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“Solignano chiude. A casa 116 operai, la rabbia”

CASTELVETRO. Emilceramica da oggi chiuderà lo stabilimento di Solignano lasciando all’improvviso 116 persone senza lavoro. L’annuncio è stato dato ieri mattina ai sindacalisti nel corso di un incontro programmato. Nel pomeriggio due dirigenti sono andati nello stabilimento parlando ai lavoratori e per questo la Cgil intende denunciare Emilceramica per comportamento antisindacale.

Dalla preoccupazione per una trattativa tra sindacati a azienda che non decollava ieri si è passati allo sconcerto, sia fra i sindacalisti che fra i lavoratori, per un annuncio improvviso e inatteso. Emilceramica, valutando la difficile situazione del mercato, rimane irremovibile sulle posizioni assunte quando si è aperta questa crisi e ora addirittura anticipa i tempi. L’azienda aveva preannunciato nelle settimane scorse la richiesta di mobilità, presupposto del licenziamento, per i 116 lavoratori dello stabilimento di Solignano, oltre che la cassa integrazione ordinaria per circa 520 lavoratori delle sedi di Fiorano. Ieri era in programma un incontro coi rappresentanti sindacali in attesa del tavolo istituzionale che gli stessi sindacati avevano sollecitato e che dovrà essere convocato la settimana prossima in Regione a Bologna, analogamente a quanto sta avvenendo per Iris, l’altra grande malata in ambito ceramico. In questo incontro i dirigenti dell’azienda Cavallacci e Rademoli hanno comunicato la decisione di anticipare i tempi della chiusura di Solignano all’indomani, vale a dire oggi, sorprendendo gli interlocutori. Nel pomeriggio Cavallacci e Rademoli sono poi andati all’interno dello stabilimento castelvetrese per comunicare direttamente ai lavoratori l’intenzione di chiudere l’azienda, di fatto licenziando i 116 dipendenti. Questa iniziativa ha fatto infuriare i sindacalisti, in pratica scavalcati dai dirigenti di Emilceramica, e per questo motivo è subito scattata la reazione: «Denunceremo Emilceramica al magistrato del lavoro – dice Nicola Pessolano di Cgil – per comportamento antisindacale perchè solo in questo modo si può definire l’atteggiamento assunto dall’azienda». Lavoratori e sindacalisti, sorpresi per l’iniziativa dell’azienda, ieri in serata stavano cercando di organizzare la reazione. Nella mattinata di oggi era già in programma una assemblea nello stabilimento di Solignano: l’assemblea è confermata alla luce della novità di ieri anche se sarà da verificare  se si terrà all’interno dell’azienda. Per il resto la strategia non cambia nella sostanza perchè già i lavoratori e i loro rappresentanti aveva dichiarato di puntare tutto sul tavolo istituzionale, che di fatto ha già prodotto buoni esiti nella vicenda di Iris Ceramica. Il tavolo in Regione probabilmente si terrà martedì prossimo e in quella sede, dinanzi all’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli, i sindacati sperano si possa sbloccare una situazione così grave. Soprattutto si spera che, così come Iris ha ritirato la procedura di liquidazione, ora Emilceramica rinunci alla chiusura immediata della sede di Solignano e si metta a discutere dell’ipotesi di cassa integrazione straordinaria per evitare la mobilità e i licenziamenti dei 116 lavoratori. Al tavolo istituzionale dovrebbero essere presenti anche altre autorità competenti per questa vicenda così difficile. Per la giornata di oggi sarà da verificare cosa accadrà a Solignano: i dipendenti sono intenzionati a presentarsi regolarmente al lavoro anche se è presumibile che trovino gli ingressi chiusi per la decisione dell’azienda. «Noi parteciperemo all’assemblea in mattinata poi andremo a lavorare – dicono due operai – perchè l’atteggiamento dell’azienda è illegale ed è un nostro diritto». Se saranno confermate le voci che circolavano ieri fra gli operai di Solignano, la minaccia potrebbe estendersi anche alle sedi di Fiorano: i dirigenti Cavallacci e Rademoli – stando a quanto affermano i lavoratori – ieri avrebbero adombrato ipotesi di chiusura anche per Fiorano ma è ovvio che si tratta di un’ipotesi in attesa di conferma o smentita.

Gazzetta di Modena, 25 febbraio 2009

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