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16 miliardi per l’Italia. Le proposte del PD per uscire dalla crisi economica e dalla recessione

Il PD ha presentato una proposta concreta per affrontare la crisi economica: “Serve una manovra coraggiosa, anche se non temeraria che sposti un punto percentuale del Pil, pari a circa 16 miliardi”. Questo è il commento di Pierluigi Bersani, ministro ombra dell’Economia del PD. Ma dopo una riunione di due ore con Giulio Tremonti le posizioni rimangono distanti. Il governo continua a rimanere sordo alla collaborazione, come la peggiore delle opposizioni oltranziste sa dire solo no alla manovra alternativa del PD.
Ciononostante Tremonti lascia aperto uno spiraglio sottolineando l’importanza del dialogo con l’opposizione “nell’interesse del paese” e le due principali direttive degli interventi necessari: iniziative serie e forti sull’uso dei fondi europei per gli ammortizzatori sociali e con investimenti anche infrastrutturali per decidere i quali occorre coinvolgere le regioni.
Bersani ha ribadito che , a suo giudizio il Paese “non ha focalizzato ancora la gravità della crisi economica”. I giornali affrontano il tema solo “nelle pagine economiche” e la principale conseguenza di tutto questo la scarsa considerazione da parte del governo che ha inaugurato una manovra di piccole dimensioni basata solo su “quattro decreti che correggono ma non modificano nella sostanza” l’affrettata Finanziaria di luglio.
“Noi non vogliano litigare sulla crisi – ha ribadito il ministro ombra – ma vogliamo cooperare ad affrontarla. Usciamo dal conformismo del dibattito che evita di tematizzare la gravità della crisi, con l’ammissione anche da parte del governo che la Finanziaria di luglio non era centrata”.
Alla base del provvedimento anti-crisi avanzato dal Partito Democratico c’è una politica di bilancio anti-ciclica da 16 miliardi di euro, pari a 1 punto percentuale del Pil. Sostenere la domanda interna ed affrontare 5 emergenze.

1.Rafforzare gli ammortizzatori sociali. L’ampliamento degli ammortizzatori sociali va realizzato attraverso l’introduzione di una misura temporanea di sostegno al reddito dei disoccupati sprovvisti di copertura assicurativa, da associare ad attività di formazione e programmi di reinserimento lavorativo (da finanziare con 1,5 miliardo di euro). Inoltre, va esercitata entro il 31 marzo del 2009 la delega prevista nel Protocollo sul welfare per la riforma degli ammortizzatori sociali. Proponiamo, infine, di sospendere il pagamento delle rate del mutuo contratto per l’acquisto dell’abitazione di residenza per i lavoratori che perdono il posto di lavoro;
2.Ridurre le tasse su lavoro e pensioni attraverso l’innalzamento delle detrazioni sui redditi da lavoro dipendente, autonomo e da pensione per un importo medio di 500 euro e l’introduzione della dote fiscale per i figli, per tutte le tipologie di reddito, per un importo pari a 2500 euro all’anno per figlio, in alternativa al bonus famiglia (8 miliardi di euro);
3.Sostenere in modo concreto le piccole e medie imprese attraverso un fondo da 3 miliardi di euro per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese fino a 250 dipendenti; utilizzando la Cassa Depositi e Prestiti per anticipare i pagamenti dovuti dalle pubbliche amministrazioni alle micro, piccole e medie imprese e finanziando i Confidi per ulteriori 500 milioni di euro;
4.Tornare ad investire nel Mezzogiorno, con il parziale ripristino delle risorse sottratte agli investimenti nel Mezzogiorno (2 miliardi di euro);
5.Attivare gli investimenti degli enti locali, prevedendo l’allentamento del Patto di Stabilità Interno per interventi emergenziali di carattere sociale e per spese in conto capitale, così da consentire agli Enti Locali di completare le opere pubbliche avviate e bloccate dalla Legge 133/08 (1 miliardo di euro) e dare un impulso alla crescita.
Questo pacchetto dovrà essere integrato dal ripristino di tutti gli incentivi fiscali automatici (in particolare, per investimenti nel Mezzogiorno, ricerca e spese per la riqualificazione energetico-ambientale) il cui corretto utilizzo andrà salvaguardato attraverso il miglioramento dei controlli.

Per rafforzare la sostenibilità della finanza pubblica e portare rapidamente il debito al di sotto del 100% del Pil, il PD propone:
1.il riavvio dei processi di riforma per la regolazione concorrenziale dei mercati e la piena attuazione di “Industria 2015”;
2.il riavvio delle politiche anti-evasione, contestualmente all’estensione a tutte le tipologie di reddito degli schemi di sostegno fiscale al potere d’acquisto e alla famiglia;
3.la ricostituzione della Commissione per completare la spending review ed individuare i programmi di spesa da eliminare e riorganizzare;
4.l’introduzione della centrale unica per gli acquisti nelle pubbliche amministrazioni centrali e in ciascuna amministrazione regionale (con operatività estesa agli enti locali presenti sul territorio regionale).
La manovra anti-crisi si autofinanzia con le maggiori entrate legate all’innalzamento del Pil, pari circa 5 miliardi, compensato dal ripristino degli strumenti anti-evasione per 3 miliardi e dall’assorbimento nell’ambito dell’intervento generalizzato delle risorse dedicate al bonus famiglia (2,4 miliardi di euro).
Il costo netto per il 2009 ammonta, quindi, a circa 5,6 miliardi di euro, cioè 0,4 punti di maggior indebitamento sul Pil.

A.Dra da www.partitodemocratico.it

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