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“150mila a Napoli con Libera per dire no alla mafia”, di Anna Ferrigno e Ferdinando Pelliccia

In migliaia rispondono all’appello di Libera. A sorpresa sul palco della manifestazione anche Roberto Saviano

Come ogni anno, il 21 marzo, si è celebrata la giornata nazionale dedicata al ricordo delle vittime di tutte le mafie organizzata dall’associazione ‘Libera’ e altre associazioni.
Quest’anno la 14esima edizione è stata ospitata dalla città di Napoli. All’ombra del Vesuvio, a bordo di oltre 800 autobus, sono convenute delegazioni da tutte le regioni italiane che hanno dato vita ad un lungo corteo che, attraversando il lungomare del capoluogo campano, è giunto in Piazza del Plebiscito per dire ‘NO’ alla camorra e alle mafie. Un variopinto corteo lungo oltre 2 chilometri, gioioso a volte allegro altre composto ma unito dall’idea che l’Italia non ci si deve arrendere al dilagare della criminalità organizzata ma deve lottare.
Ad aprire il corteo, don Luigi Ciotti, leader di ‘Libera’, le istituzioni e anche i familiari delle vittime con le loro foto e in guanti bianchi. Tra essi, per la prima volta, anche i familiari di vittime della criminalità straniera. A sfilare, con le migliaia di persone, anche rappresentanti di 30 Paesi europei venuti a Napoli in segno di solidarietà.
“Questa manifestazione è un segno fortissimo, significa da un lato che Napoli ha sofferto per la Camorra e dall’altro che è un segno di riconoscimento della capacità che Napoli ha di reagire”, ha detto il primo cittadino di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Aggiungendo che: “Napoli ha la forza per uscire da questa situazione”. “La politica deve ritrovare il senso di servizio e comunità, ha continuato il Sindaco, la volontà e l’entusiasmo di fare qualcosa che serva a tutti”. Un appello al governo perchè siano date più risorse e più mezzi alle forze dell’ordine e alla magistratura è arrivato dal presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. ”La camorra e la mafia non sono invincibili, non sono eterni” ha detto il governatore della Campania. Poi nel sottolineare l’importanza della costanza nella guerra alla criminalità organizzata ha aggiunto: ”La parola d’ordine è continuità”. Il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, ha invece affermato che: ” Questo è un grande giorno in cui istituzioni, cittadini e associazioni dimostrano che, lavorando insieme si può”.

A sorpresa sul palco è salito Roberto Saviano. La sua partecipazione è stata tenuta segreta fino all’ultimo minuto. Per l’autore di ‘Gomorra’ tanti applausi dalla piazza e ancora di più quando, dal palco, ha letto i nomi di alcune delle vittime uccise dalla Camorra. Lo scrittore ha concluso destinando un pensiero anche a tutte le vittime che ancora non si conoscono.

“Siamo qui per ripetere che occorrono meno parole e più fatti”, ha gridato dal palco don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera. Ieri a Casal di Principe, per ricordare Don Peppe Diana, insieme ai genitori del prete ucciso dalla camorra Ciotti ha firmato il protocollo per la nascita della prima cooperativa che sorgerà a Castelvolturno e Cancello Arnone. Si tratta della cooperativa `Le terre di don Peppe Diana-Libera Terra’ che ha preso possesso dei terreni confiscati ai casalesi e dove verrà prodotta la ‘mozzarella della legalità’. Alla vigilia, dell’odierno appuntamento, ieri al Duomo di Napoli si è svolta una veglia presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo del capoluogo campano, e concelebrata con altri sacerdoti tra cui don Luigi Ciotti. Prima dell’inizio della celebrazione, i nomi delle vittime delle Mafie e della Camorra, sono stati letti uno ad uno. Dall’altare Sepe ha detto: “Questa chiesa affollata testimonia che noi non ci arrendiamo e che chi è stato ucciso continua a vivere, siamo qui riuniti per fare memoria e per non dimenticare”. “Ai colpevoli, ha aggiunto il cardinale, dico convertitevi perchè verrà il giorno del giudizio universale”.

In prima fila il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, il segretario del Pd, Dario Franceschini, il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, il segretario regionale del Partito democratico, Tino Iannuzzi, e parlamentari campani. Nei banchi tante altre persone, comuni ma anche molti parenti delle vittime uccise dalla criminalità organizzata. Presenti, nella cattedrale di Napoli, anche rappresentanti del sindacato e numerosi giovani, soprattutto scout quest’ultimi, hanno ascoltato le parole pronunciate durante la veglia seduti ai piedi dell’altare e mostrando degli striscioni.

