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“Università, protesta anche all’estero. L’Onda si diffonde in Europa”, di Mauro Mufanò

A poche ore dalla grande manifestazione di Roma contro la legge Gelmini, anche gli studenti italiani all’estero sono pronti alla mobilitazione. I tanti aderenti ai progetti Erasmus e Leonardo, che prevedono un periodo di studio nelle Università europee, e i titolari di borse di dottorato momentaneamente fuori sede, non hanno intenzione di far mancare il loro supporto alla protesta contro i tagli previsti dal governo su scuola e università.

Gli studenti italiani all’estero sono presenti in gruppi più o meno numerosi negli istituti di mezza Europa: dalle grandi capitali come Londra, Parigi e Madrid fino ai centri più piccoli. La voglia di far sentire la propria voce anche fuori dai confini nazionali, puntando anche a sensibilizzare i ricercatori stranieri, è un elemento presente sin dall’inizio della protesta come dimostrano i blog e le petizioni rivolte a chi è in un altro paese, o i testi tradotti in inglese per essere fruiti dal pubblico più vasto possibile. Negli ultimi giorni però la mobilitazione degli Erasmus si è fatta notare anche per azioni clamorose, come l’incursione al consolato italiano di Londra del 7 novembre scorso, durante la quale una ventina di studenti ha esposto gli striscioni “We won’t pay for your crisis” e “European Anomalus Wave”.

In occasione della manifestazione del 14 novembre, in tutti i centri più importanti del continente, sono comparsi su base locale piccoli comitati e collettivi per organizzare le proteste, quasi tutti presenti e raggiungibili tramite Facebook. Sul sito di social networking si possono trovare decine di gruppi divisi per città: Berlino, Londra, Valencia, Siviglia, Parigi (che ha anche un blog), Lisbona, Madrid, Copenaghen, Murcia, Lione e Bruxelles sono solo alcuni esempi. Proprio sulle loro pagine di Facebook, che radunano ognuna svariate decine di aderenti, si può leggere il programma per venerdì. Si scopre così che diverse centinaia di studenti daranno vita a manifestazioni e sit-in davanti alle ambasciate e ai consolati di tutta Europa, noleggiando pullman (come gli studenti di Murcia), o arrangiandosi con i treni (come nel caso di quelli di Maastricht) per raggiungere le sedi diplomatiche.
La protesta dell’Onda di Erasmus e dottorati condivide toni e finalità con quella italiana, mentre sono diversi i problemi di tipo organizzativo e legale. Tra le discussioni non sono rare le domande sulle leggi vigenti nei paesi ospitanti e sono gli stessi utenti a ricordare che in Spagna il diritto di assemblea senza autorizzazione è garantito fino alle 20 persone a condizione che non vengano interrotti i servizi pubblici o che in Portogallo le autorità possono chiedere 100 metri di distanza tra la manifestazione e il consolato per motivi di sicurezza. Dubbi e incertezze che non fermano però l’Onda Anomala, neppure in Europa.

La Repubblica, 13 novembre 2008

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