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“Quando il mondo sarà governato dalle donne sarà pacifico e più giusto”. Franceschini: non siano le donne a pagare la riforma delle pensioni

Osservatorio sull’occupazione femminile: aumentano le precarie.
Quando il mondo sarà governato dalle donne sarà pacifico e più giusto. Ne è convinto il segretario nazionale del Pd, Dario Franceschini, intervenuto alla manifestazione “8 marzo: lavoro, diritti, libertà”, organizzata dal PD nel quartiere Pigneto di Roma. Peccato che l’aggravarsi della situazione economica sta allontanando l’Italia dagli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona anche per la tutela delle donne. Lo rivela l’Osservatorio sull’occupazione femminile del progetto ‘Donne al volante’. Dopo aver raggiunto il 47,5% a fine 2008, la quota di donne occupate ha ripreso a scendere in maniera preoccupante e l’anno in corso potrebbe registrare un dato inferiore al 46% del 2006 e 2007.
“L’8 marzo, tutti noi uomini dovremmo dedicare una parte della giornata a chiedere scusa alle donne, perché ci sono secoli alle spalle, non decenni, che vanno recuperati”, ha detto. Ancora una volta, ha sottolineato, “a pagare la crisi sono più le donne che gli uomini. Qualsiasi sia il lavoro che fanno, le donne lo fanno meglio degli uomini hanno il diritto di realizzarsi e di utilizzare il loro talento non soltanto nelle famiglie, ma anche nel mondo del lavoro”.
L’obiettivo, però, secondo il segretario del Pd, e’ ancora lontano dal realizzarsi per l’inadeguatezza “del nostro sistema di protezione sociale, di sostegno alle famiglie, alla maternità, a chi ha dei figli, ma anche degli anziani in casa. Non ci sono ancora delle reali pari opportunità perché purtroppo il peso della vita familiare cade maggiormente sulle donne”.
Parlando poi della situazione delle donne in politica (alla manifestazione hanno preso parte anche la deputata romana del Pd Marianna Madia, il segretario regionale del Lazio Roberto Morassut, e il senatore Vincenzo Vita.) il segretario ha ricordato che nel Pd le parlamentari donne sono circa il 30%, superando la somma delle parlamentari di Ds e Margherita nella scorsa legislatura, “ma bisogna fare ancora di più: perché anche in politica le donne non hanno le stesse opportunità degli uomini e abbiamo bisogno del loro talento, della loro forza pacifica e delle loro determinazioni”.
E Alessia Mosca, presidente dell’osservatorio e deputato del Pd oggi ha spiegato come “i contratti atipici hanno una maggiore incidenza tra le donne rispetto agli uomini e questo le rende più fragili di fronte all’avanzare della crisi. In presenza delle prime difficoltà – dice – le aziende non rinnovano i contratti in scadenza, per cui un numero crescente di donne si trova di colpo senza stipendio, né alcuna forma di sostegno”.
L’osservatorio rivela che, un anno dal conseguimento della laurea, in Italia lavora il 47% degli uomini contro il 33% delle donne. Tra chi ha un posto di lavoro, la precarietà colpisce molto più le lavoratrici (47%) rispetto ai colleghi maschi (37%).
Differenze si riscontrano anche sul piano retributivo con i neolaureati maschi che guadagnano in media 1.207 euro, contro gli 845 euro delle colleghe, con uno scarto del 43%.
La bassa incidenza dell’occupazione femminile, spiega la ricerca, è dovuta anche alla difficoltà di conciliare lavoro e carichi familiari. Riportando una ricerca Bankitalia, l’osservatorio ricorda che oggi il 20% delle lavoratrici lasci l`impiego dopo la nascita di un figlio, mentre appena il 4% inizia a lavorare dopo questo evento. Inoltre circa il 70% degli abbandoni dell`impiego, dopo la maternità, sono imputabili a dimissioni volontarie.
E poi a tarpare le ali alle donne che vogliono affermarsi sul lavoro è soprattutto l’insufficienza cronica di strutture per l`infanzia.
Una situazione che costringe molte donne, soprattutto quelle più distanti dalle famiglie d`origine, a dover scegliere tra aspirazioni di maternità e lavoro. I posti disponibili nei nidi comunali sono circa 117.000 e riuscono così ad accogliere appena il 5.4% dell’utenza potenziale (2.153.592 nel 2004, fonte Istat), contro un obiettivo del 33% fissato dall’Agenda di Lisbona, e oltre il 40% raggiunto da Svezia e Francia.
L’osservatorio conclude indicando una serie di proposte per far tornare a crescere l’occupazione femminile nel nostro paese: più strutture per l’infanzia, maggiore flessibilità contrattuale per le giovani mamme, crediti di imposta per le assunzioni in rosa.
“Con un piano straordinario a favore dell’occupazione femminile – ha commenta la Mosca – il nostro paese può accelerare l’uscita dalla crisi e porre le basi per un circolo virtuoso destinato a durare anni”.
Certo è che a partire da domani bisognerà ribadire come non possono essere le donne a pagare il riequilibrio dei conti del sistema previdenziale.
L’equiparazione dell’età’ pensionabile tra donne e uomini “e’ oggettivamente un’indicazione della comunità europea ma non si può prendere soltanto questo pezzo, pensare di iniziare la riforma del sistema previdenziale con l’equiparazione dell’età’ delle donne con quella degli uomini – ha ammonito Franceschini – senza accompagnarla con un meccanismo di servizi sociali, di assistenza alle famiglie, alla maternità, agli anziani”.
da www.partitodemocratico.it