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“Non possiamo farci rubare il futuro”, di Amalia Perfetti

Pubblichiamo l’intervento di Amalia Perfetti alla manifestazione di Roma organizzata dalla CGIL in occasione dello sciopero nazionale di mercoledì scorso.
Amalia è una docente precaria che rischia di non lavorare il prossimo anno scolastico, a causa dei tagli di organico del Governo Berlusconi.
Amalia è una donna che non si arrende: qualche settimana fa, con lucidità e civismo, ha scritto una bellissima lettera aperta (pubblicata dall’Unità e da noi riportata in un commento ad un articolo sui tagli di organico: vai al link https://preview.critara.com/manughihtml/?p=2540 ) sulla sua condizione di precaria. Giovedì, dal palco della manifestazione della CGIL, ha di nuovo fatto sentire la sua voce, affinché “non possano rubarci il futuro”.

«Mi chiamo Amalia Perfetti, ho 46 anni e 21 anni di precariato alle spalle, 10 all’università e 11 nella scuola e lo scorso luglio ho “mancato” il ruolo per sole tre posizioni in graduatoria.
Il prossimo anno con buone probabilità non lavorerò.
Insegno italiano, storia e geografia nella scuola media, una classe di concorso che verrà falcidiata con una riduzione pari al 25% dell’organico e un ordine di scuola che pagherà il prezzo più alto dei tagli che stanno per abbattersi sull’istruzione pubblica.
Devo raccontarvi cosa significhi essere precari ed esserlo stati per tanti anni? Non credo! Quanti di voi lo sono, sanno bene di che cosa sto parlando, quanti di voi hanno la fortuna di non esserlo, o lo sono stati o vedono il nostro disagio tutti i giorni.
Anno dopo anno non sapere mai dove e se si lavorerà, vivere in balia dei rinnovi delle graduatorie subendo continue variazioni “delle regole del gioco” e sempre a gioco già iniziato. Chi di noi non sta tremando all’idea di sapere quali altre sorprese ci riserverà l’imminente rinnovo delle graduatorie che, facile prevederlo, darà luogo ad una valanga di ricorsi? Chi di noi non si è indignato sentendo parlare il ministro Brunetta della necessità di entrare nella scuola attraverso pubblici concorsi? Ma non lo sa il ministro che chi sta in graduatoria ha superato concorsi, è pluriabilitato e plurispecializzato e che non ha mai smesso di studiare?
Lo sciopero di oggi e questa manifestazione hanno messo al centro proprio i problemi del precariato e di questo sono grata alla Cgil, come precaria e come iscritta. Io non ho avuto esitazioni ad aderirvi, al contrario, aspettavo questo sciopero e sono contenta che anche tanti colleghi, non iscritti a nessun sindacato o iscritti ad altri sindacati, abbiano visto favorevolmente questa iniziativa ed abbiano aderito allo sciopero. Segno evidente, che il mondo della scuola vuole reagire a quanto sta subendo dalla politica scellerata di questo Governo.
Non si può risparmiare sulla scuola pubblica, non si può ridurre il tempo scuola, aumentare il numero degli alunni per classe, licenziare migliaia e migliaia di lavoratori. Perché di questo si tratta, di licenziamento. Cos’altro può significare non rinnovare un contratto annuale ad un precario che insegna da anni, se non un licenziamento? Che fine ha fatto il piano triennale di immissioni in ruolo che prevedeva, e già non erano sufficienti, 150.000 immissioni in ruolo? Ne sono state fatte solo la metà.
Per quest’anno, insieme ai 42.000 tagli, si parla di una cifra ben misera, 20.000 immissioni, distribuite in tal modo: 7000 Ata, 7000 sostegno e i restanti 6000 per tutti gli ordini di scuola e per tutte le classi di concorso. Sappiamo tutti quale inezia rappresentino queste cifre una volta distribuite.
