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Rabbia e indignazione. Tre ragazzi danno fuoco ad un senza tetto solo per divertirsi un po’

Una notte di sballo. Una notte di droga e di alcol. Poi la decisione di cospargere di benzina un barbone di origine indiana e di dargli fuoco. In sintesi, la cronaca di un’ordinaria follia accaduta a Nettuno nella notte tra sabato e domenica. Volevano solo divertirsi hanno dichiarato i tre ragazzi. Non c’è nulla legato al razzismo. E proprio in questa affermazione che sta il significato più agghiacciante della vicenda: è peggio il razzismo o il divertirsi dando fuoco ad una persona? Ma è proprio nel divertimento il lato peggiore del razzismo. Il PD, come la stragrande maggioranza degli italiani, partecipa con rabbia e indignazione

Tre ragazzi, due maggiorenni di 29 e 19 anni e uno minorenne di 16, passano la sera alla ricerca dello sballo. Stanno giù di giri e hanno bisogno qualcosa di forte. Di più forte. E quindi quando stanno facendo rifornimento per la loro macchina, decidonoche l’ultimo euro di benzina sia da destinarsi al senzatetto che li aveva “provocati” solo per essere passato davanti ai tre nel piazzale della stazione ferroviaria. Davanti ai carabinieri hanno confessato la voglia di fare un “gesto eclatante per provare una forte emozione” e per questo di aver cercato uno che dormiva in strada, non per forza un romeno o un nero. Uno indifeso.

Tornando alla stazione, lo trovano, lo cospargono di benzina e gli danno fuoco. Poi non riuscendo a spegnere le fiamme scappano come se niente fosse accaduto. La vittima, gravemente ustionato alle gambe, alle mani, all’addome e al collo ma fortunatamente fuori pericolo di vita, si chiama Navte Singh, 35 anni sikh, disoccupato e muratore all’occorrenza.

Luca, il diciannovenne, dichiarerà alle forze dell’ordine che “il razzismo non c’entra, è stato solo uno scherzo al barbone, una bravata”. La tesi è confermata anche dal comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Vittorio Tommasone che ha commentato: “al momento quel che sappiamo ci consente di escludere una matrice razziale. Il che non rende meno agghiacciante quel che è accaduto. Anzi. Perché se si vuole capire davvero quale è lo sfondo del tentato omicidio di Nettuno, allora bisognerà cominciare a ragionare su quel che accade ai nostri ragazzi. All’uso smodato che ormai fanno di droghe e alcol. A quelle che ne sono le conseguenze”.

Il mondo della politica si interroga sui fatti accaduti. Per Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico, “quello che è successo a Nettuno è gravissimo e suscita in me, come nella stragrande maggioranza degli italiani, rabbia e indignazione. Esprimiamo solidarietà al giovane indiano selvaggiamente picchiato e bruciato e chiediamo che i responsabili di questo crimine siano assicurati al più presto alla giustizia. Episodi di intolleranza criminale come questo sono il frutto di predicazioni xenofobe, di un clima creato ad arte di odio e di paura”.

“Non ci sono davvero parole per esprimere l’orrore di fronte agli episodi di violenza di Nettuno e di Roma di questi giorni”, ha dichiarato Piero Fassino, ministro degli Esteri nel governo ombra.
“Ma è tempo soprattutto di chiederci – ha aggiunto Fassino – in quale società viviamo e soprattutto in quale vogliamo vivere, rimettendo al centro dei comportamenti di ognuno la dignità della persona, il rispetto del corpo altrui, la vicinanza con i deboli, la uguaglianza dei diritti e dei doveri, il rifiuto di ognuno forma di sopruso e di violenza, la lotta alla solitudine e alla marginalità”.
“Fermiamo l’abisso della violenza prima che sia troppo tardi”.
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Fuori dal coro unanime di condanna e con un suo particolare distinguo è stato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno che ha precisato: ”Se qualcuno pensa che i recenti fatti di violenza, che hanno visto come presunti colpevoli delle persone immigrate, possano essere un alibi per ritorsioni xenofobe, si sbaglia di grosso – ha affermato – a nessuno è consentito farsi giustizia con le proprie mani e tanto meno strumentalizzare politicamente il dolore delle donne che sono state violentate nei giorni scorsi.

In effetti la tragedia di Nettuno va inserita nel constesto di odio e paura che fa da sfondo alla triste situazione italiana degli ultimi giorni. Senza alcuna strumentalizzazione, se la sicurezza è stata il cavallo di Troia del governo Berlusconi e di molte amministrazioni passate nelle scorse elezioni al centrodestra, ora potrebbe ritorcersi contro gli stessi uomini di propaganda. Non bastano le rassicurazioni del premier o del sindaco di turno che cercano di sviare il pericolo addossando la colpa al branco rumeno o comunque clandendestino e straniero, istigando violenza su violenza. A Nettuno, i ruoli di vittima e di carnefice si invertono: la vittima è un immigrato, il carnefice un ragazzo di buona famiglia.

La questione è di carattere sociale e culturale più che economica. Il divertimento si ottiene con un gesto al di fuori di ogni logica e ogni regola. La noia di un qualunque sabato sera avvalla il superamento di ogni limite della trasgressione e della vigliaccheria.

E alla crisi dei valori si aggiunge la deriva istituzionale che il governo Berlusconi propone con la sua riforma della Giustizia. Così come per lo stupro di Guidonia, anche il caso di Nettuno sarebbe irrisolto se passasse la legge sulle intercettazioni. A spiegarlo è il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro in un intervista rilasciata a la Repubblica. “Oggi la polizia – ha risposto Spataro – potrebbe chiedere al pm di mettere sotto controllo il telefono di personaggi noti per il feroce razzismo contro gli immigrati, magari visti nei giorni precedenti mentre si aggiravano alla stazione. Basterebbero “gravi indizi di reato” e l’assoluta indispensabilità dell’ascolto per le indagini, requisiti indiscutibilmente presenti nell’esempio ipotizzato. Con la riforma, invece, occorrerebbero “gravi indizi di colpevolezza“, lo stesso grado di prova che ne consentirebbe la cattura. Ma è evidente che sospetti ben precisi non equivalgono a “gravi indizi di colpevolezza”. Dunque niente cattura, ma soprattutto niente indagini con intercettazioni”.

A.Dra per www.partitodemocratico.it