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Tra zanzare e mitra. La stampa internazionale è scettica sul nuovo governo

Conferenze stampa come talk show, ospiti internazionali graditissimi e applausi scroscianti. E’ il tempo della festa dopo la vittoria e Silvio Berlusconi si gode la sua terza ribalta, senza troppa fretta. D’altronde un successo così, chi se lo aspettava. Anche la Lega dovrà attendere.

Le elezioni hanno regalato nuova linfa al Cavaliere, anagraficamente da terza età, ma ossessionato dalla perenne ricerca della “giovinezza”. Senza UDC e con un’ampia maggioranza in Parlamento, il leader Pdl si rilassa e parla d’affari in compagnia dell’amico Vladimir Putin, nuovo primo ministro russo, ma al potere ininterrottamente dal 26 marzo 2000. In Sardegna non nasconde l’insofferenza per le zanzare che insistono nel pungerlo e, nonostante il ricorso a creme, rimedi esotici e zampironi futuribili, creano piccoli e pruriginosi arrossamenti.

In occasione della conferenza stampa, mimando il gesto del mitra, prende di mira una giornalista russa, colpevole di “domanda scomoda” che ha imbarazzato l’amico “Zar di ghiaccio”, anche lui come il Cavaliere, inguaribile esteta della bellezza femminile e bersaglio dell’informazione non schierata. Eppure la stampa dovrebbe aver capito, dopo 15 anni che ci prova, che è impossibile battere il Cavaliere di Arcore.

Ma l’informazione per natura va a scavare dove ci sono i problemi, si sporca le mani, e ripropone anche noiosamente quelle questioni, di cui i cittadini devono essere informati. Il nuovo governo Berlusconi riparte con le stesse critiche di quelli vecchi, perché i problemi, come il leader, sono sempre gli stessi.

The Economist, acuto ed imparziale osservatore delle vicende italiane (non ha mancato di esprimere critiche anche sul secondo governo Prodi), ci ricorda come i motivi che rendono Silvio Berlusconi inadatto a governare sono gli stessi che hanno contribuito alla sua vittoria elettorale. Certo la percezione negativa dell’operato del governo Prodi ha avuto un impatto importante sulla vittoria del Pdl. Ma al secondo posto c’è la capacità del Cavaliere di influenzare la comunicazione attraverso il controllo della quasi totalità dei media italiani. Un controllo politico sulle reti pubbliche e un controllo indiretto sulle reti Mediaset (nonché su Mondadori), che non gestisce più personalmente ma che ha affidato ai collaboratori più intimi e ai figli, Marina e Piersilvio.

Non compare più tra i consiglieri di amministrazione e non si parla più di conflitto di interessi. Come non si parla più dei casi giudiziari in cui Berlusconi e suoi collaboratori sono coinvolti, liquidati come i tentativi di alcuni magistrati schierati di mettergli i bastoni tra le ruote. Forse un giorno anche loro capiranno che Mangano è stato davvero un eroe, perché è molto onorevole non fare il nome degli amici durante un processo.

Ma la sfida politica vera e banco di prova del Cavaliere è oggi l’economia del paese. The Economist si chiede se Berlusconi sarà in grado di portare avanti quelle riforme di cui il paese ha bisogno. Le soluzioni proposte in campagna elettorale non sembrano andare nella direzione auspicata. Il navigato imprenditore preferisce un approccio protezionista, ormai contrario a quella disciplina del libero mercato che gli ha permesso di fare affari in mezzo mondo. Vedremo dunque se questo governo saprà rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo completando l’opera di risanamento, dando spazio ai suoi talenti e ai suoi imprenditori e proseguendo nelle liberalizzazioni.

La larga maggioranza ottenuta in entrambe le Camere offre a Berlusconi le migliori condizioni per lavorare, ma resta ancora da capire in quale direzione si muoverà, soprattutto in base ai rapporti di forza esistenti all’interno della sua variegata coalizione. Sullo sfondo i problemi di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, dei giovani precari pronti ad emigrare, di un sistema politico ed economico imbrigliato da leggi e leggine, della sicurezza. Non ci sono più scuse ma lo scetticismo è d’obbligo. Peccato però. Se non ci fosse la stampa, il compito per il Cavaliere sarebbe senza dubbio più semplice…

E.V., www.partitodemocratico.it