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Testamento biologico, la maggioranza boccia la mozione PD

In un momento di “turbamento nazionale” serve “una riflessione comune”. Questa l’esortazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all’indomani della morte di Eluana Englaro e alla luce dello scontro politico intorno alla vicenda della donna.

Ma la mozione presentata dal partito Democratico sul testamento biologico è stata respinta dalla maggioranza. La mozione del Pd sostiene che il disegno di legge deve ispirarsi ai seguenti principi: “No a qualunque forma di eutanasia; no all’accanimento terapeutico; no all’abbandono terapeutico; sì all’alleanza terapeutica medico-paziente, con l’impegno del medico a garantire al paziente tutte le cure di bui ha bisogno anche nella fase di fine vita”. Affrontato anche il tema dell’idratazione e alimentazione sostenendo che “nell’ambito del principio di autodeterminazione è ammessa l’eccezionalità dei casi in cui la sospensione di nutrizione e idratazione sia espressamente oggetto della dichiarazione anticipata di trattamento”. Per il Pd “la dichiarazione anticipata della propria volontà risponde ai principi di libertà e di autodeterminazione”.
Sempre nella mozione del Pd si invita a istituire una commissione di studio che affronti il tema delle cure di fine vita per i casi come quelli di Eluana Englaro.

Durante il suo intervento Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd ha fatto appello “ai colleghi della maggioranza e al governo per dire con la pacatezza che è dovuta che il gruppo del Partito Democratico non condivide la scelta di tornare a discutere di questo testo domani. Il gruppo avanza all’aula e al governo la proposta di ultimare in una settimana il lavoro di commissione sul testo sul testamento biologico o fine vita, sul quale il relatore di maggioranza ha già presentato un articolato, in maniera tale di poter andare in tempi brevissimi alla discussione in aula di un testo compiuto, assai più soddisfacente sotto il profilo della previsione, della stesura, dell’approfondimento”.
Anche perché la maggioranza ha presentato un emendamento con il quale fissava in 180 giorni la data di vigenza del disegno di legge “a riprova della temporaneità e, lasciatemi dire anche del fatto che il testo anche dai colleghi della maggioranza non viene ritenuto soddisfacente rispetto alla quantità dei problemi che la regolazione del fine vita pone. Con la nostra proposta si recupera molto tempo rispetto a quei 180 giorni con in più la possibilità di giovarci di un lavoro già avanzato in commissione e della disponibilità del mio gruppo che dei testi sul fine vita è stato autore ed ha espresso ipotesi di mediazione rispetto a punti molto delicati”.

Ma il Senato ha respinto le mozioni sul trattamento di fine vita e sull’alimentazione e idratazione presentate dal Pd e dall’Idv. Su entrambe il governo ha espresso parere negativo. La mozione Pd e’ stata respinta con 109 si’, 151 no e 14 astenuti. Il documento Idv e’ stato bocciato con 17 voti a favore, 156 contrari e 107 astenuti.
Pubblichiamo il testo integrale della mozione del Partito Democratico, disponibile anche nell’area Documenti di PdNetwork.

E Gasparri chiede scusa a Napolitano. Il Capo dello Stato era stato accusato ieri apertamente in Senato dal capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri di avere una responsabilità nella morte di Eluana, in seguito al rifiuto di apporre la propria firma sul decreto legge del governo. “In questa vicenda peseranno le firme messe e quelle non messe”, aveva attaccato Gasparri davanti alle telecamere. La capogruppo del Pd Anna Finocchiaro aveva immediatamente replicato definendo le accuse “una cosa inaudita”. Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini si era scagliato contro Gasparri, definendolo “un irresponsabile che dovrebbe imparare a tacere”.

Oggi sono arrivate le scuse di Gasparri: “Non ho offeso nessuno”, ha assicurato il capogruppo del Pdl rispondendo ai giornalisti al Senato, “se le istituzioni si ritengono offese, me ne scuso”.
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