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Un governo in emergenza

Non ci sono più dubbi: il governo è in stato confusionale. La vera emergenza che sta attanagliando il Paese è rappresentata dall’inadeguatezza di questo esecutivo che non ha ancora capito che la campagna elettorale è finita e che con gli slogan e i proclami non si governa un paese moderno, una democrazia occidentale, come è l’Italia. Nell’ultima settimana ne abbiamo viste e sentite veramente di tutti i colori. Ripercorriamo brevemente gli atti e le parole che stanno progressivamente discreditando il governo Berlusconi IV agli occhi della gente.

L’ultimo disastro, in ordine cronologico, è lagato alla questione precarietà, il dramma più grande e ingiusto che colpisce le gioani generazioni. Ebbene, per il governo non è così, almeno a giudicare dalle mosse che sta mettendo in campo. La manovra appena approdata in Senato contiene infatti una misura che, una volta diventata legge, renderà “permanente” la loro condizione dei precari. Un emendamento del governo, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera e recepito dal maxiemendamento, preclude in sostanza ai lavoratori precari la possibilità di ottenere dal magistrato la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro. Finora il giudice, che riscontrava irregolarità sul ricorso ad uno o più contratti a termine, poteva obbligare il datore di lavoro a riammettere in servizio il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato. Ma non sarà più così. Netta e durissima la reazione del Partito Democratico, affidata alle parole di Cesare Damiano, Achille Passoni e Marianna Madia: “Sarebbero queste le politiche di sinistra del governo? Si vergognino, stanno giocando con il futuro dei giovani. E’ inaccettabile”

Come detto, però, questo è solo l’ultimo capitolo di una saga nella quale i colpi di scena si stanno susseguendo giorno dopo giorno. E a farne le spese sono i cittadini italiani.

Schiavi di Roma? Toh, un bel dito medio all’inno nazionale
E’ invece domenica quando il ministro delle Riforme per il Federalismo Umberto Bossi decide che è giunto il momento di sfoderare il suo peggior repertorio. Al Congresso della Liga Veneta, il senatùr dà il meglio di sé: “Noi schiavi di Roma? Toh”, e giù un bel dito medio in segno di offesa alle “canaglie centraliste e allo stato fascista”. Non contento, si scaglia contro i professori provenienti dal sud Italia: “In Padania solo professori padani”. Rammentiamo a tutti che Bossi, più o meno tre mesi fa – e purtroppo non era la prima volta – giurava da ministro sulla Costituzione italiana.

Fini: “Rispetto per l’Italia”. Bossi: “Era meglio se stava zitto”
Il giorno dopo lo show bossiano va in scena lo spettacolo del battibecco soffocato. Il presidente della Camera Gianfranco Fini interviene in Aula a difesa “dell’inno nazionale, dei simboli del Paese e dei cittadini italiani tutti, senza distinzione” e così fa il presidente del Senato Renato Schifani. In tutta risposta il capogruppo della Lega Nord alla Camera Roberto Cota difende a spada tratta il suo “condottiero” e lo stesso Bossi recapita il seguente messaggio all’alleato Fini: “Era meglio se tacevi”. Fini si tace. Berlusconi: “Alleanza indissolubile”

Approvato lodo Alfano. Finocchiaro: “Non vogliono limiti al potere di Berlusconi”
171 sono stati i voti favorevoli. I contrari sono stati 128, gli astenuti 6, tra cui il senatore a vita Emilio Colombo. Il lodo Alfano, legge che non ha eguali in nessuna altra democrazia occidentale, passa al Senato. Il PD ha votato contro e ha respinto gli inviti al dialogo. Per Anna Finocchiaro è evidente “l’intenzione della maggioranza è costruire un sovrano senza limiti”. Per Berlusconi, “giustizia è fatta, è la fine di una persecuzione”. Verrebbe da dire, oltre al danno la beffa…

Reato di clandestinità e militari nelle città, via libera al “pasticcio sicurezza”
Ancora l’Aula del Senato è teatro dell’approvazione del pacchetto sicurezza. Con 161 voti a favore e 120 contrari (PD e Idv), l’Aula di Palazzo Madama ha approvato il provvedimento. Gli astenuti sono stati 8, tra questi i senatori dell’Udc. Anche in questo caso, grande attenzione alle misure spot. Se infatti il pacchetto riprende molte delle misure previste in quello proposto da Amato durante la scorsa legislatura, il condimento che ne fa l’attuale maggioranza lo rende un pasticcio con derive autoritarie, xenofobe, demagogiche e populistiche. In particolare fa rabbrividire l’idea di punire la condizione di clandestinità – a prescindere dalle azioni – e la decisione di schierare l’esercito nelle strade e nei quartieri delle nostre città. Neanche fossimo in Libano o in Colombia. E sullo sfondo rimane la proposta del ministro Maroni di schedatura dei bimbi rom tramite rilevamento delle impronte digitali. E la Lega esulta: è “un giorno di festa”. Ma per chi?

