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“Rumeno ucciso dai datori di lavoro per intascare una maxi-polizza”, di Giuseppe Vittori

Abbiamo parlato più volte in questo sito di informazione. Informazione che ogni tanto pecca di “disinformazione”, un meccanismo perverso che preferisce non pubblicare notizie o accadimenti che non sono in sintonia con il sentire del Paese. Insomma una informazione che si piega alle dinamiche del “consumo”. Ne è un esempio la notizia  che pubblichiamo,  ripresa solo da uno o due giornali, che, invece, avrebbe dovuto far riflettere non solo gli italiani ma anche chi introduce le ronde e l’esercito in nome di un procurato allarme.

“Ci pensavano da un anno. Come risolvere i problemi economici dell’azienda? Come succede nei film. «Stipuliamo una polizza sulla vita di cui siamo beneficiari e poi facciamo fuori l’intestatario». Ci hanno pensato un anno. E poi hanno trovato la vittima idea-
le: l’unico dipendente che avevano, l’unico autotrasportatore di questa ditta di autotrasporti di Verona, in nero naturalmente, e cittadino romeno. Praticamente lo hanno costretto: «Se vuoi essere regolarizzato devi stipulare questa polizza sulla vita». E un mese dopo, come da piano, lo hanno fatto fuori.
Non ci hanno messo poi tanto, molto meno di quanto i coniugi Volpe sperassero, i carabinieri a scoprire l’inguacchio. Quando hanno trovato il cadavere di Adrian Kosmin, 28 anni, hanno capito subito che c’era qualcosa che non funzionava. Ma come, uno decide di suicidarsi dandosi fuoco in un’automobile e resta pure con la cintura di sicurezza allacciata? Le analisi tossicologiche hanno fatto il resto: Adrian era morto (o svenuto) molto, ma molto prima. E grazie a una dose da cavallo di sonniferi. E poi Adrian, che è chiaro come il sole che non aveva sospettato nulla, aveva pure commesso un altro pasticcio: raccontare la storia della polizza e l’insistenza di questi strani datori di lavoro a suo padre che vive a Ladispoli, vicino Roma. Così quando i carabinieri sono andati a cercare i parenti di questo povero giovane trovato carbonizzato in una stradina poco distante dal casello di Affi, sull’A22, hanno capito dove andare a cercare.
Tancredi Valerio Volpe, di 34 anni e sua moglie Cristina Nervo di 31 sono stati arrestati ieri con l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. In caserma, durante l’interrogatorio, c’è stata pure qualche mezza ammissione. Erano dodici mesi che cercavano di convincerlo. L’azienda negli ultimi tempi era in cattive condizioni economiche e la coppia aveva prospettato a Kosmin di «sparire in qualche modo per poi intascare l’assicurazione e dividere a metà il premio». Volpe ha ammesso quasi subito l’esistenza di una polizza stipulata soltanto un mese fa. Era stata accesa presso un’agenzia di Isola della Scala. Beneficiaria Caterina Volpe e prevedeva il pagamento di 900mila euro, il premio semestrale da versare era di 644 euro. La sera del 7 giugno Adrian Kosmin è stato invitato a casa dei coniugi, a Vigasio, con la promessa del pagamento di un arretrato di 600 euro. Il romeno è stato invece narcotizzato con una potente dose di sonnifero, forse letale, e poi caricato sulla sua auto da Volpe che, seguito dalla compagna con una Bmw, si è recato a Cavaion nelle vicinanze del casello di Affi, accanto all’A22. La circostanza è confermata dal ritrovamento, durante la perquisizione nella casa della coppia, di una scatola con le pastiglie di sonnifero, acquistato a Bitonto paese d’origine di Volpe, e una tazzina ancora sporca. Quando l’auto ha preso fuoco Adrian Kosmin era già morto o completamente privo di sensi; per questo nei suoi polmoni non sarebbero state trovate tracce di fumo.Era solo l’inizio di un piano studiato in grande? Potrebbe anche essere. I carabinieri di Caprino hanno scoperto l’esistenza di altre due polizze vita intestate ad un ex socio della ditta e a un ex dipendente, romeno come la vittima.”

di Giuseppe Vittori L’unità 11 giugno 2008

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