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Iscrizioni scolastiche 2009-2010 e ricorso al Tar contro il Piano Programmatico: una newsletter speciale sulla scuola

Carissime e carissimi,
l’emergenza scuola non è finita, sebbene gli organi di informazione vogliano far credere il contrario.
Per questo motivo, a breve distanza dalla precedente, vi raggiungo con una nuova newsletter per darvi notizia del ricorso al TAR avverso il Piano Programmatico della Gelmini e per diffondere alcune notizie utili sulle iscrizioni al prossimo anno scolastico.

RICORSO AL TAR CONTRO IL PIANO PROGRAMMATICO DELLA GELMINI
Ieri, presso la Camera dei Deputati si è svolta la conferenza stampa promossa dalle associazioni CIDI (Centro iniziativa democratica insegnanti), CGD (Coordinamento Genitori Democratici) e dalla scuola “Iqbal Masih” di Roma per rendere pubblico il loro ricorso al TAR al fine di annullare il “Piano Programmatico per la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico” (previsto dal Decreto legge 112, cioè la cosiddetta manovra d’estate), da cui discendono gli interventi normativi e i pesantissimi tagli contro la scuola pubblica.
In calce trovate i motivi del ricorso

OCCHIO ALLE ISCRIZIONI ALL’ANNO SCOLASTICO 2009/10
Dal 1° al 28 febbraio le famiglie italiane dovranno iscrivere i loro figli alle prime classi delle scuole di ogni ordine e grado. Questa importante momento, gravido di conseguenza per la crescita delle giovani generazioni, avviene purtroppo in uno scenario di incertezza, frutto delle scelte adottate dal Governo.
Per contrastare tale disorientamento, allego un documento realizzato dal CIDI (Centro iniziativa democratica insegnanti), dal CGD (Coordinamento Genitori Democratici) e dal Movimento “Non rubateci il futuro” che offre utili e corrette informazioni per affrontare consapevolmente le iscrizioni all’anno scolastico 2009/10.
Auspico che questo documento, estremamente utile, possa avere la massima diffusione.

A presto,
Manuela Ghizzoni

PERCHE’ UN RICORSO AL TAR CONTRO IL PIANO PROGRAMMATICO?
Il Piano è un atto amministrativo i cui contenuti devono corrispondere a quelli della legge che lo ha previsto (art. 64 della legge n. 133 del 6 agosto 2008). Se il contenuto non corrisponde è contestabile presso il TAR del Lazio.
Il Ricorso al Tar del Lazio presentato da Cidi, Cgd e Scuola “Iqbal Masih” contiene molti rilievi di costituzionalità rispetto all’articolo 64 della legge 133/08.
Intanto il Piano programmatico e illegittimo perché l’art. 117, 6° comma, della Costituzione esclude che nelle materie di legislazione concorrente lo Stato abbia potere regolamentare. E che si tratti di materia concorrente lo si capisce dallo stesso titolo dell’art. 64: Disposizioni in materia di organizzazione scolastica.
Quindi, l’art. 64 afferma che il Piano deve contenere una serie di modificazioni della legislazione vigente (successivamente da specificare nei Regolamenti di attuazione, sulla base dei criteri individuati dalla legge), anticipando un potere abrogativo che è già dubbio che possano avere i Regolamenti attuativi, ma che certamente non può avere il Piano, perché è un semplice atto amministrativo.
Nel merito dei contenuti:
Scuola dell’infanzia
• Il ricorso dimostra che il Piano tratta della scuola dell’infanzia in modo illegittimo perché di essa non si parla nell’articolo 64.
• Lo stesso Piano non prevede un taglio dell’organico e quindi la trattazione di tale scuola non corrisponde alle finalità indicate dalla legge 133/08: riduzione dell’organico docenti per la riduzione della spesa.
• La legge non prevede alcuna delega per introdurre l’anticipo delle iscrizioni.
• La trattazione della scuola dell’infanzia nel piano è unicamente motivata da una finalità didattica e organizzativa.
Scuola primaria
Il Piano interviene sull’organizzazione didattica dei moduli, sopprimendo di fatto tale organizzazione e sostituendola con un modello didattico funzionante con un unico maestro con una cattedra a 24 ore di lezione settimanali. Tale obiettivo non è indicato in alcun modo nella legge 133/08 e tanto meno nell’articolo 4, comma 4, del Decreto legge 137/08 (convertito in legge n. 169/08) che introduce il cosiddetto maestro unico. Qualora tale previsione normativa si fosse dovuta intendere sostitutiva dell’attuale ordinamento fondato sul modulo costituito da 3 insegnanti su due classi ciò avrebbe dovuto essere indicato nel Decreto legge in questione. Poiché tale circostanza non si è in alcun modo verificata si deve intendere che tra le norme generali regolatrici la delegificazione non figura l’abolizione del modulo suddetto (art.21 del T.U).
Per i motivi indicati il Piano predisposto dal ministro ai sensi dell’articolo 64, comma 4, viola la legge 133/08 e deve essere abrogato per il grave turbamento che procura alle Istituzioni scolastiche in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico.
Attualmente il Piano programmatico è stato accantonato dal governo in quanto i Regolamenti approvati dal Consiglio dei ministri il 18 dicembre non ne forniscono una puntuale attuazione, così come prevede la legge 133/08, art. 64, commi 3 e 4.
E’ evidente che appena i Regolamenti saranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale faremo ricorso per illegittimità.

