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Come in Libano?

Nelle città di ogni paese civile è la polizia a pattugliare le strade. In Italia invece no, saranno i militari a farlo, anche se l’esercito è assolutamente inadatto al compito che dovrà svolgere. Lo dico con rammarico: è la prima volta nella storia repubblicana che si arriva ad impiegare il nostro esercito per delle funzioni di ordine pubblico. Neppure durante gli anni di piombo si arrivò a tanto.
Valerio Pieroni da PdNetwork

L’esercito nelle strade. Ecco la soluzione che il governo di destra ha deciso di mettere in campo per risolvere l’emergenza sicurezza nel nostro Paese. Un’emergenza che, è doveroso ricordarlo, se in parte corrisponde davvero alle preoccupazioni e alle ansie della popolazione, in altra consistente parte è stata la stessa demagogica campagna della paura architettata dalla destra a creare. Il ministro leghista dell’Interno Roberto Maroni potrà quindi contare su 2.500 uomini dell’Esercito, messi a disposizione dal collega Ignazio La Russa, titolare della Difesa, per operazioni congiunte di “pattugliamento e perlustrazione nelle città e nelle aree metropolitane”. Lo stesso La Russa ha assicurato che il periodo di utilizzo dei nostri militari nelle città sarà limitato a un anno.

Dodici mesi di militarizzazione del territorio. L’Italia entra così nel gruppo ristretto dei Paesi in cui l’Esercito affianca e sostituisce le Forze dell’ordine in quei compiti per i quali le seconde, a differenza dei soldati, sono state addestrate. Diversamente da Paesi come la Colombia (citata come esempio dal ministro ombra Sergio Chiamparino, poi riciclato dal leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro) o come il Libano (come invece ci ha fatto notare Vario Pieroni da PdNetwork), in Italia non c’è, fino a prova contraria, nessuna guerra civile in corso e neppure squadroni di terroristi nascosti nelle campagne, che minacciano costantemente la sicurezza dello Stato e dei cittadini. Se di guerra si può parlare, l’unica reale è quella che la camorra, la mafia e la ‘ndrangheta hanno dichiarato alle istituzioni democratiche e contro la quale le misure adottate nell’ormai celebre “pacchetto sicurezza” rispondono a precise proposte di legge recanti la firma del Partito Democratico.

Ma tant’è. Niente esercito a Scampia. Niente esercito a San Luca. Niente esercito a Corleone, dove il figlio di Totò Riina passeggia indisturbato a offrire caffé agli amici dopo essere uscito dal carcere. No, l’esercito dovrà essere schierato sotto le case della gente. Nelle città d’arte, nei quartieri popolari così come in quelli più residenziali. Servirà a qualcosa militarizzare le nostre città? Servirà a qualcosa continuare a cavalcare le paure della gente? Servirà a qualcosa diffondere un clima di terrore anche laddove il terrore non esiste? Avere i soldati nelle strade può significare più serenità peri cittadini? Secondo noi no.

Emblematico il commento del segretario del PD Walter Veltroni: “La decisione del governo di usare l’esercito nelle città italiane è sbagliata. Il tema della sicurezza è questione troppo delicato per essere affrontato solamente con annunci ad effetto che tra l’altro danno una immagine catastrofica del paese contribuendo a mortificare l’ottimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine. La questione fondamentale è garantire la certezza della pena assicurando, nel contempo, alle stesse forze dell’ordine gli strumenti e le risorse necessarie per svolgere al meglio la loro preziosa opera in difesa dei cittadini”.

Il tema è stato affrontato anche dai ministri ombra di Interno e Difesa, Marco Minniti e Roberta Pinotti, che in una nota congiunta hanno ricordato come “neanche nei momenti più difficili della storia della nostra democrazia si è pensato di utilizzare l’esercito con funzioni di ordine pubblico nelle grandi città italiane. L’idea di utilizzare per la pubblica sicurezza un esercito totalmente professionale, addestrato per fare ben altre ed importanti cose, rischia di produrre una pericolosa confusione di ruoli e di funzioni. Vi è il pericolo di trasmettere l’idea di un paese non in grado di garantire per via ordinaria, impegnando le forze di polizia a tale scopo preposte, la sicurezza dei cittadini. E’ un atto che mette in imbarazzo le stesse forze di polizia, che non è certo il migliore biglietto da visita per il nostro Paese. Ci si muove – concludono – ancora in una logica puramente emergenziale non comprendendo che il tema della sicurezza ha bisogno di scelte strutturali che durino nel tempo. Una politica di sicurezza non si costruisce con un susseguirsi di annunci spesso contraddittori gli uni con gli altri. Insomma non si capisce che puntare sulla paura può servire anche a vincere le elezioni ma non a governare una grande democrazia occidentale”.

La questione sicurezza, e in particolare le misure messe in campo dal governo, hanno stimolato una straordinaria discussione tra gli utenti del nostro PdNetwork. I toni usati dai nostri lettori sono comprensibilmente allarmanti e testimoniano una crescente preoccupazione per il grado di “interventismo” che l’esecutivo ha deciso di adoperare e che viene incarnato nella decisione senza precedenti di ricorrere all’uso dell’esercito per pattugliare le strade delle nostre città.

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