Tutti gli articoli con tag: referendum

Referendum, la prima analisi dopo il voto del 4 dicembre

Gli italiani si sono recati in massa alle urne, in percentuale poco al di sotto delle elezioni politiche del 2013: e questo è un fatto positivo, che misura lo stato di salute della nostra democrazia. Si sono recati alle urne per bocciare senza appello la riforma costituzionale. O, forse, per bocciare senza appello il Governo. Le due cose in realtà non sarebbero sovrapponibili, ma mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo, in particolare dopo l’errore iniziale di Renzi di aver “personalizzato” il referendum. Non cerco scorciatoie assolutorie su un risultato netto ed inequivocabile, ma questi mesi di campagna elettorale (fatta di incontri, discussioni, dibattiti…) mi hanno dimostrato che stare al merito della riforma era molto difficile: inevitabilmente si scivolava a parlare di legge elettorale, del Governo, del futuro di Renzi, della minoranza del PD… Dopo 3 successivi voti positivi espressi alla Camera, resto convinta della bontà di questa riforma, che finalmente avrebbe dato corpo alle ipotesi di revisione istituzionale attese da 30 anni, senza stravolgere il nostro impianto di Repubblica parlamentare e permettendo, …

Donne e riforma, esplicitato il concetto di equilibrio tra i sessi nella rappresentanza politica

E’ una novità importante, frutto delle annose, e non sempre facili, battaglie delle donne e dei loro movimenti. Con la riforma costituzionale entra in Costituzione il concetto dell’equilibrio tra i sessi nella rappresentanza politica. Il nuovo comma dell’articolo 55 recita: “Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza” (anche il successivo articolo 122, relativo alla composizione delle assemblee legislative, ora fa riferimento a tale equilibrio). Si tratta di un passo avanti ulteriore rispetto a quanto già stabilito dall’articolo 51, che ha introdotto il concetto di pari opportunità, sulla scorta della elaborazione culturale femminile. Nell’articolo 51, infatti, si stabilisce che tutti i cittadini, dell’uno e dell’altro sesso, possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge, ma una modifica del 2003 ha aggiunto: “la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”, poiché non è sufficiente enunciare un diritto (l’accesso agli uffici pubiblici e alle cariche elettive) ma occorre rendere quel diritto …

Riforma costituzionale, più strumenti al servizio della volontà popolare

Uno degli argomenti usati dal fronte componente per il No al referendum (sorvolo sulle accuse di pseudo-fascismo, subordinazione ai poteri forti, apertura delle istituzioni ai corrotti etc. etc. etc.) è che la riforma costituzionale limiterebbe la democrazia e la volontà popolare. In uno degli ultimi post dedicati alla riforma, prima del silenzio elettorale e prima del voto, vorrei quindi ricordare tre modifiche che, a mio avviso, enfatizzano l’iniziativa legislativa popolare. 1) la prima riguarda il referendum abrogativo: nel caso le firme raccolte in calce al quesito raggiungano quota 800mila (dalle attuali 500mila) si abbassa il quorum necessario per la validità della consultazione, dalla metà più uno degli aventi diritto alla metà più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche. Gli ultimi referendum abrogativi hanno, infatti, segnato in maniera chiara la volontà dei votanti, ma non hanno raggiunto il quorum necessario per rendere valida la consultazione. In questo modo, rendendo più accessibile il raggiungimento il limite necessario, si favorisce l’espressione della volontà popolare. 2) Secondo strumento previsto: diventa obbligatorio, la prima volta, l’esame da parte del …

Riforma costituzionale, perchè la tutela del diritto alla salute diventa materia di competenza statale

Diritto e tutela della salute pubblica e la riforma costituzionale: la cronaca ci propone nuove notizie che, a mio parere, confermano la bontà della scelta del legislatore di intervenire sul riparto delle competenze tra Stato e Regioni (il famoso Titolo V della Costituzione). Dopo la Regione Emilia-Romagna, anche il Consiglio comunale della città di Trieste ha approvato l’obbligo delle vaccinazioni per i bambini che frequenteranno il primo anno degli asili-nido. Senza fanatismi, nella consapevolezza che l’informazione è comunque lo strumento fondamentale per aumentare la consapevolezza delle famiglie, trovo che la decisione della mia Regione prima, e della città di Trieste ora, vadano nella giusta direzione della tutela della salute pubblica. Da notare che, dal punto di vista politico, si tratta di due amministrazioni schierate all’opposto: ciononostante, proprio in un’ottica superiore di bene comune, sono arrivate a una medesima conclusione. E i bambini e le famiglie che vivono in altre Regioni o in altre città? Ma è possibile che su una materia fondamentale per la vita dei cittadini i singoli territori possano agire in ordine sparso, …