CIDI – Centro iniziativa democratica insegnanti
CGD – Coordinamento Genitori Democratici
Movimento “Non rubateci il futuro”

LEGGIMI ANCHE SE NON HAI FIGLI O NIPOTI A SCUOLA
La scuola è un bene di tutti i cittadini presupposto e fondamento di democrazia

È tempo di iscrizioni. Scegliere la scuola per il proprio figlio non è mai semplice. In questo momento è quasi impossibile!
L’incertezza regna sovrana, specie nel primo ciclo. La scuola elementare viene cambiata per motivi di risparmio nel più totale disordine e senza alcun confronto: orari, modelli organizzativi, didattica, docenti, contenuti, modo di valutare.
Le innovazioni della Gelmini? Meno docenti, meno tempo scuola, meno finanziamenti e voti per selezionare ed escludere.
Una scuola che diventa sempre più povera! Provvedimenti e norme sono prodotti in ritardo
Le circolari anticipano i regolamenti. Ci sono contraddizioni e ambiguità dovunque.
Tra insegnanti e genitori c’è grande confusione.
Non affidiamoci a messaggi e “dossier” che vogliono diffondere ottimismo. Nascondono i danni e non dicono la verità !

Scuola dell’infanzia
«Posso iscrivere il mio bambino che compie 3 anni entro il 30 aprile 2010?»
Sì, però…
Nella scuola dell’infanzia aumentano gli alunni per sezione e diminuisce il personale ausiliario. In molte scuole mancano ambienti, risorse e personale adeguati.
Come saranno garantite le necessità di base di tuo figlio e di tutti i bambini più piccoli: sicurezza, igiene, assistenza al pasto e al riposo, cura educativa?
Anche per la scuola materna, dopo decenni di importanti esperienze educative e ottime pratiche didattiche riconosciute a livello internazionale, si torna a parlare di assistenza.
L’anticipo non risolve il problema delle liste d’attesa, ma rende più difficile e meno sicuro il lavoro degli insegnanti e meno qualificata l’esperienza dei bambini.
Per i bambini dai 2 ai 3 anni servono buoni asili nido, la cui competenza è del Comune.
Possono essere istituite e richieste “sezioni primavera” (da Stato, Comuni e privati), ma servono garanzie di qualità, locali adeguati, professionalità appropriate.
ATTENZIONE! LA SCUOLA DELL’INFANZIA È DI BUONA QUALITÀ E NON DEVE SUPPLIRE ALL’ASSENZA DI ALTRI SERVIZI. PRETENDI CHE NON SIA SNATURATA NELLA SUA IDENTITÀ E GARANTISCA PERCORSI EDUCATIVI ADEGUATI ALL’ETÀ DEI BAMBINI

