attualità

Incontro con Pierluigi Castagnetti

contributo di Viola Baisi
Completo, interessante e partecipato sono gli aggettivi che meglio descrivono l’incontro che si è svolto ieri nella sala congressi di Carpi con i candidati alla Camera dei Deputati Pierluigi Castagnetti e Manuela Ghizzoni.

Una sala piena e silenziosa. Un pubblico attento e piacevolmente immerso in quel clima di buona politica che così poco si ritrova nei dibattiti televisivi che ormai si accavallano ferocemente a meno di tre settimane dalle elezioni politiche.

Due i candidati. Diversi per genere, età, stile e storia politica, ma di eguale statura.

Ha parlato per prima Manuela Ghizzoni che, quasi tutta d’ un fiato, ha elencato il lavoro e l’impegno del Governo Prodi, cercando, nella sintesi, di approfondirne diversi aspetti – dal lavoro alle infrastrutture, dal fisco alla scuola – e sottolineando in particolar modo la grande opera di risanamento del Paese che, purtroppo, è stata interrotta nel suo processo verso la redistribuzione ai cittadini.

Poi ha parlato l’ospite della serata, Pierluigi Castagnetti che, non trovando nulla da aggiungere al discorso di Manuela, ha messo a disposizione del pubblico una riflessione sulle origini Partito Democratico affrontando la questione da un punto di vista “geopolitico”.

Col suo discorso abbiamo per un po’ abbandonato l’atmosfera della campagna elettorale e ci siamo fermati a ripensare al perché, alle ragioni che ci hanno spinto a investire nel progetto del PD.

E la risposta che ha dato è semplice: perché il mondo è cambiato, perché la società di oggi ha ritmi velocissimi e la politica nel nostro paese arriva sempre in ritardo e col fiato corto.

La globalizzazione dell’economia, intesa come l’ insieme di fattori che favoriscono la circolazione di capitali, merci e informazioni a livello mondiale, ha allargato fino ad sfondare i confini degli scambi commerciali, ha definito nuove regole e  nuovi confini della competizione sancendo un sempre maggiore livello di interdipendenza dei mercati e spingendo le organizzazioni imprenditoriali a interrogarsi su come sopravvivere nella tensione tra forze globali che tendono alla standardizzazione e forze locali che tendono all’adattamento e alla comprensione dei nuovi trend.

La classe dirigente politica italiana, invecchiata e quasi esclusivamente maschile, di fronte a questo quadro si è trovata inadeguata. DS e Margherita hanno capito che un’ opera di rinnovamento era necessaria e urgente. Ecco quindi il perché del PD, un partito nuovo, che ha mantenuto in questi mesi quanto promesso, che ha fatto scelte forti, coraggiose e che hanno chiesto sacrifici. Il PD ha indossato giusto paio di occhiali per mettere a fuoco i problemi della società italiana di oggi all’interno di quel complesso quadro mondiale sopraccitato, per proporre soluzioni moderne e che guardano all’interesse del Paese.

In questa prospettiva sono state fatte le liste per Camera e Senato, liste che rispondono a quel segnale forte  che i cittadini chiedevano, che mettono insieme sensibilità, storie politiche, generazioni e competenze diverse e che offrono le condizioni per un efficace contemperamento tra interessi in grado di garantire soluzioni utili e costruire una nuova Italia.