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“Vince la laicità. Ora gli scienziati possono accelerare”, di Pietro Greco

Il presidente Usa mantiene un’altra promessa fatta in campagna elettorale, questo apre una straordinaria chance per la ricerca in tutto il mondo.
Domani il nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, darà ancora una volta seguito alle sue promesse e rimuoverà gli ostacoli che il vecchio presidente, George W. Bush, aveva frapposto alla ricerca sulle cellule staminali embrionali umane.
Le staminali embrionali sono cellule molto particolari. Gli esperti le chiamano totipotenti, perché possono differenziarsi in tutti i 200 e più tipi di cellule di un organismo. Anche nei tessuti degli organismi sviluppati vi sono cellule staminali definite «adulte», che possono essere indotte a differenziarsi a loro volta in diversi tipi di cellule. Le staminali «adulte» sono già utilizzate nella medicina clinica, al contrario delle embrionali che non sono ancora perfettamente «controllabili». Ma le staminali «adulte» non sembrano avere la capacità totipotenti delle embrionali. Cosicché il loro studio è ritenuto necessario dagli esperti sia per motivi di ricerca di base – per comprendere il processo delle differenziazione cullulare – sia, in prospettiva, per la ricerca applicata alla cura di diverse gravi malattie, sia di carattere degenerativo (dall’Alzheimer al diabete) sia di carattere traumatico (l’infarto).
George W. Bush aveva giustificato il bando del 19 agosto 2001 perché, sosteneva, l’attivazione di linee cellulari per la produzione di staminali embrionali uccide l’embrione. E la vita dell’embrione umano è un bene assoluto, che viene prima di ogni e qualsiasi altra considerazione. Questa idea di Bush, sostenuta da svariati influenti movimenti religiosi, aveva trovato molte opposizioni, non solo fra gli scienziati, ma anche all’interno del partito repubblicano. Tanto che il 18 luglio 2006 il Senato a maggioranza repubblicana aveva approvato una legge che, pur ribadendo il divieto di creare embrioni umani ad hoc per effettuare ricerche, consentiva almeno l’impiego degli embrioni umani cosiddetti soprannumerari: si tratta di embrioni generati con tecniche di fecondazione in vitro, non utilizzati, congelati ma destinati comunque a morire, sia pure in un tempo piuttosto lungo. Bush si avvalse delle sue facoltà presidenziale e oppose il veto alla legge.
Ma la situazione si stava ormai molto ingarbugliando. Singoli stati della Confederazione si comportavano in maniera diversa. Due giorni dopo il veto di Bush, per esempio, il governatore, repubblicano, della California, Arnold Alois Schwarzenegger autorizzò il finanziamento alla ricerca sulle staminali embrionali umane nel suo stato.
In campagna elettorale Barack Obama aveva più volte promesso che avrebbe rimosso il bando di Bush. Detto, fatto. Domani gli scienziati americani potranno tornare a fare ricerca sulle embrionali staminali umane tratte da linee nuove e più sane. Con quali effetti? In termini politici la promessa mantenuta di Obama sottrae la ricerca scientifica a vincoli di carattere ideologico e la restituisce a una dimensione di laicità, normale negli Usa. Inoltre restituisce alla (straordinaria) ricerca pubblica americana e, quindi, alla ricerca mondiale la possibilità di una nuova accelerazione in un settore, quello delle cellule staminali embrionali e adulte, che è in una fase molto promettente e quindi critica di sviluppo. In ultimo, si modifica il quadro internazionale in cui si svolge questo tipo di ricerca scientifica.
E Paesi, come l’Italia, che si ostinano in un atteggiamento proibizionista per motivi ideologici rischiano di restare ancor più isolati.
da l’Unità

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