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Un decreto per chi perde il posto

“Berlusconi può dirci di no, ma non che non si può fare. Noi le coperture che ci hanno chiesto le indichiamo. Dunque Berlusconi dovrà venire in parlamento a dire Sì o No: ma non a noi, al Pd ma alle migliaia di persone che rimarranno senza lavoro e che dal precariato passeranno a zero euro”.
E’ affollata la conferenza stampa in cui il segretario del Pd, Dario Franceschini, illustra la mozione che sarà presentata sia alla Camera sia al Senato per impegnare il governo a prendere un provvedimento di urgenza entro il 31 marzo, così da garantire l’assegno ai tanti precari che altrimenti con la perdita del lavoro rimarrebbero in una situazione drammatica.
Un assegno mensile pari al 60% dell’ultima retribuzione.
Quattro gli strumenti indicati per la copertura del provvedimento, per il quale le stime reali di costo sono di appena 4 miliardi di euro. Soldi che si possono trovare recuperando l’evasione fiscale e con l’uso immediato di parte delle risorse che lo Stato non impegnerà per la Cassa Integrazione nell’ambito del protocollo sottoscritto dal governo con le regioni.
Risorse stimate attorno ai 5 miliardi, altrimenti disponibili solo fra diversi mesi.

Un assegno mensile ai disoccupati, 4 strumenti per la copertura finanziaria.
1) Il riavvio delle politiche antievasione, a cominciare dalla tracciabilità dei corrispettivi, dal limite massimo dei trasferimenti in contanti e dal ripristino delle sanzioni per le imposte evase. Il loro smantellamento ha portato, al netto della crisi economica, a una perdita di gettito quantificata, in via prudenziale, sulla base dei dati contenuti nei ‘Conti economici nazionali’ comunicati dall’Istat il 2 marzo scorso, in 7 miliardi di euro per il 2008.
2) L’introduzione della centrale unica per gli acquisti nelle pubbliche amministrazioni centrali e regionali (con operatività estesa agli enti locali presenti sul territorio regionale e alle società in house degli enti territoriali).
3) La ricostituzione presso il ministero dell’Economia e delle Finanze della Commissione per lo spending review al fine di completare l’analisi avviata nel 2007 e individuare i programmi di spesa da eliminare e riorganizzare, in alternativa agli iniqui, inefficienti e inefficaci tagli lineari al centro della manovra di finanza pubblica.
4) L’utilizzo immediato delle risorse di competenza nazionale, previste nel Protocollo tra governo, regioni e province autonome del 12 febbraio 2009, non impegnate nell’erogazione di trattamenti in deroga.

Misure tecniche che si possono attuare subito per decreto, come ha spiegato Enrico Letta, responsabile Welfare del PD. Con il decreto legge si potrebbe avviare entro il 31 marzo l’erogazione dell’assegno mensile per tutti quelli che non godono di altri strumenti di sostegno al reddito e hanno perso il lavoro dal 1 settembre 2008 al 31 dicembre 2009. “Se il governo si mette lì con noi, in mezz’ora la troviamo la copertura. Il problema vero è: lo vogliono fare questo provvedimento o no? – è la domanda che Pier Luigi Bersani rivolge al governo durante la conferenza – sono stupefatto che si sia aperto un dibattito su un provvedimento che costa 4 miliardi di euro”.
Anche perché come ha sottolineato Franceschini una seria classe dirigente si mette insieme, discute e individua i problemi e la gerarchia delle urgenze. E per il Pd l’emergenza assoluta è la disoccupazione: “Secondo le nostre stime 600 mila persone potrebbero uscire dal mondo del lavoro senza avere protezione, né ammortizzatori. Questo è il primo dei problemi”.
Un tema che non si può abbinare a quello della riforma delle pensioni. “Da forza riformista, non ci sottrarremo – ha detto – a un confronto di merito sul sistema previdenziale ma sono due argomenti diversi, non c’entrano uno con l’altro. La nostra è una proposta concreta, praticabile; il Governo non dica che è demagogia, un termine utile per i pastoni televisivi ma scorretto. L’operazione di nascondere la crisi non è onesta, non è corretta per il paese. Oggi la crisi è un’emergenza assoluta- aggiunge il segretario del Pd – ed è un delitto insopportabile negarla. La nostra proposta si ferma al 31 dicembre perché speriamo che per quella data sia stata avviata una riforma di sistema degli ammortizzatori sociali”.

La mozione sarà all’esame della Camera e poi del Senato entro la prossima settimana. Lo dicono Anna Finocchiaro e Marina Sereni .
I capigruppo hanno inviato questa mattina una lettera ai presidenti di Camera e Senato per chiedere che la prossima settimana sia messa in discussione e in votazione una mozione che impegni il governo ad adottare la misura proposta entro il 31 marzo, anche con un decreto urgente, perché in questo caso l’urgenza c’e’ davvero ed è la disperazione delle persone.

Il segretario del PD ha chiesto anche al governo di bloccare il licenziamento dei precari nella sanità e nell’amministrazione pubblica, anche per evitare gravi guasti nell’erogazione dei servizi. In generale, sulla questione pensioni “non ci sottrarremo al dibattito. Ma è un tema che non c’entra nulla con quello del sostegno ai disoccupati. E poi serve bloccare subito l’uscita dei precari della scuola e della pubblica amministrazione. Non si può con una mano aiutare i precari e con l’altra aumentare il numero dei lavoratori senza tutele”.
60.000 persone a rischio che come ha spiegato Linda Lanzillotta “ormai da anni lavorano nella pubblica amministrazione e che hanno ruoli per lo più nel reparto sanità e ricerca. Il governo si fermi, è una misura gravissima che va nella direzione opposta agli sforzi per contenere gli effetti della crisi”.

Ma. Lau.
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