Scuola primaria
«Posso iscrivere mio figlio che compie 6 anni entro il 30 aprile 2010?»
Sì, però…
Anche nella scuola primaria aumentano gli alunni per classe e ci sarà un’unica maestra che non avrà la possibilità di differenziare l’azione didattica in funzione dei bisogni dei bambini, come invece è stato possibile finora con il modulo e il tempo pieno. A quell’età la differenza, anche di pochi mesi, è rilevante.
ATTENZIONE! PRIMA DI ISCRIVERE TUO FIGLIO PARLA CON LE INSEGNANTI DELLA SCUOLA
DELL’INFANZIA E RIFLETTI SUL PERCHÉ SCEGLI PER LUI L’ANTICIPO

«Devo iscrivere mio figlio alla prima classe, quali novità?»
Puoi scegliere tra più modelli orari settimanali: 24, 27, fino a 30, e 40 ore.
MODELLO A 24 ORE ( SCELTA CHE MANTIENI PER IL QUINQUENNIO )
Prevede, in base ai nuovi programmi, 2 ore di Religione cattolica, 1 ora di Inglese (che diventano 2 in seconda, 3 in terza, quarta e quinta), oltre a Informatica, Cittadinanza e Costituzione e vari altri contenuti disciplinari ormai da anni rinnovati (Educazione fisica, musicale e all’immagine).
M A TUTTO QUESTO NON PUÒ STARCI IN 24 ORE E NON PUÒ ESSERE AFFIDATO A UN UNICO MAESTRO !
Questa nuova scuola non potrà dare la cura e l’attenzione necessarie a ciascun bambino, aumenterà le disuguaglianze, riporterà i bambini davanti alla TV, non consentirà alle donne di lavorare serenamente.
ATTENZIONE! NON BARRARE IL MODELLO 24 ORE!
MODELLO A 27 ORE / FINO A 30
È il modello cosiddetto “stellare”. Un maestro a 22 ore + tanti maestri che intervengono per spezzoni di orario fino a completare l’orario prescelto.
Su questi modelli orari ruoterà una quantità di maestri o maestre molto alta perché si potranno utilizzare solo le vecchie ore di compresenza (cioè quelle ore – da 2 a 3 per docente – durante le quali due insegnanti nella stessa classe hanno, finora, realizzato con piccoli gruppi di alunni attività di laboratorio, integrazione, sostegno, recupero). Infatti, per completare l’orario prescelto (27/30 ore) ci vorranno un maestro a 22 ore + una serie di maestri (anche 4, 5,…).
Questo vuol dire che non ci sarà uguale responsabilità del gruppo docente e nessuna programmazione unitaria delle attività didattiche, né ci sarà uguale peso dei docenti nella valutazione. Alcune discipline conteranno meno di altre e ci saranno conflitti tra i docenti costretti a ruotare in molte classi con orari, ruoli e compiti gerarchicamente diseguali!
Per quanto bravi possano essere i maestri e le maestre ad attutire le ricadute negative sulla qualità della didattica, si assisterà allo sgretolamento del modello integrato delle attività, che ha fatto grande la scuola italiana portandola ai primi posti nelle classifiche internazionali.
COSÌ SI AVREBBE IL RISULTATO DI MOLTIPLICARE FIGURE E CONFUSIONE NELLE CLASSI. a LTRO CHE UNA SOLA FIGURA DI RIFERIMENTO RASSICURANTE PER I BAMBINI!
MODELLO A 40 ORE
La circolare per le iscrizioni definisce il tempo pieno “modello organizzativo unitario” senza articolazione in momenti opzionali e facoltativi. Si perdono le ore di compresenza (come negli altri modelli!), perché gli insegnanti del tempo pieno dovranno essere utilizzati, nel loro orario di contemporaneità, in altre classi per completare le 27/30 ore. In tal modo si svuota di significato il tempo pieno che, di fatto, si trasforma in un doposcuola.
Il Ministro aveva promesso che tutti i risparmi avrebbero potenziato il tempo pieno nei territori in cui questo modello è poco diffuso. Non è vero! Le ore risparmiate delle compresenze verranno utilizzate nell’organico di Istituto per garantire il funzionamento delle classi a 27/30 ore!
NON AUMENTA IL TEMPO PIENO, MA SI CONSERVA IMPOVERITO QUELLO ATTUALE, E SOPRATTUTTO NON CRESCE NEL SUD DOVE ERA PRESENTE IN QUOTE MOLTO RIDOTTE: 7-8% A FRONTE DEL 35-40% DEL CENTRO / NORD.
ATTENZIONE! PER NON PEGGIORARE LA SITUAZIONE SCEGLI DI BARRARE SOLO LE OPZIONI A 40 E 30 ORE, RICHIEDENDO CHE LA SCUOLA GARANTISCA L’ASSISTENZA AL TEMPO MENSA ANCHE PER LE PRIME CLASSI