Passa la manovra depressiva di Tremonti e Berlusconi
Il fiore all’occhiello di questo inizio legislatura è sicuramente la manovra finanziaria triennale approvata in nove minuti dal governo. Mentre il ministro dell’Economia agita lo spauracchio della crisi del ’29, non mette in campo neppure una misura anticiclica. Solo provvedimenti che starebbero meglio su un manifesto elettorale, come la Robin Tax (con la quale, per la prima volta nella storia, l’eroe inglese ruberà ai poveri per dare ai ricchi) e la carta per la spesa. Dentro, invece, assolutamente niente, anzi. La pressione fiscale – che doveva diminuire di tre punti percentuali – non solo non diminuisce ma aumenterà nel 2010. Gli investimenti vengono decurtati. L’asticella contro il lavoro nero e l’evasione fiscale viene abbassata. Vengono apportati inaccettabili tagli a settori decisivi come sanità, istruzione e sicurezza. Nessun intervento su caro prezzi, salari, stipendi e pensioni. Oltre a tutto questo, il Parlamento viene svuotato di ogni suo ruolo. A questo punto ci si chiede: ma Tremonti non poteva ragionarci un po’ più di nove minuti prima di condannare l’Italia a un futuro drammatico?

“Sul nucleare si va avanti”. Parola di Scajola, che fa finta di non vedere
Non bastano i ripetuti incidenti verificatisi presso gli stabilimenti della vicina Francia, ultimo quello di Tricatin, dove centinaia di lavoratori sono a rischio contaminazione. No, sono solo allarmismi enfatizzati. Lo dice il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. “Su questi episodi mi pare ci sia stata un’enfatizzazione eccessiva tutti, questi episodi sono sotto il livello minimo di pericolo”. Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella commissione Ambiente, risponde così: “La posizione di Claudio Scajola è ideologica. Come ci sono gli oltranzisti del no pregiudiziale all’energia nucleare, così il ministro dello Sviluppo economico si arruola tra gli oltranzisti del sì a prescindere”.

Alitalia, telenovela senza fine. E i lavoratori ve li siete dimenticati
La pantomima Alitalia prosegue. E dopo aver fatto saltare in campagna elettorale l’accordo con Air France, che avrebbe previsto 2mila esuberi, molti dei quali sarebbero stati condotti alla pensione, il governo non sa dove andare a sbattere la testa. La famosa cordata promessa da Berlusconi per recuperare qualche voto in più non si vede. Banca Intesa, incaricata di sondare il terreno, è alla disperata ricerca di imprenditori credibili, dato che il premier non li riesce a trovare. In settimana Repubblica annunciava la nascita della cordata, La Stampa smentiva. Comunque si sarebbe trattato di un’operazione da 700 milioni di euro – un po’ pochini – destinata a creare esuberi nell’ordine di decine di migliaia di lavoratori. La storia continua. Il cinismo messo in campo da Berlusconi in campagna elettorale si sta ripercuotendo su migliaia di famiglie.

Immigrazione, proclamato lo stato di emergenza nazionale
Con un provvedimento del Consiglio dei ministri, viene proclamato lo stato di emergenza nazionale per l’immigrazione clandestina, estendendo di fatto lo status dalle tre regioni maggiormente coinvolte negli sbarchi (Puglia, Calabria e Sicilia) a tutto il Paese. Un provvedimento che Rosy Bindi commenta così: “Il governo ci portando dentro a un clima da stato di polizia. Di emergenza in emergenza, continuano ad alimentare la paura anziché risolvere i problemi. Dopo la blindatura della giustizia con l’immunità per il capo del governo e dopo la militarizzazione dei cassonetti e della manovra Finanziaria, ecco lo stato di emergenza in tutto il paese per gli immigrati. Ma – si domanda la vicepresidente della Camera – dove sono le masse di clandestini che premono alle porte delle nostre città? E quali sono i rischi per l’ordine pubblico? La realtà per questo governo non conta. Conta invece l’effetto degli annunci che servono a giustificare un clima da Stato di polizia, più o meno palese. Si crea l’illusione che gli immigrati siano il problema numero uno, dimenticando il contributo di tanti lavoratori extracomunitari, e copre così l’incapacità di rispondere alle difficoltà economiche e sociali di milioni di famiglie”.
S.C.

da www.partitodemocratico.it

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