cultura

Vignola, niente soldi per Palazzo Boncompagni

La finanziaria di Tremonti ha cancellato il finanziamento di 500mila euro che il precedente governo aveva già destinato al suo restauro

Niente soldi per il Palazzo Boncompagni di Vignola. La finanziaria di Tremonti ha cancellato il finanziamento di 500 mila euro che il precedente governo aveva già destinato ai lavori di restauro per il 2008. A darne notizia è l’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Cultura della Camera, che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione oltre tre mesi fa.

“L’atteggiamento del governo è disarmante – dichiara l’on. Ghizzoni – viene liquidato con una risposta di poche righe il finanziamento per il restauro del Palazzo, rinviandolo alle calende greche, nonostante il precedente governo di centro sinistra avesse già previsto il contributo e trovato le risorse.

“Palazzo Boncompagni costituisce un’eccellenza del patrimonio storico-artistico e architettonico dell’Emilia-Romagna – aggiunge la parlamentare – ed è compito dello Stato tutelarlo, in quanto testimonianza materiale dell’identità nazionale. Il cantiere rappresenterebbe inoltre l’occasione per creare nuovi posti di lavoro mentre il palazzo restaurato sarebbe motivo di richiamo per i turisti”.

Attualmente Palazzo Boncompagni costituisce uno spazio di aggregazione e socialità fondamentale per la comunità di Vignola, poiché ospita diverse attività culturali e, dopo i lavori di ristrutturazione, dovrebbe diventare la sede del Museo del cinema di Antonio Marmi. La cancellazione dei finanziamenti rischia di rendere impossibile il progetto.

“Le misure economiche assunte dall’attuale Governo – conclude la parlamentare del Pd – hanno pesantemente ridotto i fondi a disposizione del Ministero per i beni e le attività culturali (nel 2009 le risorse per l’intero comparto passeranno dallo 0,4 per cento allo 0,3 per cento del Pil) ed hanno compromesso le possibilità di dare vita sul territorio a progetti che rilancino il turismo e il patrimonio artistico e culturale”.

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euro che il precedente governo aveva già destinato al suo restauro