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Discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011. Emendamenti a firma On. Ghizzoni

Riportiamo di seguito gli interventi di oggi alla Camera dei Deputati dell’On. Ghizzoni per illustrare quattro emendamenti in favore delle istituzioni che fanno parte del sistema dell’alta formazione artistica musicale e coreutica  (conservatori, accademie di arte drammatica, accademie di danza, ecc.) e degli istituti, enti, associazioni e fondazioni culturali.

Signor Presidente, desidero illustrare brevemente l’emendamento Tab.2.6 e il successivo Tab.2.7, a mia prima firma, che è strettamente connesso al primo.
I due emendamenti intendono potenziare il finanziamento per il funzionamento e gli investimenti delle istituzioni appartenenti al sistema dell’alta formazione artistica musicale, che raccoglie le accademie nazionali di arte drammatica e di danza, le accademie di belle arti statali e quelle legalmente riconosciute, gli istituti superiori per le industrie di arti grafiche, i conservatori di musica e gli istituti musicali pareggiati.
Sono meravigliata per l’espressione del parere contrario a questi emendamenti, che è contraddittorio rispetto all’accoglimento di un ordine del giorno, da me presentato in sede di conversione in legge del cosiddetto decreto taglia ICI. Ricordo che in quell’occasione il Governo accolse come raccomandazione l’impegno a potenziare il sistema dell’AFAM, anche attraverso lo stanziamento di fondi aggiuntivi.
Signor Presidente, quale momento più opportuno, quale occasione più appropriata per ottemperare a questo impegno se non l’approvazione del disegno di legge di bilancio per il 2009? A noi pare ancora più opportuno, soprattutto alla luce del fatto che il cosiddetto decreto taglia ICI ha sostanzialmente azzerato le risorse aggiuntive previste in favore di queste istituzioni di alta cultura, tutelate dalla Costituzione, previste dalla legge finanziaria per il 2008.
Sono evidenti le conseguenze negative di questi tagli indiscriminati, perché in questo modo il sistema dell’AFAM sarà impossibilitato ad attuare i previsti interventi per il miglioramento dell’offerta formativa, per la formazione e l’aggiornamento del personale, per l’attivazione di contratti di collaborazione e per nuovi insegnamenti connessi alla riforma, vale a dire interventi di adeguamento del sistema AFAM alle prescrizioni previste dalla legge n. 508 del 1999.
Credo che un segnale di attenzione sia finalmente giunto alle istituzioni di alta cultura nel Consiglio dei Ministri di giovedì scorso, che ha approvato l’assunzione di 110 per il sistema dell’AFAM, ma per far fronte contemporaneamente alle esigenze didattiche e culturali dell’anno accademico 2008-2009 è necessario dare risorse aggiuntive e, quindi, approvare questi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

 

Signor Presidente, desidero illustrare l’emendamento Tab.2.8 insieme all’emendamento Tab.2.10, a mia prima firma, perché è strettamente connesso al primo.
Prima di entrare nel merito del contenuto dell’emendamento – siamo nell’ambito dei beni culturali – desidero ricordare all’Aula, e in particolare ai colleghi della maggioranza, che grazie a questa manovra l’incidenza percentuale, sul totale generale del bilancio dello Stato, del Ministero per i beni e le attività culturali è pari allo 0,3 per cento, a fronte dello 0,4 per cento del 2008. In un anno, quindi, per questo Ministero abbiamo tagliato risorse pari allo 0,1 per cento.
Il nostro Paese, culla d’arte e di cultura, non merita certo una tale colpevole disattenzione e credo che il Governo debba fare di più. Voglio anche ricordare a quest’Aula che in occasione della presentazione delle linee programmatiche del proprio Dicastero, il Ministro Bondi ha chiesto ai componenti della VII Commissione (a tutti i componenti, sia di maggioranza, sia di opposizione) un aiuto affinché non venissero sottratte risorse al Ministero per i beni e le attività culturali.
Signor Presidente, abbiamo accolto quell’appello accorato rivolto nella VII Commissione, ora il Governo e la maggioranza devono fare la loro parte. E possono farla accogliendo i miei due emendamenti Tab.2.8 e Tab.2.10, che hanno l’obiettivo di riportare le risorse destinate alle istituzioni culturali, secondo il dettato della legge n. 534 del 1996, al livello della precedente finanziaria, ovvero al livello di quest’anno. Gli effetti del bilancio in discussione sono, infatti, pesantissimi sui due capitoli 3670 e 3671, poiché le risorse messe a disposizione sono state decurtate di una percentuale che oscilla tra il 40 e il 50 per cento.
È facile comprendere, quindi, l’effetto che avranno questi tagli sul funzionamento di istituzioni prestigiosissime, anche a livello internazionale. Signor Presidente, l’elenco è molto lungo, tuttavia credo che valga la pena ricordare che tra le istituzioni che beneficiano di queste risorse vi sono l’Accademia nazionale di Santa Cecilia, la Giunta centrale per gli istituti storici, l’Istituto nazionale di archeologia e storiaPag. 153dell’arte, l’Istituto storico italiano per il Medioevo, la Società geografica italiana, l’Accademia della Crusca e molti altri. Si tratta di istituti che possiedono patrimoni documentali e bibliografici di straordinario valore scientifico, svolgono un’intensa attività di ricerca e costituiscono un pilastro della cultura italiana.
Con la consapevolezza di questo valore, nella finanziaria per l’anno 2008, l’ultima del Governo Prodi, furono destinati più di 3 milioni di euro aggiuntivi per il sostegno della loro attività. Con il bilancio in parola le risorse, in particolare nel capitolo 3671, sono state praticamente dimezzate.
Signor Presidente, se non vi è un ripensamento sui contenuti dei due emendamenti da noi proposti, per molte delle istituzioni (non solo quelle che ho citato) non vi sarà altra strada che quella della chiusura o dell’interruzione della loro attività. Vi chiedo, dunque, di non chiudere le porte alla cultura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il Parlamento ha votato contro e ha  respinto gli emendamenti