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Una laurea fa bene anche alla salute

Possedere una istruzione universitaria fa bene alla salute e garantisce una maggiore aspettativa di vita. Non è una boutade, ma, purtroppo, un dato di realtà che già un anno fa sottolineavo nel testo della mozione sulle azioni di sostegno al diritto allo studio universitario da me presentata (ecco il link), che, proprio in giugno del 2016, fu votata alla Camera. Il mio ragionamento era basato sui dati Istat in quel momento a disposizione, oggi, al Festival dell’Economia di Trento, lo stesso concetto verrà analizzato da uno dei massimi epidemiologi italiani Giuseppe Costa. Come anticipato da Il Fatto quotidiano, Costa, confrontando i dati a disposizione, arriva alla conclusione che in Italia un maschio laureato può sperare di vivere 5 anni in più di un suo coetaneo con la licenza elementare. E non è neppure la situazione peggiore a livello europeo: in Lituania, ad esempio, la forbice è di ben 10 anni. Non è solo una questione di maggiori guadagni, ma anche di una maggiore consapevolezza negli stili di vita e di una migliore accessibilità agli strumenti …

Libertà di pensiero, tesi di laurea, e l’argomentare di Luigi Manconi

Fin dove la mia opinione personale, anche se controcorrente, è espressione della libertà di pensiero sancita dalla Costituzione, e quando, invece, inizia l’apologia di un comportamento considerato reato e, quindi, la connivenza che diventa “concorso morale” nella commissione del reato stesso? Argomento delicatissimo che impegna le coscienze dei singoli, gli studiosi del diritto e l’applicazione della legge da parte dei magistrati. Un caso, in particolare, mi aveva colpito nei giorni scorsi: la condanna, appunto per “concorso morale”, da parte dei giudici piemontesi, di una giovane laureanda in antropologia. Oltre che sulla sua presenza – dichiaratamente da osservatrice – nei luoghi dove era avvenuta la mobilitazione, i giudici hanno ritenuto probante quanto scritto in una tesi di laurea nella cui stesura era stata utilizzata la prima persona plurale. Quel “noi”, da espediente retorico è diventato indizio di connivenza con le ragioni dei manifestanti e, quindi, elemento su cui basare la condanna (per inciso, a due mesi di reclusione). Ammetto, questa sentenza mi ha profondamente turbata. E, ieri, il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani, …