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"L'asta delle frequenze per salvare il trasporto pubblico", di Michele Meta*

Il governo Berlusconi ha inferto in questi anni al sistema Paese ferite profonde. Rischia di essere tuttavia mortale il colpo assestato a tutto il settore dei trasporti. La vicenda Alitalia, costata agli italiani svariati miliardi di euro, unita alla recente e vergognosa privatizzazione di Tirrenia, segnano l’intero percorso del governo fatto di svendite, regalie e privatizzazioni a favore dei soliti noti. La crisi della cantieristica italiana, legata alle scelte in materia di politiche portuali e aeroportuali, caratterizzano il declino e la deriva drammatica del nostro Paese. I 16.000 chilometri di ferrovie, che sono allo stesso tempo un patrimonio ed una possibile soluzione per la sostenibilità dei trasporti, sono lì a testimoniare lo sfascio provocato dalle politiche del governo Berlusconi. I trasporti regionali e quelli interregionali a media e lunga percorrenza sono tornati ai livelli del dopoguerra. In questo quadro, il colpo mortale al sistema è assestato dall’uno-due della scorsa e della recente Manovra economica. Si taglia un miliardo e mezzo di euro alle Regioni e si riducono a 400 milioni di euro le risorse per far funzionare il trasporto pubblico nelle20 Regioni e negli oltre 8000 Comuni. Un taglio pari a 4/5 delle risorse vitali per garantireuna prestazione sociale essenziale come i trasporti locali.
Di fronte a questo shock vanno raccolte le grida e le denunce dei Presidenti di Regione, che hanno clamorosamente consegnato al governo le deleghe sui trasporti, dei Sindaci, delle organizzazioni sindacali e degli utenti del servizio pubblico. Come Pd abbiamo presentato una mozione in Parlamento per chiedere al governo di mettere adisposizione delle Regioni per il trasporto pubblico una parte delle risorse derivanti dall’asta per le frequenze liberate dal passaggio al digitale. In questi giorni l’asta per le frequenze di telecomunicazioni, infatti, ha superato ormai ogni aspettativa con offerte che hanno raggiunto un valore superiore ai tre miliardi di euro. Il ministro Tremonti aveva previsto di destinare queste risorse alla riduzione dei tagli dei ministeri, diventati invece effettivi. Chiediamo quindi, una volta terminata l’asta, di destinare immediatamente 1,5 miliardi di euro per finanziare il trasporto pubblico locale. Sono convinto che nell’Aula della Camera saranno in tanti i colleghi che dimostreranno coerenza e voteranno con noi la mozione. Solamente rinunciando ai tagli e investendo in trasporto pubblico si possono generare benefici per l’ambiente, per l’economia, per le imprese italiane e per il lavoro. Acquistare 1000 treni per i pendolari con un’addizionale sulla Robin Tax, come ho proposto con una legge, vuol dire far circolare mezzi più sicuri e moderni e scongiurare la chiusura delle aziende italiane del settore. Promuovendo la rottamazione delle navi merci e la costruzione di navi mangiapetrolio si evita la chiusura di Fincantieri e si rinnova la flotta del Paese. Così come destinando risorse adeguate alle Regioni per il Tpl si potrebbe evitare la chiusura dell’Irisbus Iveco, unico stabilimento rimasto in Italia per la produzione di autobus urbani ed extraurbani, per offrire ai pendolari mezzi più moderni
e meno inquinanti.

Capogruppo Pd Commissione
Trasporti Camera dei Deputati

L’Unità 22.09.11