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Sul supermanager Bondi fa marcia indietro, di Francesco Erbani

Subissato dalle proteste, il provvedimento sui musei verrà riscritto

Sul supermanager il ministro Sandro Bondi ha innestato la marcia indietro. Il provvedimento che istituisce la nuova Direzione generale per la valorizzazione e i musei era atteso ieri al Consiglio dei Ministri per essere approvato. Ma a Palazzo Chigi non è arrivato. E non solo: lo stesso ministro dei Beni culturali ha fatto sapere che una diversa versione della norma, che affidava a un´unica persona (Mario Resca, ex amministratore delegato di McDonald´s Italia e presidente del Casinò di Campione) la valorizzazione del patrimonio presente nei musei italiani, sarà inviata al Consiglio superiore per i Beni culturali. Ed è stata già fissata una riunione dell´organismo di consulenza scientifica del ministero, presieduto da Salvatore Settis, per giovedì 4 dicembre.
Quanto sia nuova questa versione ancora non è chiarissimo, ma secondo molte indiscrezioni dovrebbe esserlo quasi sostanzialmente. Le parti più contestate sarebbero state riscritte venendo incontro alla bocciatura unanime da parte del Consiglio superiore e alla sollevazione che si è avuta nel mondo della tutela, da Italia Nostra al Fai al Comitato per la bellezza. Ne è un esempio l´appello promosso dall´Associazione Bianchi Bandinelli e sottoscritto da oltre quattromila fra studiosi italiani e stranieri, direttori di musei, storici dell´arte, archeologi, architetti, ma anche soprintendenti e funzionari di soprintendenze. Contro questi ultimi si era scagliata Gabriella Carlucci, parlamentare del Pdl, che ne aveva chiesto addirittura le dimissioni.
Sarebbe saltata la parte più controversa del provvedimento, quella che attribuisce al nuovo super direttore competenze sia per la valorizzazione del patrimonio, sia anche per le mostre, per i prestiti, entrando prepotentemente nel settore delicatissimo della tutela e sottraendo poteri ai soprintendenti, ai direttori regionali e agli altri direttori generali. La nuova direzione generale, stando alle prime informazioni, dovrebbe occuparsi solo di valorizzazione, recuperando un vecchio progetto presentato da Settis all´allora ministro Francesco Rutelli.
A rendere più forti le preoccupazioni nel mondo della tutela ci si è messo lo stesso direttore designato, ma non ancora nominato, Mario Resca, che ha ammesso di non avere alcuna esperienza nel campo dell´arte, della sua conservazione e della sua valorizzazione. Resca ha parlato del patrimonio culturale italiano come di «una miniera di petrolio a costo zero», aggiungendo che il suo compito sarebbe stato di «lavorare sull´immagine, fare marketing. Far circolare le nostre opere nel mondo».
Ora, scrive in una nota la Uil Beni culturali, «rimane il problema della nomina di un Direttore generale almeno quattro mesi prima della nascita della Direzione generale, senza nessuna specifica competenza».

La Repubblica, 29 Novembre 2008

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