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Governo ombra al via

Proposta. Per fissare nell’agenda politica le direttive del PD.
Opposizione. Per far vivere i nostri contenuti nel parlamento e nel paese.
Iniziativa. Per vivere rapportandosi intensamente con le forze organizzate della società italiana.
Allargamento. Delle relazioni del partito Democratico, incontrando la società civile, le tante città all’insegna della discussione e dell’ascolto.
Sono queste le quattro parole chiave dell’esecutivo dell’opposizione secondo Walter Veltroni. “Non ci limiteremo solo a dare risposte a ciò che i ministri diranno, ma detteremo le priorità programmatiche del partito democratico”. Così nella prima riunione si è parlato di sicurezza, Libano e rinnovo dei vertici Rai, con tre dossier curati rispettivamente da Marco Minniti (interno), Piero Fassino(esteri) e Giovanni Melandri (comunicazioni).
La prossima riunione dello shadow cabinet si terrà a Milano. Lo ha annunciato lo stesso Veltroni illustrando il funzionamento del nuovo organismo: “Incontreremo la società lombarda, poi andremo in altre città, dovrà essere una consuetudine all’insegna della discussione e dell’ascolto. La prima riunione ci è servita per definire finalità e obiettivi di uno strumento nuovo, ma che ha già avuto apprezzamenti importanti, anche sulla stampa – il riferimento è all’articolo di Lloyd su la Repubblica – è stata riconosciuta la validità della nostra scelta. Il governo ombra si riunirà ogni giovedì alle 13.
L’istituzionalizzazione del governo ombra. “Sono comvinto che la struttura del governo ombra dovrà avere una fisionomia istituzionalmente riconosciuta -ha detto Veltroni – c’è già il riconoscimento politico da parte della maggioranza, che ne parla come di un fatto nuovo e importante. Serve un passo in avanti, facendone un soggetto interlocutore del governo anche nei dibattiti parlamentari”.
Il segretario del PD ha parlato anche della telefonata che gli ha fatto il premier, Silvio Berlusconi: “La considero inusuale per come si è svolta la vita politica italiana in questi anni, ma la considero normale in una democrazia compiuta. Discuteremo dei temi su cui confrontarci dopo il voto di fiducia”. Veltroni boccia i primi passi del nuovo governo: “Confermo Confermo che la maggioranza ha iniziato male, con la scelta dei presidenti delle Camere e con la nomina del Commissario Europeo. Tuttavia penso che sia giusto verificare la disponibilita’ della maggioranza ad avere un rapporto corretto con l’opposizione. Comunque, l’opposizione sarà forte e programmatica. Ad esempio sull’informazione, che si conferma un grande tema su cui vigilare, di cui la nomina del Consiglio di Amministrazione della Rai è solo una parte”.

Il PD presenta il “Governo ombra”. 9 maggio 2008
Una squadra pronta a contrastare le azioni del governo di Silvio Berlusconi ma anche a proporre soluzioni alternative ai problemi che affliggono il paese. È il governo ombra varato dal segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni. Politici affermati come Piero Fassino e Pierluigi Bersani accanto a volti nuovi come Pina Picierno e Matteo Colaninno. E una forte presenza femminile: nove donne su ventuno componenti. Tra i nomi annunciati da Veltroni anche il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, al “dicastero” delle riforme per il federalismo.

Questa la lista completa dei ministri del governo ombra del Pd, presieduto dal segretario del partito Walter Veltroni: Piero Fassino (Esteri), Marco Minniti (Interno), Lanfranco Tenaglia (Giustizia), Pier Luigi Bersani (Economia), Maria Pia Garavaglia (Istruzione), Matteo Colaninno (Sviluppo Economico), Enrico Letta (Welfare), Roberta Pinotti (Difesa), Alfonso Andria (Politiche Agricole), Ermete Realacci (Ambiente), Andrea Martella (Infrastrutture e Trasporti), Vincenzo Cerami (Beni e Attività Culturali), Giovanna Melandri (Comunicazione), Sergio Chiamparino (Riforme), Mariangela Bastico (Rapporti con le Regioni), Linda Lanzillotta (Pubblica Amministrazione e Innovazione), Vittoria Franco (Pari Opportinità), Beatrice Magnolfi (Semplificazione normativa), Maria Paola Merloni (Politiche Comunitarie), Michele Ventura (Attuazione del Programma), Pina Picierno (Politiche Giovanili). Fanno parte del governo ombra anche il vicesegretario del Pd Dario Franceschini, i capigruppo alla Camera e al Senato Antonello Soro e Anna Finocchiaro.