E’ di pochi giorni fa la notizia che finalmente si stanno rendendo conto dell’impatto che tanti precari senza lavoro avranno su un’economia già fortemente in crisi. Stanno studiando una soluzione, speriamo che vada nella direzione di farci lavorare. Gli ammortizzatori sociali possono infatti essere solo una soluzione temporanea. E’ il lavoro che vogliamo. Un lavoro per il quale abbiamo studiato tanto e che da anni stiamo facendo con impegno e passione. Un lavoro che sarebbe ancora possibile fare se si tornasse indietro su questi maledetti tagli che si stanno per abbattere sulla scuola pubblica.
Tagli che coinvolgeranno tutti i lavoratori precari della scuola: insegnanti di ogni ordine e grado, tutti i profili del personale Ata, dai collaboratori scolastici agli amministrativi. Ogni lavoratore ha un ruolo nella scuola che rende possibile che funzioni bene. I tagli invece vanno verso un cattivo funzionamento e verso un impoverimento. Chi farà infatti il lavoro nelle segreterie o la sorveglianza degli alunni? Quali offerte formative potremo proporre alle famiglie con tempi scuola e organici ridotti all’osso? Solo per parlare di scuola media, meno ore di italiano, meno ore di tecnologia, meno ore di seconda lingua comunitaria, quando questa non verrà completamente cancellata in favore della sola lingua inglese! E ovviamente più alunni per classe.
Perché non dimentichiamolo mai, noi stiamo perdendo il lavoro, ma i nostri alunni si troveranno in una scuola che avrà meno da offrire e che sempre meno sarà in grado di dare continuità didattica. Sappiamo tutti quanto questa sia fondamentale in quel complesso processo che è l’insegnamento-apprendimento.
Venti giorni fa L’Unità ha pubblicato una mia lettera in cui raccontavo tutto il mio disagio, i miei 21 di precariato, il rischio di non lavorare l’anno prossimo e il fatto di aver fatto domanda, questa la cosa che ha fatto notizia, come collaboratrice scolastica e di essere stata chiamata per questo profilo per incarichi annuali.
I miei alunni si sono così resi conto che non è detto che il prossimo anno sarò la loro prof. La scorsa settimana mi hanno fatto trovare una lettera indirizzata al dirigente scolastico e mi hanno chiesto di accompagnarli da lui. La lettera è breve, semplice e diretta, ve la leggo perché credo che valga più di mille parole:
“Egregio signor Preside,
abbiamo saputo che la nostra professoressa di lettere la signora Amalia Perfetti molto probabilmente l’anno prossimo non sarà più la nostra insegnante, non abbiamo capito se il motivo sia per il fatto che sia una precaria oppure per la nuova riforma scolastica fatta dal ministro Gelmini.
Ma noi vogliamo che per i prossimi due anni sia ancora la nostra professoressa. Distinti saluti dalla classe I C” Seguono le firme di tutti gli alunni.
Potete immaginare quanto questa lettera mi abbia commosso, fatto piacere e ripagato di tante amarezze! Forse il ministro dovrebbe qualche spiegazione a questi ragazzi e a quanti come loro vivranno la stessa sorte.
Poi c’è mia figlia, 13 anni. Il prossimo anno inizierà il liceo e ieri mi hanno chiamato per comunicarmi che, causa tagli, non potranno attivare l’indirizzo da lei scelto.
E hanno anche il coraggio di parlare di scelte delle famiglie? A cosa si riducono le scelte se poi non c’è l’organico per soddisfarle? Poi mettiamoci anche che mia figlia vorrebbe fare come me l’insegnante di lettere, la sua passione è la storia, ma ormai ha realizzato che l’impresa è ardua, non per la mole di studio che dovrà affrontare, ma perché teme che ci siano ostacoli insormontabili! Come rassicurarla dal momento che è cresciuta vivendo, giorno dopo giorno, tutto il disagio del mio infinito precariato?
Tutto ciò non è normale, non possiamo assistere impassibili allo smantellamento della scuola pubblica. Non possiamo permetterlo. E non possiamo farci rubare il futuro, nostro e dei nostri figli!»

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