Riforma costituzionale, risparmi di spesa per il funzionamento di parlamento e consigli regionali (art. 69 e 122)

Il viaggio nella riforma costituzionale affronta, oggi, il tema della riduzione delle spese per il funzionamento del Parlamento e dei consigli regionali, attraverso l’analisi degli articoli che riguardano l’indennità parlamentare (art. 69) ed il limite agli emolumenti per i consiglieri regionali (art. 122). Per effetto della modifica apportata all’articolo 69, ai senatori non sarà più riconosciuta alcuna indennità, che verrà quindi corrisposta ai soli deputati, secondo quanto stabilito dalla legge. La legge vigente (n. 1261 del 1965), al fine di garantire “il libero svolgimento del mandato”, stabilisce che l’indennità non può superare il trattamento lordo corrisposto ai magistrati presidenti di Sezione della Corte di Cassazione, diminuito del 10%. Esso è costituito da quote mensili “comprensive anche del rimborso di spese di segreteria e di rappresentanza”oltre alla diaria, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. La modifica dell’art. 69 determina quindi che ai senatori, che sono anche sindaci e consiglieri regionali, spetterà solo il compenso per la carica di rappresentanza territoriale che rivestono. Per i nuovi senatori di nomina presidenziale (5 complessivamente, che …

Riforma costituzionale: perché rimangono il divieto di mandato e le immunità (art. 67 e art. 68)

La revisione costituzionale lascia inalterate le disposizioni che, per deputati e senatori, riguardano il divieto di mandato imperativo e le immunità. Vediamone i motivi. Dall’art. 67 della Costituzione la riforma espunge la previsione che ogni membro del Parlamento rappresenti la Nazione, in coerenza con il nuovo art. 55 che assegna questa funzione di rappresentanza ai deputati in quanto membri della sola Camera “politica”, ma resta invece in vigore per tutti i parlamentari l’esercizio della propria funzione senza vincolo di mandato, tanto per i deputati quanto per i senatori. Perché questa scelta e, soprattutto, cosa significa non dover sottostare ad un mandato imperativo? Come decise l’Assemblea costituente, significa garantire ai parlamentari una tutela da possibili condizionamenti o vincoli, tanto dagli elettori dai quali riceve un mandato generale, quanto dal partito di appartenenza. Il divieto del vincolo di mandato è un tratto comune nelle democrazie liberali, con un’unica eccezione, che riguarda il Bundesrat, che è stata spesso richiamata in comparazione con la natura del nuovo Senato. Nel caso tedesco i membri del Bundesrat provenienti dal medesimo Land …

Referendum, il nuovo Senato (art. 57, 58 e 59 della riforma)

Proseguo il nostro viaggio all’interno della riforma costituzionale. Dopo aver affrontato le modifiche all’articolo 55, che supera il bicameralismo paritario e definisce funzioni differenti tra Camera e Senato, oggi ci dedichiamo alle nuove modalità di composizione e di elezione del Senato (articoli 57, 58 e 59). La riforma – rispetto all’attuale composizione di 315 membri eletti a base regionale, di cui 6 eletti nella Circoscrizione esteri – prevede che esso sia costituito da 5 senatori di nomina presidenziale (che durano in carica 7 anni) e da 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali, quindi eletti dai Consigli regionali e delle Province autonome in proporzione alla popolazione della regione; dei 95 senatori, 74 sono eletti tra i membri dei Consigli regionali e 21 tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori. Poiché si tratta quindi di un “doppio ruolo”, i senatori non riceveranno alcuna indennità per la nuova funzione. La prima novità, quindi, è relativa alla sensibile diminuzione del numero dei senatori: 95 è un numero adeguato per dare rappresentanza alle istituzioni territoriali. A questo proposito, ritengo …