Lungo il percorso del corteo dagli altoparlanti rimbombavano ininterrottamente, uno per uno i nomi delle oltre 900 vittime innocenti: semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali uccisi per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. Un elenco incompleto in quanto esso non contiene i nomi delle tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e da contare. Come quelle dei morti sul lavoro, della tratta degli esseri umani, i tanti morti provocati dal traffico degli stupefacenti, le vittime del caporalato, dello sfruttamento della prostituzione, del traffico delle armi e quelle avvelenate e uccise dalla camorra dei rifiuti che i traffici illeciti delle mafie provocano. Nel corteo innumerevoli striscioni tutti inneggianti alla lotta e alla resistenza alle Mafie e alla Camorra. Inoltre anche i gonfaloni di molte città italiane e in particolare quello della Regione Umbria il cui presidente del Consiglio regionale, Mauro Tippolotti, ha spiegato l’adesione alla manifestazione in quanto anche l’Umbria vuole dimostrare il suo impegno per affermare la libertà e la dignità di tutti.

Al corteo si sono uniti anche rappresentanti sindacali e una folta delegazione degli operai dello stabilimento ‘Fiat Auto’ di Pomigliano d’Arco. Operai che sono, da tempo, impegnati a lottare per conservare il proprio posto di lavoro minacciato dalla possibile chiusura dello stabilimento. Mischiati tra la folla hanno urlato slogan in difesa dello stabilimento e mostrato uno striscione con una scritta: ”Pomigliano non si tocca”. Per un’Italia libera delle mafie, ma anche da tutte le forme di clientelismo e nepotismo oggi a Napoli, con Libera, anche l’Unione degli universitari.

A Napoli per dire “no alle mafie”
“Libera” di scendere in piazza e sfidare la criminalità organizzata, così la Campania questa mattina ha dato il suo benvenuto alla Primavera. A ritmo di slogan, canzoni e sorrisi più di centomila persone, secondo gli organizzatori, sono scese da tutta Italia per partecipare alla XIV edizione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, organizzata dalle associazioni Libera e Avviso pubblico. Molti i campani presenti. Era da tempo che la terra di Gomorra non mostrava più il suo lato migliore. Infatti, all’invito di don Ciotti, presidente nazionale di Libera, di sfilare a Napoli, patria della camorra, la risposta è stata unanime. Non solo campani o italiani, ma un popolo variegato, multietnico ha arricchito la manifestazione. Persone provenienti da oltre 30 paesi, uniti in un abbraccio solidale alla città e a tutti coloro che vivono una realtà simile.
Nonostante il vento. E quel cielo pieno di nubi bianche. Sono stati in tanti a sfilare oggi a Napoli. La Primavera questa mattina è arrivata per davvero. Si sentiva nell’aria, nei sorrisi delle persone. Nella forza di chi ha fatto della lotta alle mafie la sua ragione di vita. Don Ciotti dal palco ha detto che la presenza di tutta quella gente è un segno di attenzione rivolto a chi combatte tutti i giorni contro la criminalità organizzata. Però, come in tutte le cose, l’impegno da solo non basta “occorrono” – aggiunge – “i fatti”.

Ironia della sorte accanto a lui a parlare di fatti c’era il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. “C’è voglia di pulizia, di civiltà, Napoli è sempre stata una città civile” ha dichiarato il primo cittadino. Parole sincere ma che mal si accompagnano a tutti gli anni di cattiva amministrazione che la vedono protagonista. I componenti della sua giunta sono stati negli ultimi mesi destinatari di decreti di fermo per illeciti amministrativi e legami con esponenti della criminalità locale, e lei stessa invitata più volte da esponenti di spicco del suo partito a rassegnare le dimissioni.

In piazza anche Antonio Bassolino, pure lui imputato, però in un altro processo, quello dello smaltimento illecito dei rifiuti. Il presidente della Regione Campania ha sottolineato come contro la camorra e la mafia “bisogna combattere 365 giorni all’anno” perché la criminalità organizzata non conosce pause. Il dubbio è che se il problema viene affrontato allo stesso modo con cui è stato gestito quello della spazzatura (anche l’immondizia andrebbe raccolta tutti i giorni) dalle parole sarà difficile passare ai fatti.

Eppure oggi anche i due protagonisti della realtà politica campana sembravano parte integrante di quell’abbraccio solidale di cui parlava don Ciotti. Il messaggio, d’altronde, non era rivolto a loro ma a quanti sono ancora nella morsa delle mafie, e si sentono soli. Per ricordare le 900 vittime. Per non farli morire una seconda volta.

A scandire i loro nomi anche lo scrittore Roberto Saviano, salito sul palco insieme alle massime autorità e acclamato dalla piazza. Hanno parlato i familiari di alcune delle persone ammazzate: Michele Panunzo, figlio dell’imprenditore foggiano Giovanni Panunzo, ucciso perché non ha pagato il pizzo; i genitori di Daniele Polimeni, ucciso carbonizzato a 18 anni. Tutti uniti per liberarsi dalle mafie.
Oggi quando il corteo è giunto a Piazza Plebiscito, la città era pregna di un forte sentimento di coraggio. Molti sono ritornati ai loro pullman, alle loro macchine sicuramente più carichi di come erano arrivati, con in tasca il ricordo di una Napoli solidale. E la consapevolezza che l’unione fa la forza. Che forse le mafie non sono così invincibili?

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