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Decreto Gelmini approvato, Veltroni: “Referendum abrogativo”

Il decreto Gelmini è legge. Il dl 137/2008 è stato infatti approvato dal Senato con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. Senza aver ascoltato l’opposizione né il mondo della scuola il governo ha deciso il ritorno dal 2009-2010 del maestro unico alle elementari, il ripristino del voto in condotta che farà media con quelli conseguiti nelle altre materie. Sorda alle proteste Maria Stella Gelmini afferma che si torna “alla scuola della serietà, del merito e dell’educazione”. E nel giro di poche ore l’opposizione annuncia battaglia e referendum, mentre gli studenti che già protestano vengono picchiati da estremisti di destra.

A piazza Navona, ci sono scontri tra studenti di destra del Blocco Studentesco e manifestanti dell’Unione degli Studenti. I ragazzi promettono: “Continueremo la nostra lotta nelle Università e nelle scuole” e sotto Palazzo Madama vengono raggiunti, dopo il voto, da tutti i 119 parlamentari democratici.
Poche ore e il segretario del PD, Walter Veltroni, convoca una conferenza stampa per annunciare che il partito promuoverà il referendum abrogativo: “Il governo non ha voluto ascoltare nessuno di quanti chiedevano il ritiro del decreto ed ha anche rifiutato il confronto con il mondo della scuola, la maggioranza del quale è critico verso decreto”.

Il silenzio della Gelmini. Clima acceso a Palazzo Madama in Aula durante le dichiarazioni di voto. La capogruppo PD Anna Finocchiaro si è rivolta direttamente alla Gelmini nel suo intervento. “Il suo silenzio è indifferente e opaco. Alle domande lei non risponde. Di queste giornate colpisce il disprezzo per le ragioni degli altri”. Affonda il colpo la Finocchiaro: “Pensate che approvando questo decreto finisca qui. Non è così”. Un avvertimento alla maggioranza, accolto dai colleghi del partito, tutti in piedi, con un lungo applauso.

Dopo gli scontri l’ex prefetto e senatore Pd Achille Serra è molto preoccupato: “Oggi nessuno parla con quei giovani. Sinceramente sentir chiamare i ragazzi che manifestano in piazza ‘giovani ragazzacci dell’università’ mi preoccupa molto. Ma chiedo con forza agli esponenti della maggioranza, del Pd e dell’Idv di parlare, per una volta, la stessa lingua: la piazza va immediatamente rasserenata.
Non faccio parallelismi tra la situazione attuale e quella del ’68. Ma oggi, come allora, manca il dialogo. Chiedo un reale tentativo comune di rasserenare la piazza e al Ministro dell’interno Roberto Maroni di venire in Senato a spiegare cosa è accaduto. Conoscendolo, sono sicuro che non avrà difficoltà ad essere personalmente presente”. Durante il suo intervento in Senato Serra non manca di esprimere “solidarietà a tutte le Forze dell’ordine, in particolare a quelle che da giorni stanno presidiando il Senato giorno e notte soprattutto dopo il forte nubifragio che si è abbattuto sulla Capitale la scorsa notte”.
E’ Pina Picierno, ministro ombra delle Politiche Giovanili a condannare con forza gli scontri e ad associarsi alla richiesta di “fare immediata chiarezza sull’episodio. Non vorremmo che persone del tutto estranee alla pacifica protesta degli studenti si fossero nfiltrate ad arte per alimentare tensione e violenze che nulla hanno a che
vedere con il clima pacifico che fino ad oggi ha caratterizzato le manifestazioni.
Stupisce poi che esponenti del centrodestra, senza disporre di elementi precisi, si siano affrettati a stabilire una inaccettabile connessione tra gli scontri e la normale e democratica dialettica delle opposizioni”. Insomma l’impresisone è che il governo soffi sul fuoco per associare la 137/2008 all’ordine e le contestazioni agli scontri di piazza.

La manica larga. Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non trova di meglio da fare che attaccare l’opposizione: “Spiace che i manifestanti siano stati presi in giro, perché evidentemente è una truffa che si è combinata alle loro spalle”. E riferendosi alle proteste degli studenti, il premier si è anche detto convinto che il governo sia stato “di manica larga. Abbiamo detto: manifestate come volete, dove volete, ma non potete impedire a chi vuole studiare e a chi vuole insegnare di esercitare il proprio diritto”.
La scelta di usare i toni dello scontro, dell’insulto e della polemica con dichiarazioni sprezzanti e aggressive è contestato da Giuseppe Fioroni. L’ex ministro PD della pubblica istruzione nota come così “non si rimedia ai danni già fatti al sistema scolastico italiano, ma piuttosto si evidenzia quanto tutto il centrodestra in queste ore abbia perso il contatto con la realtà e si autocompiaccia in solitudine”. Berlusconi ha già annunciato revisioni della legge sulla scuola privata ma per il responsabile dell’area Organizzazione del c’è un’unica strada per correggerla: “Rendersi conto che 8 miliardi e mezzo di tagli sono insostenibili e inaccettabili. Ora servirebbe soprattutto senso di responsabilità e più rispetto degli  studenti, dei cittadini, delle famiglie e degli insegnanti: governare non significa solo comandare e gestire potere ma anche ascoltare”.

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