“Il governo ombra avrà il ruolo non solo di dire no ma di formulare proposte alternative, come accade nei paesi dove è previsto costituzionalmente, come in Gran Bretagna”. E scherzando sui tempi: “Avevamo detto 48 ore ma abbiamo anticipato a 46. C’è stata la massima disponibilità di tutti e sono molto contento e soddisfatto. Non ci sarà il ministero per i Rapporti con il Parlamento, ruolo ricoperto dai capigruppo, ma abbiamo deciso di avere un ministero delle Comunicazioni a presidio della libertà di informazione, con Giovanna Melandri. A proposito, le donne sono nove su ventuno, il 43%, quasi quanto il governo spagnolo di Zapatero».
Veltroni e Franceschini in mattinata sono saliti al Quirinale per presentare al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo shadow cabinet: “Abbiamo informato il capo dello Stato della nostra iniziativa politica per organizzare l’attività di opposizione attraverso il modello anglosassone”.

Veltroni ha inoltre annunciato che la prima riunione del governo ombra si terrà lunedì pomeriggio alle 17 e poi tornerà a riunirsi ogni settimana.
Il Partito democratico, accanto al “governo ombra”, avrà una nuova struttura che affiancherà il segretario Walter Veltroni: un coordinamento composto di dieci membri. Lo ha annunciato Dario Franceschini, spiegando che con la nascita del “governo ombra” cesserà di esistere l’esecutivo ma nasce un coordinamento di cui faranno parte Piero Fassino, Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta oltre allo stesso vicesegretario, a Goffredo Bettini, Antonello Soro e Anna Finocchiaro, Beppe Fioroni per il coordinamento organizzativo e a Paolo Gentiloni che coordinerà il settore comunicazione. Le decisioni prese verranno sottoposte alla direzione che si terrà il 16 maggio.

Veltorni ha ribadito la linea politica del partito: “Il Pd non aspira ad essere autosufficiente ma a raggiungere comunque delle dimensioni tali a far sì che esso sia il perno riformista di una possibile alleanza. Noi non siamo su una posizione di autosufficienza – ha spiegato – o su una che nega le alleanze. Ma qualsiasi alleanza deve avere un perno riformista che possa proporre un accordo programmatico, poi potranno nascere delle alleanze sia a livello locale che a livello nazionale”. In ogni caso, ha detto infine Veltroni, “non saranno più alleanze contro, ma alleanze su un programma sancito da un partito delle dimensioni del 33-34%”.

Per Fassino “si dimostra che il PD non intende arroccarsi in una opposizione sorda o cieca, ma incalzare ogni giorno il governo con progetti e proposte che partano dai problemi del Paese e offrano risposte alle aspettative degli italiani”.

Walter Veltroni nega ogni frizione con Massimo D’Alema e spiega perchè l’ex ministro degli Esteri non è entrato nel governo-ombra del Pd. «D’Alema ha detto di no perchè insieme abbiamo discusso del ruolo importante che lui deve svolgere -ha spiegato Veltroni- questa è una discussione che appassiona solo certi ambienti, io considero il lavoro della fondazione Italianieuropei un lavoro nell’interesse del Pd, di approfondimento. Ogni apporto di idee, anche critiche, è un arricchimento. D’Alema mi ha detto dall’inizio che voleva occuparsi di questo»

Iniziativa promossa anche da Antonio Di Pietro, presidente dell’Italia dei Valori: “Auguriamo al governo ombra di poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Ad esso assicuriamo il nostro appoggio e apporto costruttivo nel rispetto per l’alleanza e dell’impegno preso con gli elettori. L’Italia dei Valori prende atto con rispetto del governo ombra formato dal PD che, per le personalità chiamate a farne parte, all’evidenza, pare professionalmente più credibile e competente del governo Berlusconi”.