attualità, politica italiana

"Il salto della corruzione", di Piero Ottone

Anche coloro che fino a ieri hanno esitato trovano adesso il coraggio di scriverlo: il governo di Berlusconi è un cattivo governo. Ma con una nuova trovata: la caduta del governo non cambierà nulla, perché il problema vero del Paese, problema profondo e strutturale, è “l´esistenza di un immane blocco sociale conservatore – così scrive Ernesto Galli della Loggia – il cui obiettivo è la sopravvivenza e l´immobilità.” Un blocco formato da ceti professionali e alti burocrati, dall´ordine giudiziario, giù giù fino ai commercianti evasori, ai farmacisti, ai proprietari di tassì. Quello è il macigno che blocca l´Italia.
Il che è vero: fra i tanti guai c´è anche quello, forse è il guaio più grosso. Ma non diamo la colpa, per una volta, al carattere degli italiani; non si ripeta la solita frase, non si dica che noi italiani “siamo fatti così.” I gruppi di potere, i detentori di privilegi sono sempre esistiti, in Italia e fuori: esistono tendenzialmente dappertutto. E si crede che in altri paesi e in altre epoche, un bel giorno, si siano ravveduti, e siano scesi in piazza a bandiere spiegate, rinunciando ai loro privilegi per amor di patria ? Forse che i proprietari terrieri in Inghilterra hanno approvato l´abolizione della tassa sul grano, nel secolo scorso, cantando l´inno nazionale ? E i proprietari terrieri in America hanno forse liberato gli schiavi perché hanno letto gli articoli dei Galli della Loggia locali ?
No di certo. Quando si parla di blocco sociale, sia al livello macroscopico dei proprietari terrieri, sia al livello un po´ più modesto dei fermacisti e dei proprietari di tassì, il problema è, più che mai, un problema di governo. Una classe dirigente autorevole, e il governo che la rappresenta, devono attaccare il macigno che blocca il paese, devono smantellarlo. E´ compito loro. Ma avranno successo solo a due condizioni. Devono avere idee chiare sugli obiettivi. E devono avere credibilità. Carte in regola, quindi. Sul terreno politico, sul piano morale.
Ed è qui che si pone, non da oggi ma da sempre, il problema Berlusconi. L´opposizione alla sua candidatura, fin dal primo giorno, era un´opposizione di principio, di carattere morale. Perché è vero, purtroppo, che la corruzione in Italia è sempre esistita: ma con Berlusconi c´è stato, tristemente, un salto di qualità. La corruzione, con lui, ha gettato la maschera. Nessuno, prima di lui, ha pensato di affidare il ministero della Giustizia a un suo avvocato al quale aveva affidato il compito, in precedenza, di pagare un giudice. Nessuno ha cambiato le leggi, spudoratamente, a fini personali, per farla franca. Quindi non è mai stato, Berlusconi, un uomo politico come gli altri: con lui si è voltata pagina, in peggio. E l´ostilità contro di lui non era dovuta al fatto, come qualcuno stoltamente ha scritto, che avesse sconfitto la sinistra, o al fatto che fosse ricco. Era un´ostilità di principio. Se ne sono resi conto, dal primo momento, osservatori stranieri. L´establishment italiano, fino a qualche giorno fa, non lo ha capito.

La Repubblica 29.09.11