«Mio figlio frequenta la seconda/terza/quarta/quinta classe. Che cosa succederà?»
Cambia anche qui completamente l’organizzazione didattica già scelta dalle famiglie.
C’ È IL RISCHIO CONCRETO CHE SCOMPAIA L’ORGANIZZAZIONE A MODULO, CON IL TEAM DI TRE DOCENTI SU 2 CLASSI. ANCHE QUI NESSUNA COMPRESENZA!
Le scuole non potranno più offrirla e le famiglie non potranno più pretenderla. È a rischio anche l’aumento da 27 a 30 ore che spesso si decideva all’inizio della terza elementare. Per la prima volta nella storia della scuola italiana il diritto degli alunni a concludere un percorso scolastico in continuità con il modello organizzativo e didattico scelto all’inizio, non verrà rispettato! Tutta questa operazione porterà a tagli di organico nella scuola elementare triplicati rispetto a quelli previsti dalla legge 133 e dal Piano programmatico (circa 30.000 solo nel 2009-10).
ATTENZIONE! LA CIRCOLARE NON LO PREVEDE, MA È OPPORTUNO CHE TU CHIEDA PER ISCRITTO ALLA SCUOLA E ALL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE LA GARANZIA DELLA CONTINUITÀ DELL’ATTUALE MODELLO ORGANIZZATIVO E DIDATTICO (COMPRESE LE COMPRESENZE) LE SCUOLE SONO TENUTE A PROTOCOLLARE LE DOMANDE E I CONSIGLI DI CIRCOLO E DI ISTITUTO DEVONO ESPLICITARE, PRIMA DELLE ISCRIZIONI, I CRITERI CON CUI VERRANNO ACCOLTE LE RICHIESTE DI TEMPO LUNGO IN CASO DI INSUFFICIENZA DI ORGANICO

Scuola secondaria di primo grado
«Che cosa succederà?»
Diminuiscono le ore e aumentano i contenuti. Le ore passano da 33 a 30 (29 ore di insegnamenti curricolari + 1 ora di approfondimento di Italiano). Scompaiono le attività opzionali. Viene meno la possibilità di orari flessibili da 32 a 34 ore. Il tempo prolungato (36 ore, eccezionalmente fino a 40 se autorizzato dall’USR, senza compresenze!) potrà essere attivato solo in presenza di precise condizioni (adeguate attrezzature, più rientri settimanali, mensa).
Chi si iscrive alla prima classe potrà chiedere l’Inglese potenziato, a spese però della seconda lingua comunitaria, destinata a scomparire perché non ci saranno nuovi incarichi, mentre l’Europa ci ricorda che occorre conoscere almeno due lingue, oltre quella madre, per essere cittadini a tutti gli effetti.
ATTENZIONE! È IMPORTANTE SCEGLIERE LA SECONDA LINGUA COMUNITARIA E CONTINUARE CON L’OPZIONE DEL TEMPO PROLUNGATO

Scuola secondaria di II grado
Sono confermati per l’anno scolastico 2009-10 i percorsi di istruzione previsti dagli attuali
ordinamenti. L’obbligo di istruzione, secondo l’attuale normativa, si può assolvere anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale o nei percorsi integrati sperimentali triennali.
ATTENZIONE! L’ISTRUZIONE È COMPITO DELLA SCUOLA. SE VUOI INVESTIRE SUL FUTURO DI TUO FIGLIO ISCRIVILO A UNA SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE. INFORMATI SU QUELLO CHE SUCCEDERÀ IL PROSSIMO ANNO

In un momento di tale gravità per la scuola è necessario che ognuno faccia la sua parte: docenti, genitori, studenti, sindacati, associazioni, partiti, Enti locali e Regioni con la consapevolezza che da tutto questo si rischia di non tornare indietro!

A cura di: Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti: mail@cidi.it
Coordinamento Genitori Democratici: cgdnaz@tiscali.it
Coordinamento “Non rubateci il futuro” : http://scuolaschool.spaces.live.com

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