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I troppi “conflitti congelati” del Caucaso

Difficile dire come andrà a finire. Lo scorso 7 agosto è scoppiata la guerra fra Georgia e Russia sulla questione della regione indipendentista di confine, l’Ossezia del Sud.
Un numero imprecisato di morti (decine secondo i georgiani, centinaia secondo i russi), centomila sfollati, città in macerie è quello che, a oggi, ci è dato sapere sul conflitto.
Ma il pericolo è che ci sia un allargamento a tutta l’area che va dal Mar Nero al Caucaso.
Con l’avvio di un’offensiva da parte dell’Abkhazia, il conflitto tra Georgia e la regione separatista dell’Ossezia del sud – appoggiata da Mosca – rischia di allargarsi ad un nuovo fronte. Ma nella regione del Caucaso sono molti i cosiddetti “conflitti congelati”, che minacciano di prendere nuovamente fuoco sulla scia del conflitto in Georgia. Di seguito le situazioni più delicate nel Caucaso settentrionale (russo) e nel Grande Caucaso.

– DAGHESTAN
La più grande repubblica del Caucaso russo a maggioranza mussulmana. È stata teatro dal 1999 di attacchi e attentati da parte dei ribelli ceceni – guidati all’epoca da Shamil Basaiev – che hanno provocato centinaia di morti e hanno portato alla seconda campagna militare russa in Cecenia. Attacchi contro polizia e autorità restano frequenti nella regione.

– CECENIA
La Cecenia ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza nel novembre 1991, appena prima dello scioglimento dell’Urss. Nel 1994, Boris Eltsin mandò inviò l’esercito , incassando una bruciante sconfitta. L’accordo di Kassaviurt che mise fine a 21 mesi di guerra con più di 50mila morti, gela la situazione. Sull’onda di attentati in Russia e operazioni nel Caucaso in nome dell’islam, a fine 1999 le forze russe tornano in Cecenia per un’operazione anti-terrorismo che sfocia in nuiovi anni di guerra. Un conflitto accompagnato da blitz terroristici, come la tragedia dei bambini di Beslan nel 2004 (Ossezia del Nord) – 331 morti – e come l’uccisione di tutti gli ostaggi (130) del teatro della Dubrovka a Mosca nel 2002. La fine dell’operazione anti-terrorismo russa è stata annunaciata nel gennaio 2006 dall’allora presidente Vladimir Putin. La regione ha intrapreso la via della normalizzazione, anche se non mancano tensioni e minacce da parte dei terroristi ceceni. L’ex capo-guerriglia Ramzan Kadyrov e poi comandante degli ‘squadronì che hanno terrorizzato per anni la Cecenia è diventato presidente della piccola repubblica caucasica nell’aprile 2007, dopo l’assassinio di suo padre nel maggio 2004, il presidente Akhmad Kadyrov.

– INGUSCEZIA
Repubblica confinante con la Cecenia, è una delle regioni più povere della Russia. È stata coinvolta nel conflitto tra Mosca e gli indipendentisti ceceni che hanno più volte organizzato attentati e attacchi contro forze dell’ordine e autorità russe.

– OSSEZIA DEL NORD
Mentre l’Ossezia del sud rientra nel quadro territoriale della Georgia, l’Ossezia del nord invece è parte integrante della Federazione russa e ospita la maggior parte delle basi militari russe nella regione del Caucaso. Anche l’Ossezia del nord è stata suo malgrado coinvolta e vittima del conflitto tra la Russia e la Cecenia, con la tragedia del 2004 dei bambini di Beslan. Gli osseti accusano la minoranza musulmana inguscia di alimentare il terrorismo nella regione. La richiesta sud-osseta di riunione con il Nord non raccoglie molto favore, poichè l’unificazione metterebbe a repentaglio delicati equilibri etnici e territoriali tra i due popoli osseti.

– ABKHAZIA
Nel 1992 la regione georgiana sulle rive del Mar Nero ha proclamato la propria indipendenza unilateralmente, forte dell’appoggio di Mosca. Il conflitto armato scoppiato allora con Tbilisi ha provocato migliaia di morti. La pace nella repubblica separatista è mantenuta dalla presenza dei soldati russi. Gli abkhazi hanno promesso di aiutare l’Ossezia del sud in caso di conflitto con la Georgia e oggi lanciato un’operazione militare contro i georgiani nelle Gole di Kodori, prospettando l’allargamento de facto del conflitto oltre i confini osseti.

– NAGORNO-KARABAKH
Enclave a maggioranza armena incastonata nel territorio dell’Azerbaigian. Teatro di un conflitto che ha insanguinato la regione nei primi anni ’90 dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica. Dopo il cessate il fuoco del 1994 resta sotto controllo degli armeni. Incidenti e attentati tra le forze armene e azere si susseguono da allora. Negli ultimi mesi tra Azerbaigian e Armenia si è verificata un’escalation di minacce, probabilmente dovuta al clima elettorale in entrambi i Paesi, ma comunque motivo di forte preoccupazione in Occidente.