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Sicurezza, con il decreto non ci siamo. Presentate dal PD le proposte e gli emendamenti

Emendamenti e proposte per migliorare la sicurezza dei cittadini. La posizione del Partito Democratico è netta sui miglioramenti da effettuare al pacchetto sicurezza varato dal Governo Berlusconi: garantire sicurezza dei cittadini e la delicata questione dell’immigrazione. Per questo ha realizzato una serie di emendamenti e proposte da inserire nel decreto ora all’esame della Commissione Giustizia e Affari Costituzionali del Senato. Su questi temi il PD ha cercato, e continuerà a farlo, il confronto con la maggioranza, che dopo un’iniziale apertura, ora invece si è chiusa a riccio. Per questo il PD giudica deludente il lavoro svolto finora in aula da parte della maggioranza sulla conversione in legge del decreto sulla sicurezza. Quando prende la parola Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del PD, durante la conferenza stampa di presentazione delle proposte PD, non nasconde la propria amarezza di fronte alla ritrosia del Governo a farle rientrare nel disegno di legge.

“Sotto il profilo politico – ha dichiarato la senatrice – si registra una certa intransigenza da parte della maggioranza rispetto al confronto iniziale. Sicuramente è frustrato l’impegno prioritario e cioè rendere le misure più efficaci possibili”. La Finocchiaro ammette che da parte del Governo c’è stata un’acquisizione di alcune proposte PD specie per quanto riguarda l’identificazione dei clandestini, ma sul resto invece totale chiusura.
“Hanno detto – sottolinea la capogruppo dei senatori – che condividevano le proposte ma che andavano affrontate in altra sede”. In particolare la Finocchiaro fa riferimento agli emendamenti relativi alla sicurezza civile e ai reati interfamiliari, come ad esempio lo “stalking” , che rappresentano un fenomeno in ascesa.

“Una vera emergenza”, tiene a precisare Marco Minniti, ex vice ministro degli Interni nel Governo Prodi e ora ministro degli Interni nel Governo Ombra del PD, che oltre a denunciare l’escalation di questi crimini ribadisce il rifiuto del Governo ad inserire i relativi emendamenti del PD nel Disegno di legge. Totale rifiuto anche nei confronti di quegli emendamenti su chi lucra sull’immigrazione clandestina e quelle norme che puniscono lo sfruttamento del lavoro degli immigrati. Per il PD va garantita la sicurezza dei cittadini e la piena osservanza della legge, soprattutto assicurata la “ripulsa di quegli atteggiamenti di sfruttamento di chi vive già in condizione di estremo disagio”. E qui alcuni dei senatori ispiratori degli emendamenti e presenti in conferenza stampa, tra cui Enzo Bianco, Felice Casson, Gian Claudio Bressa, Silvia Della Monica e Lanfranco Tenaglia, fanno un distinguo fondamentale: nel testo del Governo per quanto riguarda l’immigrazione c’è l’aggravante della pena se si risiede illegalmente sul territorio. Al PD appare ingiustificata la disparità di trattamento e per questo presenterà una pregiudiziale di costituzionalità.

Per Enzo Bianco, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali, il giudizio è negativo sul decreto del Governo, a parte quelle norme riprese dal testo Amato, specie per quelle norme su cui il Governo è irremovibile come la confisca dei beni nel caso in cui si dia lavoro e ospitalità ad un immigrato senza permesso di soggiorno. “Ci vuole proporzione” – osserva Bianco citando l’esempio della signora anziana che ospita e dà lavoro alla bandante senza documenti. Bianco apprezza l’inserimento di molte delle norme contenute nel precedente pacchetto Amato e anche il coinvolgimento dei sindaci, ma è assolutamente contrario a quelle norme che vanno verso “l’effetto annuncio”. “C’è una ricerca ossessiva dell’effetto annuncio – ripete Bianco – su questioni delicate che invece richiedono confronto e responsabilità”. “E’ prevalsa finora – osserva il senatore del PD – la politica di chi alza la voce e mostra i muscoli”.

Un altro atteggiamento che non è piaciuto ai parlamentari del PD è stato quello sul “gratuito patrocinio” dei boss mafiosi. “La maggioranza ha bocciato un emendamento – ha spiegato il ministro della Giustizia del governo ombra, Lanfranco Tenaglia – che prevedeva di togliere il gratuito patrocinio ai boss mafiosi e un altro in cui si prevedeva di assumere nella P.A. i testimoni di giustizia, che sono costretti a cambiare vita e città per ciò che fanno a favore della giustizia. Si tratta di 67 persone in tutto”.

Per Felice Casson, capogruppo in Commissione Giustizia, la totale chiusura della maggioranza anche nei confronti di quelle norme come lo stalking, viene motivata perché sono considerate non attinenti alla sfera pubblica. “Un’assurdità – rileva Casson – perché la sicurezza pubblica non è a senso unico ma riguarda vari aspetti”.

Al di là del merito dei singoli emendamenti e del fatto che “tutti quelli che sono stati presentati in commissione, verranno ripresentati in Aula, la lettura politica che il PD dà dell’atteggiamento della maggioranza è chiara: “hanno fatto quadrato attorno al testo per coprire le loro divisioni interne”.

Insomma, secondo gli esponenti democratici, ci sarebbero, come dice Casson, “posizioni diverse fra i senatori di maggioranza” e così si spiega il “ricompattamento fatto ieri da Maroni e Alfano”.

Prova ne sia, ha aggiunto ancora Casson, la sospensione dei lavori di commissione per trovare un accordo sulla riformulazione dell’articolo che tratta degli affitti delle case ai clandestini. La maggioranza, come ha confermato tutti gli esponenti del PD, sta difendendo norme manifesto e proseguendo con la politica dell’annuncio, pensando erroneamente che mostrando i muscoli e alzando la voce si possano governare fenomeni complessi come l’immigrazione.

Anche Minniti giustifica la chiusura della maggioranza per nascondere in realtà le divisioni al suo interno. “Si tratta – ripete il ministro ombra dell’Interno – di proposte ragionevoli e più efficaci, che, se accolte, porterebbero la maggioranza a scompattarsi”.

Per Minniti il Governo ha mostrato una certa “presbiopia” anche sul terreno della sicurezza, specie su questioni come la violenza sulle donne, che richiedono invece misure urgenti proprio perché sono fenomeni criminali in forte ascesa. “Una chiusura politica ed ideologica – ha precisato Minniti – che impedisce di confrontarsi nel merito”

Per la Finocchiaro è emersa ancora una volta la fragilità della maggioranza che dimostra di essere un “partito del manifesto”, mentre per Tenaglia, ministro ombra della Giustizia, “la maggioranza difende i totem ideologici non rendendosi conto che le norme che propone sono inapplicabili”

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