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“Sorpresa alla primaria: più feroce il tagliacattedre”

Ci saranno più tagli alla scuola elementare nel 2009 rispetto a quanto previsto dal piano programmatico Istruzione-Economia per la riforma della scuola. Probabilmente per sopperire al fatto che il prossimo anno non decollerà la riforma delle superiori, ma i risparmi devono essere sempre gli stessi. Infatti, alla fine del triennio, non cambia il saldo dei tagli da fare alle cattedre (87.400).

È quanto emerge dalla lettura del regolamento sul primo ciclo che il ministro della pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, ha presentato la scorsa settimana alla Conferenza unificata stato-regioni-autonomie locali. Gli enti locali, a maggioranza, hanno dato parere negativo alla riforma, stigmatizzando l’eccesso dei tagli e la strasformazione dell’organizzazione dell’offerta formativa per i ragazzi, anche per quelli che sono già iscritti a un anno diverso dalla prima. E intanto si muove l’onda dei ricorsi contro la riforma Gelmini: da parte di Cgd e Cidi contro il Piano programmatico; e da parte della Flc-Cgil, contro la circolare sulle iscrizioni. Il regolamento sul primo ciclo, come del resto quello presentato per il dimensionamento della rete scolastica, reca una complessa documentazione di rito: relazioni illustrative e tecnico finanziarie, l’Analisi Tecnico-normativa e l’Analisi dell’impatto di regolamentazione. Assente, perché non prevista, l’Analisi delle conseguenze socio economiche ed educative. In tanta abbondanza di documentazione destinata ad occupare seriamente gli amministratori locali e regionali impegnati nel confronto spicca l’assenza del testo del Piano programmatico a cui i Regolamenti, in forza della legge 133/08 art.64, commi 3 e 4, sono chiamati a dare «puntuale attuazione». Anche da un esame puramente tecnico, risulta che i criteri e le modalità di realizzazione dei tagli dell’organico docente previsti nelle relazioni tecnico finanziarie che accompagnano i Regolamenti sono molto diversi da quelli previsti nel Piano programmatico. Ovviamente la circostanza ha un rilievo non secondario se, come si è detto, i Regolamenti devono dare «attuazione puntuale» al Piano.
Le relazioni tecniche dei Regolamenti confermano le dimensioni complessive dei tagli di organico da apportare al personale docente si tratta di 87.400 posti in tre anni scolastici a cominciare dal 2009-10. Sul fronte del ridimensionameto della rete scolastica, gli enti locali hanno ottenuto sempre nel corso della conferenza stato-regioni di sospendere il relativo regolamento per addivenire a un’intesa: ma resta il vincolo di dover conseguire 85 milioni di euro di risparmi. «A rischio c’è la chiusura di 3 mila scuola di montagna», denuncia Enrico Borghi, presidente dell’Uncem, «che noi contrasteremo con tutte le nostre forze».
Quello che cambia rispetto al Piano sono i criteri di distribuzione di tali tagli tra i diversi ordini e i diversi anni scolastici, nonché le modalità della loro effettuazione.

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Attenendosi solo alla scuola primaria, (Tab. 1) il Piano prevedeva, compreso quello dovuto all’aumento del numero di alunni per classe, un taglio di 30.067 posti, la Relazione tecnico finanziaria al Regolamento (RTR1) per il Primo ciclo ne prevede 33.571 a cui se ne devono aggiungere altri 5.341 realizzati nel biennio successivo con l’estensione dell’istituto del maestro unico a tutte e cinque gli anni della scuola primaria. Ciò accade perché, mentre il Piano programmatico prevede di ottenere in due anni il taglio di 14.000 posti essenzialmente con una riduzione di tre ore alla settimana alle 30 attuali di funzionamento delle 102.694 classi con il Team 3×2(pag. 18 del Piano), la relazione tecnica invece prevede l’estensione del maestro unico a tutte le classi e l’abolizione di due ore di compresenza per classe, ottenendo rispettivamente la riduzione di 8.366 posti nel triennio (più altri 5341 nel biennio successivo) e di altri 9.138 posti. La novità sostanziale è che il maestro unico, che prima era di fatto confinato nelle prime classi, come strumento per la riduzione dell’organico, ora diventa il nuovo modello di funzionamento didattico di tutta la scuola primaria. Se non dal punto di vista dell’offerta formativa, certamente dal punto di vista dei criteri per l’assegnazione dell’organico su cui fare assunzioni a tempo determinato e indeterminato.

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La relazione cambia il Piano programmatico come risulta dalle tabelle 2 e 3 anche per la scuola secondaria di primo grado (riduzione di 22.143 posti rispetto ai 29.740 del Piano) e di secondo grado (riduzione di 31686 posti rispetto ai 27.593 del Piano). Nel primo caso prevedendo 30 ore di funzionamento settimanale del tempo normale anziché 29 e alleggerendo i criteri per la riduzione del tempo prolungato, nel secondo caso prevedendo lo slittamento di un anno della riforma della secondaria superiore e dei conseguenti tagli, includendo la soppressione dei 700 posti di dirigente scolastico e aumentando ad oltre 2000 posti la riduzione operata nel settore dell’educazione degli adulti.

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Le successive tabelle cercano di documentare le diverse soluzioni che, per i medesimi problemi, si trovano riportate nel Piano, negli schemi dei Regolamenti, nella Circolare n° 4 e nelle Relazioni tecniche agli Schemi di Regolamento. Una tale varietà di offerte da rendere assai difficile per una scuola decidere come organizzare il proprio piano dell’offerta formativa per il prossimo anno. In conclusione vale la pena di ricordare che dalle descritte tabelle (elaborate da Cidi, Cgd e dalla Scuola Iqbal Masih, sulla base del Piano Programmatico e della Relazione Tecnica allo schema di Regolamento e presentate in occasione dell’ annuncio del ricorso al Tar) non risulta la circostanza che il maestro unico, con 24 ore di lezioni settimanali, di cui due regolamentate e retribuite in seguito ad una specifica sequenza contrattuale, non venga preso come riferimento nella determinazione degli organici della nuova scuola primaria. Lo standard è il maestro unico, ma a 22 ore di lezioni. Ciò comporta una certa riduzione nell’effetto dei tagli e lascia intravedere la volontà dell’amministrazione di rinunciare a questa scelta contenuta nell’art. 4 della legge 169/08. Ciò forse per i costi che comporterebbe una generalizzazione di un aumento retributivo inizialmente prevista per un numero limitato di casi, sia per le difficoltà derivanti da una rapida regolamentazione delle norme di accesso a quello che di fatto si presenta come un nuovo profilo professionale.
Intanto, nei giorni scorsi hanno ricorso al Tar del Lazio il Cgd, coordinamento genitori democratici, il Cidi– centro di iniziativa democratica degli insegnanti- e il 126° circolo didattico di roma. Il ricorso chiede l’annullamento del Piano Programmatico per la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico e di ogni atto preordinato, connesso e conseguente. In primo luogo perché violerebbe lo stesso articolo 64 della legge 133/08 eccedendo la delega delegificante in esso contenuta per due motivi essenziali. Se il ricorso verrà accolto sono destinati a decadere gli stessi regolamenti . Chiede invece l’annullamento della circolare sulle iscrizioni la Flc-Cgil: conterrebbe tra l’altro indicazioni non vincolanti per scuole e famiglie.

di Nicola Colajanni