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Pensioni, la rivoluzione PD

“L’aumento del costo della vita è diventato insostenibile, specie per la fasce più deboli. Dobbiamo garantire ai nostri pensionati livelli di sussistenza dignitosi”. Il segretario del PD Walter Veltroni, intervenendo in conferenza stampa a via Sant’Andrea delle Fratte, ha presentato le proposte del Partito Democratico in materia di innalzamento delle pensioni. Una ricetta, quella del PD, che si propone in primo luogo interventi immediati di incremento reale della somma percepita dai pensionati.

“L’innalzamento dei costi delle materie prime, la fissazione dei prezzi nel momento del passaggio dalla lira all’euro hanno creato una situazione economica, dal punto di vista dei redditi percepiti, soprattutto dalle fasce più deboli, difficilmente sostenibile”. La proposta economica del Partito Democratico si pone come obiettivo quello di invertire questa tendenza.

In campo previdenziale, si punta all’entrata in vigore di norme che vadano ad incrementare le misure introdotte con il Decreto Legge dello scorso luglio. Misure che portarono delle significative novità a favore dei pensionati di età superiore ai 64 anni, con un reddito annuo non superiore a 8.675,03 euro, e che interessarono più di tre milioni di persone la cui pensione è stata aumentata di una somma aggiuntiva tra 336 e 504 euro. Somma che venne da subito identificata con il nome di “14° mensilità”.

Per affrontare il problema delle difesa del potere d’acquisto delle pensioni, però, queste misure non sono sufficienti. Le nuove proposte del PD vanno nella direzione di un adeguamento anche di quelle superiori. Lo strumento designato è la leva fiscale. L’obiettivo è l’innalzamento immediato – a partire dal luglio 2008 – delle pensioni che non rientrano in quelle fatte oggetto dell’intervento denominato “14° mensilità”.

L’intervento previsto riguarda i pensionati di oltre 65 anni e determina un incremento di quasi 400 euro l’anno per le pensioni fino a 25mila euro l’anno e un incremento tra i 250 e i 100 euro l’anno per le pensioni di importo compreso tra 25mila e 55mila euro l’anno. In pratica, tramite lo strumento fiscale, vengono aumentate le detrazioni sia in finzione dell’età anagrafica (più una persona è anziana, più salgono le detrazioni) e sia in base al reddito pensionistico (più la pensione è alta, più le detrazioni saranno basse).

Accanto agli aumenti, resi possibili dallo strumento delle leva fiscale, di fondamentale importanza diventa la risoluzione di alcuni punti di criticità legati al meccanismo di indicizzazione delle pensioni, che prende come riferimento l’indice generale dei prezzi al consumo. Il primo problema riguarda il fatto che l’Istat ignora alcune voci che hanno invece un peso rilevante nei consumi dei pensionati, e potrà essere affrontato non appena l’ente statistico pubblicherà regolarmente l’indice del costo della vita delle famiglie di pensionati.

Il secondo problema, di più difficile risoluzione, è legato alla possibilità di un divario di reddito consistente tra diverse generazioni di pensionati e fra queste e i lavoratori, anche se si riuscissero a mantenere le pensioni in essere costanti in termini reali. La proposta del PD al riguardo è che si intervenga sulle regole con cui il montante contributivo viene trasformato in vitalizio, facendo in modo di legare l’indicizzazione “reale” delle pensioni calcolate con il metodo contributivo all’andamento di un indice di sostenibilità dato dal rapporto tra spesa pensionistica e monte dei redditi da lavoro. Il fine, in questo caso, è quello di permettere ai pensionati di partecipare ai frutti della crescita economica del Paese.

“Si tratta di misure necessarie – ha detto Veltroni – per evitare che ci siano persone che raggiungono soglie di povertà intollerabili. Gli interventi sulle pensioni sono una parte fondamentale del disegno del PD”. Un disegno che ha nella crescita, “nell’incremento del Pil la priorità assoluta”. Secondo il segretario del PD, “l’Italia sta vivendo un momento di deficit strutturale. Il Paese è fermo perché nessuna strategia politica ed economica negli ultimi anni è stata ispirata ad una vera sfida riformista, che si proponga di portare a termine un’armonizzazione tra crescita economica e riduzione delle disuguaglianze”.

C’è un gran bisogno di politiche economiche e sociali, “e solo il Partito Democratico ritiene ragionevolmente di poter conciliare crescita ed equità sociale”. L’Italia, sottolinea il candidato premier, “ha tutto il diritto di avere qualcosa si simile agli altri grandi paesi europei, anche e soprattutto in termini di aiuto alle fasce più deboli. E in questo si inserisce il tema delle pensioni, che necessita di una grande azione di giustizia sociale”.