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I Parlamentari modenesi del Pd rispondono alla Gazzetta di Modena sulla riduzione del loro stipendio

I deputati e i senatori modenesi del Pd rispondono alla sollecitazione avanzata dal quotidiano “Gazzetta di Modena” sul tema degli stipendi dei parlamentari e sull’ipotesi di una loro riduzione.

«Caro direttore, accogliamo volentieri la sua sollecitazione sugli stipendi dei parlamentari. Siamo consapevoli di avere stipendi certamente superiori alla media delle retribuzioni dei lavoratori italiani. Peraltro, oggi in Italia esiste un gravissimo problema occupazionale a causa della crisi economica, ma da molto tempo aspetta una risposta la questione salariale che riguarda milioni di lavoratori che hanno stipendi troppo bassi.
Lei pone una domanda: sono davvero ben spesi tutti quei soldi per deputati e senatori? Noi pensiamo di sì, se la grande responsabilità affidata agli eletti dagli elettori viene assunta in pieno e tradotta in azioni efficaci a favore della collettività. Piuttosto, è necessario ridurre le spese per la politica, ma soprattutto accrescere la ‘produttività’, diciamo così, dell’attività politica. Da qui nasce l’esigenza di una profonda riforma delle istituzioni, a partire dalla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari e da una specializzazione delle Camere che superi il bicameralismo perfetto. Lo abbiamo proposto in campagna elettorale e in un disegno di legge del Pd. Questo sì che abbatterebbe i costi della politica. Ed è cosa ben diversa dal tentativo di Berlusconi di svuotare le prerogative del Parlamento e ridurre gli spazi di democrazia.
Tuttavia, in tempo di crisi, abbiamo il dovere anche morale di dare un segno tangibile di solidarietà a chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese o ha perso il posto di lavoro. È necessario che gli italiani che stanno meglio – e tra questi sicuramente i parlamentari – siano chiamati a dare un contributo di solidarietà per finanziare nuove tutele sociali in favore dei concittadini in difficoltà.
Una risposta a questa esigenza l’abbiamo già data per bocca del segretario del Partito democratico Dario Franceschini: un contributo straordinario “una tantum”, pari a due punti Irpef sui redditi superiori ai 120mila euro (soglia non casuale, che parte proprio dai redditi dei parlamentari), per venire in aiuto delle persone maggiormente in difficoltà con la crisi economica. Non si tratta di carità – come stigmatizzato da qualcuno – ma di una proposta politica che si fonda sulla solidarietà come principio di cittadinanza e coesione sociale.
Il contributo finanzierebbe un fondo di circa 500 milioni e riguarderebbe circa 200 mila contribuenti, i soli che in Italia risultano avere un reddito superiore ai 120mila euro. Un numero davvero poco credibile che dimostra quanto ancora ci sia da lavorare sul fronte dell’evasione fiscale, e soprattutto quante risorse vengono ancora sottratte al bene comune, allo sviluppo e alla solidarietà. La nostra proposta non servirà a risolvere il problema ma contribuirà a dare più credito alla politica e a riscrivere le regole della convivenza economica e sociale a partire dalla solidarietà.»

I Parlamentari modenesi del PD

La lettera risponde all’articolo della Gazzetta di Modena del 11 marzo che potete leggere cliccando su

http://gazzettadimodena.gelocal.it/dettaglio/onorevoli-ora-dateci-un-taglio/1603265