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"Anni di tagli, le "pubbliche" calano, boom di iscritti alle scuole paritarie", di Salvo Intravaia

Pubblicati i dati dell’Ufficio Statistica del Ministero. Negli scorsi sei anni incremento alle “private” del 10%. Il taglio dei servizi per carenze di fondi (e la minor assistenza agli alunni disabili) la causa principale. Il sospetto lo avevano in molti, adesso arriva la conferma dei numeri. In pochi anni, le scuole paritarie hanno visto crescere il numero dei propri iscritti. Mentre le statali, travolte dai tagli soprattutto dell’ultimo governo Berlusconi, segnano il passo. In appena sei anni – dal 2004/2005 al 2010/2011 – gli iscritti nelle scuole elementari, medie e superiori delle paritarie sono cresciuti del 10 per cento, nelle statali si registra una sostanziale stabilità. Il dato degli alunni delle private è stato pubblicato ieri dall’Ufficio statistica del ministero dell’Istruzione nell’ambito del dossier sugli alunni disabili e mancava dalle statistiche ufficiali da circa 10 anni.

Nei conteggi elaborati da Repubblica.it si è preferito tralasciare il complesso mondo delle scuole dell’infanzia, dove si rischia di fare confusione perché la quota di alunni iscritti nelle scuole gestite dagli enti locali – e quindi, di fatto, pubbliche – è piuttosto cospicua. Discorso che cambia per gli altri ordini di scuola. In poco più di un lustro, alla primaria statale gli alunni sono cresciuti dell’1,8 per cento, contro un corrispondente incremento dell’8 per cento registratosi nelle paritarie. In queste ultime, i servizi di accoglienza pre e post-scuola danno una mano alle famiglie in cui mamma e papà lavorano. Ma non solo: il tempo pieno consente anche ai genitori di evitare rocamboleschi rientri per andare a prendere i figli a scuola e farli pranzare.

Nelle statali, invece, tutto

dipende dai fondi disponibili: se ce ne sono in cassa si possono anche organizzare servizi aggiuntivi molto richiesti dalle famiglie, diversamente i genitori devono arrangiarsi. I dati sono ancora più significativi se si volge lo sguardo alle scuole medie e alle scuole superiori. In entrambi i casi, a fronte di un calo degli alunni delle statali si registra un incremento nelle private. Il più consistente riguarda le scuole secondarie di primo grado: in calo dell’1,1 per cento quelle pubbliche, in aumento del 12,3 per cento quelle paritarie. Un trend che si ripete anche al superiore: meno 0,2 per cento per le statali e più 7,3 per cento a favore delle paritarie. A conti fatti, è come se circa 22 mila studenti di medie e superiori in questi anni si fossero trasferiti dalle statali alle private.

Ad incidere sulle scelte dei genitori, potrebbero avere influito il taglio al personale, l’aumento del numero di alunni per classe e la situazione degli alunni disabili, meno seguiti alcuni anni fa. I tagli operati al personale docente creano spesso situazioni di “vacanze forzate” per intere classi, “costrette ad entrare a scuola una o due ore dopo l’orario canonico delle lezioni o ad abbandonare le mura scolastiche in anticipo per mancanza di supplenti. Situazione di caos che si ripete quando gli alunni si ritrovano in classi da trenta o più elementi e magari in presenza di uno o più disabili. In genere a farne le spese sono gli alunni “meno attrezzati”, che avrebbero bisogno di essere seguiti con maggiore cura dagli insegnanti. Ma quando in classe se ne hanno 30 tutto diventa più difficile e le famiglie preferiscono ricorrere alle “cure” delle private

La Repubblica 17.12.11