sua segreteria, le quote rosa sono già una regola. «O cancelliamo la norma in segreteria – ha proposto – o pretendiamo, con una legge nazionale, che anche il governo sia metà donna, metà uomo. Noi dobbiamo prendere questo impegno – ha spiegato – ma dobbiamo anche pretendere una norma». Bersani ha ricordato anche la necessità di rispettare le quote nei Cda delle aziende. A suo giudizio, sul tema delle pari opportunità, sarebbe anche necessario uno «strumento normativo sul lavoro domestico» e una maggiore attenzione sulle ricadute che la crisi economica può avere nei servizi alle donne.
Impegni necessari per continuare le battaglie iniziate nel ‘900, secolo dove in una condizione drammatica, “l’elemento di civilizzazione è stato proprio il movimento di emancipazione delle donna. La presa di coscienza delle donne sui grandi temi civili quali l’aborto, il divorzio, ha sostenuto un moto di avanzamento politico delle forze progressiste ed anche l’introduzione di una nuova agenda economica. L’avanzamento della rete dei servizi è avvenuta proprio grazie a quell’onda. Quindi il Pd accetta di misurare il cambiamento dallo stato della condizione della donna, come sfida per un nuovo progetto che guardi oltre”.

Bersani ha poi parlato della profonda e permanente crisi economica del nostro Paese, che ci vede ‘pagare il doppio e correre per meno della metà’. E l’ha descritto come un ‘processo di scivolamento intimamente connesso tra la questione sociale e la questione democratica. E proprio su questo nesso nasce la vittoria delle forze di destra, vittoria che Berlusconi ha esercitato con un meccanismo populista e plebiscitario. Infatti le forze di destra negli altri Paesi europei, anche in Svezia, ci sono, ma sono fuori dal governo, solo da noi hanno preso il comando. Il tema del berlusconismo è proprio questo’.
“Abbiamo un pezzo di classe dirigente che balla sul titanic della nostra democrazia – ha detto Bersani -. Per questo bisogna organizzare una convergenza tra forze progressiste ma anche tra politica e società civica. È un darsi la mano, assumendosi delle responsabilità reciprocamente. Ancora è un equilibrio fragile e voi come donne democratiche dovete prefigurare un Partito che trovi proprio questo punto di equilibrio”.

Il Segretario democratico ha descritto la precaria ed imbarazzante situazione del governo Berlusconi, ‘retto da una maggioranza subordinata ad una persona sola, concepita come salvacondotto. Una persona che non è in grado di svolgere una funzione pubblica’.
Ha sottolineato Bersani: “I nostri padri hanno scritto nella Costituzione, che disciplina ed onore sono dei prerequisiti necessari per governare, non perché si occupavano di reati o peccati, dei quali se ne devono occupare gli inquirenti o la Chiesa, ma perché pensavano che senza disciplina ed onore non si può esercitare la funzione pubblica”.

Bersani ha poi chiarito come i problemi economici del nostro Paese siano accentuati dalla scarsa credibilità che l’Italia si è conquistata a causa di questa malsana commistione tra funzione pubblica e personale del premier. “Saremo e siamo in tutti i carnevali del mondo –ha ribadito – altro che investimenti esteri in Italia! Dobbiamo prendere l’acqua col cucchiaino mentre c’è uno che la butta via col secchio! Mentre ridono di noi ne approfittano ed occupano gli spazi vuoti che lasciamo noi. Abbiamo problemi enormi nel Mezzogiorno, l’illegalità dilaga a causa della crisi, c’è disoccupazione, precariato, ma non si discute di nulla in Parlamento. Al Consiglio dei Ministri solo aria fritta”.

E Bersani ha denunciato la grave staticità del governo che sta rovinando il Paese, e come la Maggioranza usi in modo insultante problemi reali come un diversivo, a pretesto per non parlare di Ruby. “In questo contesto non è più questione di destra, di sinistra o di centro, ma di dignità e chi tace oggi non so come parlerà domani”.
Anche la finta morale usata dalla Maggioranza che si nasconde dietro la tutela della ‘privacy’ è denunciata da Bersani. “Essere processati per direttissima è fatto privato? La ricattabilità del presidente del consiglio è un fatto privato? Se viene fuori che ha dato 185000 euro in due mesi ad una minorenne è un fatto privato? Io non voglio essere governato da uno così”, ha ribadito Bersani, tra gli applausi delle donne democratiche inorridite che gridavano “Vergogna”!

La cosa grave che ha rilevato il Segretario del Pd da questa triste vicenda è che ‘si sta diffondendo l’idea che la mercificazione delle donne sia la disposizione della libertà del premier. Addirittura in riferimento ad una persona alla quale in quanto minorenne la legge non dà disponibilità di sè. “Si sentono liberali, ma insultano una nobile parola oltre che le donne stesse –ha detto Bersani -. Anche dalle piazze domenica scorsa i cittadini hanno detto che non accettano più questi atteggiamenti. Eppure i ministri non hanno aperto una riflessione critica da queste richieste”.

“Ma dalla vicenda amara del nostro Paese, possiamo ricavare qualcosa di buono solo continuando la battaglia civile nata nelle piazze –ha detto Bersani -. L’8 marzo consegneremo a Palazzo Chigi le firme raccolte in tutta Italia per richiedere le dimissioni del Premier e da lì lanceremo un ponte verso il 17 marzo, per ribadire l’importanza di festeggiare l’Unità di Italia. Voglio ringraziare Roberto Benigni perché ha dato una traccia importante su questa ricorrenza, dobbiamo risvegliaci verso una riscossa italiana”.

da www.partitodemocratico.it