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“Il governo si è rimangiato l’esenzione dell’Ici”, di Chiara Affronte

Un altro spot elettorale che il Governo si rimangia. Questa volta si tratta dell’Ici: «Non tornerà più», uno degli slogan di Berlusconi. Purtroppo non è così. E non saranno pochi gli italiani che, esentati dal provvedimento del giungo 2008, vedranno recapitarsi a casa una lettera dei loro comuni di residenza che richiederanno il pagamento dell’Ici del 2009 e del 2008. C’è già addirittura chi parla di 424 milioni di mancato gettito a livello nazionale, come riferisce l’assessore al Bilancio di Ferrara Roberto Polastri. A stabilire le indicazioni una nuova interpretazione del DL 93 del 2008, emanata nel giugno scorso dallo stesso ministero delle Finanze che aveva inizialmente “sollevato” dall’imposta molti cittadini.

La sostanza della modifica è notevole e riguarda almeno tre categorie di persone: chi ha affittato la propria casa, chi l’ha data ad affini (i parenti del coniuge) e chi si trova all’estero dovrà versare l’Ici al comune di riferimento, per il 2009 e per il 2008. Doppia tassa, insomma. La nuova interpretazione ministeriale – la risoluzione n. 2 del 4 marzo 2009 – ha formalizzato ciò che era stato anticipato in seguito ad un’interrogazione parlamentare di fine gennaio, motivata dalla previsione del minor gettito che i comuni saranno chiamati a presentare entro la fine di aprile. Di fatto, il dipartimento delle Politiche fiscali guidato dal ministero di Tremonti restringe notevolmente la cerchia dei contribuenti esenti dall’imposta. Correggendo un «perimetro ampio e ambiguo», come lo definisce l’assessore al Bilancio del Comune di Bologna Paola Bottoni.

Cosa è accaduto da giugno 2008 a marzo 2009? L’art. 1 del Dl 93/08 prevede che l’esenzioni Ici per l’abitazione principale si applichi anche alle case non necessariamente dimora abituale del contribuente, ma anche a quelle «assimilate» con delibera comunale. Un provvedimento che aveva creato uno stato di «incertezza» e un conseguente contenzioso con i comuni. «L’Anci fin da giugno si era attivata affinché fosse chiaro fin dall’origine chi avesse diritto all’esenzione», chiarisce l’assessore bolognese. Che fa una riflessione sul gesto spot del Governo: «La situazione di oggi mostra le conseguenze della fretta con cui si è voluto onorare un impegno con gli elettori: si è trattato di una decisione affrettata e di fronte alle conseguenze oggi si torna indietro».

Dagli uffici bolognesi partiranno lettere per 200 cittadini residenti all’estero per un recupero di gettito pari circa a 100mila euro: «Dovremo spiegare con imbarazzo la confusione ingenerata da questo cambio di orientamento del Governo», riferisce. Il Comune delle due torri infatti non aveva «assimilato» le locazioni e le abitazioni concesse ad affini. La situazione sarà quindi numericamente meno drammatica che in altri comuni. A Ferrara, ad esempio, l’assessore Polastri ha già «gelato» un migliaio di concittadini. «Il gettito nel nostro caso equivarrà a 300mila euro, ma ci sono comuni, come quello di Rimini, la cui cifra si aggira intorno ai 5 milioni».

L’Unità, 13 marzo 2009