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Quando la Storia ti prende per mano

Pubblichiamo un contributo dell’associaizone “Memoria Storica”:

“La passione per la Storia, e per le Storie che essa porta con sé, deve necessariamente trovare un proprio senso di compiutezza nella trasmissione del sapere conquistato.

Questo è ciò che si è riproposta di fare l’Associazione Memoria Storica, che ha la sua collocazione nel territorio di Budrione e Migliarina; dopo anni ben spesi a raccogliere e catalogare fotografie, testimonianze e documenti, i volontari del gruppo hanno sentito la necessità di passare il proprio testimone ai giovani delle due frazioni, in particolare a quei diciottenni che potevano avere l’interesse, le competenze e la motivazione per approfondire alcuni aspetti del periodo della Seconda Guerra Mondiale.

Si sa che la Giornata della Memoria, per gli studenti di Carpi, ha acquisito negli ultimi anni un significato particolarmente intenso: l’iniziativa di quel Treno che li trasferisce fisicamente e mentalmente dalle comodità della nostra città ai ruderi di Auschwitz, nel periodo più gelido ed inclemente dell’anno, non li fa ritornare senza lasciare traccia.

Chi vi partecipa, registra e narra emozioni forti, sentimenti inattesi, molto distanti dalla quotidianità anestetizzata in cui tutti siamo immersi ed in cui i media si compiacciono, in genere, mantenerci. La sfida di affrontare temi come i Campi di sterminio e di concentramento non era quindi, per gli appartenenti all’Associazione, né semplice, né facile, ma l’obiettivo, seppur ambizioso, pareva possibile e necessario.

Oltre 60 anni di distanza sono poi un’intera vita, un limite che alcuni esseri umani nemmeno oltrepassano, ma si sa che la Storia considera come effimere scintille gli anni, i decenni ed i secoli.

Partendo dall’antico detto popolare: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo”, si è deciso di allestire una sorta di “laboratorio didattico” con alcuni ragazzi, ai quali è stato assegnato il compito di ridare Vita a quelle persone che, fissate negli occhi sulla parete del Museo di Auschwitz, incontrate sui testi di studio, sulle pagine di Internet, nel Campo di Fossoli, avevano lì vissuto. Assurdamente “vissuto”, perché ad essi era toccata in sorte una vita che potevano ben poco gestire.

Proprio su Auschwitz e Fossoli sono state organizzate, in due anni successivi, due serate, in cui i ragazzi hanno ricostruito, davanti ad un pubblico attento e partecipe, “la Storia”: su di un testo dalla struttura snella, che aveva l’unico compito di mantenere il riferimento cronologico, in genere il più semplice ed immediato per degli studenti, hanno raccontato, tramite i documenti, di altre Vite. Hanno prestato ad esse la loro voce, mentre nella penombra scorrevano incessantemente immagini, treni, baracche, spazi, alberi e volti in bianco e nero.

Lo scopo dell’attività intrapresa da “Memoria Storica” non consisteva tanto nel riscuotere un applauso, ma nel far sì che dei ragazzi, già occupati dalla scuola e dall’imminente maturità, riuscissero a trovare la motivazione per un altro impegno e che da esso, poi, ne traessero tanta emozione da rendersi conto che la Storia, se ben fatta, può davvero prenderti per mano.

Si può dire che “Destinazione: Auschwitz”, realizzata nel 2007, ha rappresentato un’esperienza tanto dirompente da distruggere il divario temporale fra gli “attori” ed i protagonisti, restituendo “carne e sangue” ad immagini e parole.

La distanza fra la paura dell’internata politica numero 55.908, a cui avevano appena rasato i capelli e la voce di Irene, dolce studentessa del 4° anno, era divenuta magicamente inesistente. Poiché anche questo era l’intento, ci si augura che sia per sempre.

Si confida che quei ragazzi, nel tempo della loro piena maturità, riescano a contrastare le teorie banalizzanti, a negare con efficacia che “milioni di vittime sono una statistica” anche forse facendo riferimento a questo ricordo interpretativo in cui essi stessi hanno dovuto far riemergere il terribile distacco di Heydrich, la disperazione di Sarah che aveva superato la selezione, ma vedeva sua madre dirigersi verso la camera a gas, l’orrore forzatamente rimosso di Shlomo, quello del Sonderkommando, la disperazione di Primo Levi, colpevole ai propri occhi di essere sopravvissuto.

Nel febbraio di quest’anno, con “Fossoli, così vicino, così lontano”, il viaggio è stato apparentemente più agevole, vista la vicinanza fisica e geografica con il Campo, ma ormai i ragazzi “sapevano” che Fossoli non era che una tappa per chi vi giungeva.

Il percorso del lavoro è stato tracciato da Anna Maria Ori, che ha condiviso con “Memoria Storica” gli obiettivi e la metodologia dell’attività.

I ragazzi, non più solo interpreti, ma testimoni viventi, hanno ricostruito la storia del Campo attraverso l’avvicendarsi dei nomi, che diventavano via via familiari: da quelli che tutti conoscono, perché hanno testimoniato con voce forte ed eccelsa, a quelli innocenti, silenti, scomparsi al Poligono di Cibeno in un caldo giorno di luglio.

Un “laboratorio” didattico, dunque, per addentrarsi nella Storia superando gli stereotipi indotti dallo studio scolastico, un modo per “diventare” Storia, per comprendere che se tanto è cambiato, quasi nulla è cambiato nei sentimenti umani: quelli fragili e quelli eroici, quelli cinici e quelli teneri, quelli vili e quelli miopi da cui, ancora oggi, ci si deve guardare.

Un laboratorio che l’Associazione vorrebbe proporre, attraverso la Fondazione Campo Fossoli, ai ragazzi ed ai genitori delle Scuole superiori di Carpi e di altre città: perché ogni ragazzo o adulto che parta per Auschwitz o entri nel Campo di Fossoli porti con sé la coscienza che il Passato, quello profondo, quello dell’anima, non passa mai.

Il laboratorio ha prodotto materiale sia cartaceo che visivo, con presentazione di immagini in Power Point e dvd delle serate, acquistabili con un piccolo contributo spese ogni domenica, dalle 10 alle 12, presso “Associazione Memoria Storica” c/o Società Rinascita – Budrione (Sigg. Barbieri Augusto o Bassoli Pierino) o richiedibili via mail a memoria.storica@libero.it. “