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“Il Piano casa. Un garage trasformabile in abitazione”, di Bianca Di Giovanni

Un sisma più pericoloso di quello abruzzese si sta preparando tra le righe del piano casa. Soprintendenti depotenziati, norme ambientali allentate, certificazioni antisismiche richieste nella compravendita degli edifici oggi in costruzione, ma solo sulla carta, senza un vero incentivo al controllo. È quanto si evince dall’ultima «bozza» del decreto che l’Unità è riuscita a consultare. Otto articoli che demoliscono le tutele del territorio, che in apparenza si vogliono rafforzare. Ogni disposizione, infatti, lascia aperto un pericoloso spazio di ambiguità. La parte ad alto rischio è in appena due righe del primo articolo, sulla attività edilizia libera, cioè priva di autorizzazioni.
La «bomba» è inserita alla lettera g, che apre la porta ai «mutamenti di destinazione d’uso attuati senza esecuzione di opere edilizie». Tradotto: un palazzo di uffici può trasformarsi in appartamenti (è il caso più frequente negli abusi di Roma). A poco serve l’aggiunta salva-apparenze «in conformità agli strumenti urbanistici comunali». Se gli strumenti impediscono la nuova destinazione, non si comprende la nuova norma.

CONFRONTO CON GLI ENTI LOCALI
La norma farà sicuramente infuriare Regioni ed enti locali, che hanno chiesto e ottenuto di essere consultati prima del varo del decreto. Nell’intesa quadro siglata un paio di settimane fa (quella, per intenderci, che ammette il premio del 20% di cubature per le villette uni e bi-familiari ma all’interno di normative regionali) si dice chiaramente che il decreto di semplificazione (immediatamente efficace) Dovrà riguardare soltanto materie esclusivamente statali. La destinazione d’uso appare una vera invasione di campo. E non sarà l’unico ostacolo da superare per arrivare al traguardo. Il governo ha annunciato di voler varare il provvedimento assieme al decreto Abruzzo. Finora non è stata ufficializzata la Conferenza Stato-Regioni.
Ma oggi è fissato un incontro tecnico che si preannuncia di fuoco. Sul tavolo le norme che riguardano il ruolo dei soprintendenti. Già nella vecchia bozza le soprintendenze venivano ampiamente depotenziate. Nell’ultima versione si prevede (Art. 4) che nella tutela del paesaggio «il soprintendente si esprime in via definitiva in sede di conferenza dei servizi, ove convocata, in ordine a tutti i provvedimenti di sua competenza. Già questo basterebbe. Ma c’è l’intenzione di aggiungere un emendamento che in sostanza prevede che qualora sorgano dei controversie le Soprintendenze non ha più alcun ruolo: il giudizio finale lo dà un organismo politico, e cioè il Consiglio dei ministri.

BEFFA TERREMOTO
Le norme antisismiche (art. 2) poi, sono una vera beffa. Si prevede che le compravendite degli immobili nuovi dovranno riportare il certificato di collaudo statico, pena la nullità degli atti. basta davvero questo per garantire la sicurezza? Un certificato fatto magari sul già costruito, in cui si esaminano i pilastri a campione? Nessun accenno all’obbligo di controlli durante la costruzione, all’esame dei progetti e dei materiali usati prima che l’edificio sia completato. Incredibile il primo comma, che esclude da incentivi e benefici gli edifici che non rispettano la normativa sismica. Ma se un edificio è fuori regola, cioè abusivo, dovrebbe essere demolito: altro che incentivi. Lo stesso articolo elimina l’ultima proroga concessa con il milleproroghe dell’anno scorso all’attuazione della legge antisismica: il termine ultimo per gli adeguamenti è il 30 giugno prossimo. Ma senza un piano di interventi, e soprattutto senza risorse, si può davvero credere che gli immobili verranno controllati e adeguati. ultima chicca: viene abrogata anche una proroga concessa con il decreto incentivi, che consentiva l’uso di acciaio meno «pregiato».

L’Unità, 21 aprile 2009