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Ripartiamo dal territorio

Un grande partito, unito, strutturato sul territorio, pronto a fare un’opposizione inflessibile ma responsabile e a dialogare con le altre forze, sia quelle rappresentate, sia quelle non rappresentate in Parlamento. E’ questa la rinnovata fisionomia del Partito Democratico che esce dalla riunione tenutasi a Milano, tra il gruppo dirigente e tutti i segretari regionali, a cui ha preso parte anche Walter Veltroni.

E’ lo stesso leader del PD a prendere parola davanti ai giornalisti presso la sala consigliare del Pirellone, sede della Regione Lombardia. Nessuno spezzettamento in vista nel partito, sulla base di macro Regioni, ma un coordinamento tra segretari regionali, sindaci, presidenti di Provincia e di Regione per promuovere maggiore strutturazione, radicamento, coinvolgimento e partecipazione.

“Dobbiamo strutturare meglio la nostra organizzazione. Non ci saranno spezzettamenti, ma delle sedi per la promozione delle iniziative che tengano insieme il partito. Al nord come al Sud. Ci sarà un coordinamento che promuoverà iniziative e riflessioni su temi ritenuti più utili e importanti. Penso sia la strada giusta per un partito a base federale come da Statuto”.

A tal proposito, Veltroni ha detto di aver “indicato ai segretari regionali ad approvare i rispettivi Statuti cosicché le loro sedi diventino i luoghi dell’elaborazione della politica nazionale”. Una prospettiva, questa, confermata anche dal responsabile della fase costituente del PD Goffredo Bettini: “Più che riprodurre un apparato, come partito federalista abbiamo pensato più utile mettere in rapporto tra di loro le realtà regionali di volta in volta”.

All’interno del partito, ha spiegato Veltroni, “si è sentito il bisogno di ristrutturare la nostra politica organizzativa, al nord come al sud. C’è bisogno di una politica nuova, di iniziative promosse tutti assieme”. Nel settentrione in particolare, dove, occorre ricordarlo, il PD ha risultati ragguardevoli, soprattutto nei grandi centri urbani, “il nuovo coordinamento dovrà affrontare alcune priorità come la pressione fiscale, il problema delle infrastrutture, la semplificazione amministrativa. Tutte cose che in passato il centrosinistra non aveva ascoltato”.

Una svolta a livello organizzativo che va a sommarsi a quella programmatica compiuta negli ultimi quattro mesi. “Abbiamo fatto una rivoluzione dolce, più grande di quanto sia apparsa, basata su una discontinuità culturale e programmatica con il vecchio centrosinistra. Abbiamo usato un linguaggio nuovo nel rapporto con la parte più attiva e produttiva del Paese”. Ora, ha specificato, “questa discontinuità è la base su cui lavorare”. Con queste elezioni, d’altronde, “abbiamo raggiunto il secondo obiettivo che ci eravamo posti: insediare una grande forza riformista, che è più forte del partito socialista francese ed è allo stesso livello dei laburisti inglesi e dei socialdemocratici tedeschi”.

Una grande forza che si appresta ad affrontare il suo compito d’opposizione, di controllo sull’azione di governo. “La destra – ha detto Veltroni – è chiamata a rispettare gli impegni con gli elettori e noi saremo degli attenti sollecitatori. Per questo daremo vita ad un governo ombra che farà da pungolo al governo di centrodestra a cui – ha ammesso – va riconosciuta tuttavia l’ampia vittoria”. Un’opposizione che, al tempo stesso, ascolti anche gli stimoli che giungono dalle forze non rappresentate in Parlamento – “guarderemo alle proposte e ai temi della sinistra radicale” – e che dialoghi con quelle che invece ci sono. “Penso all’Udc. Facendo opposizione insieme alle altre forze, potremo fare ripartire quella sfida riformista che l’Italia non ha mai conosciuto fino ad oggi”.

Gli spunti per un’opposizione forte e responsabile, come appare dalle mosse preliminari del nascente governo Berlusconi, non mancheranno. “Ho visto l’annuncio dei ministri della Lega Nord ieri, ma poi il leader del Popolo della libertà ha smentito. Quello che avevamo previsto è successo in anticipo. Vedo già contraddizioni e smentite – ha concluso Veltroni – e una compagine di governo che ricalca quella del 1994”.