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“Questa modifica è pericolosa”, di Marco Travaglio

Procuratore Raffaele Guariniello, quali conseguenza avrebbe l’emendamento “salva-manager” sui processi per gli infortuni e le morti sul lavoro?
«La norma è molto confusa e di difficile interpretazione. Quel che è certo è che modifica il Codice penale su un principio basilare, soprattutto nei processi per violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il principio è che non impedire un evento che si ha l’obbligo di prevenire, equivale a cagionarlo. Tutta la cultura della prevenzione ruota intorno a questo principio. Che ora l’emendamento, infilato all’ultimo momento nel testo, va a modificare, riducendone l’ambito di applicazione».

In che modo?
«Par di capire che chi, pur avendone l’obbligo, non ha fatto nulla per impedire un evento, come l’infortunio o la morte di un lavoratore, non sarebbe più chiamato a risponderne se non ricorreranno quattro condizioni che l’emendamento elenca. La quarta è la più insidiosa: prevede che, per processare il datore di lavoro o il responsabile della sicurezza, l’evento non deve essere “imputabile” a una serie di “soggetti” previsti dal decreto“per la violazione delle disposizioni ivi richiamate”. Tra i quali il lavoratore».

Cioè: se il lavoratore, come spesso sostengono le imprese, non ha seguito fino in fondo le norme sulla sicurezza e si fa male, il datore di lavoro è salvo anche se corresponsabile nell’infortunio?
«Certo, la norma apre la strada anche a questa interpretazione. Che oggi, con la norma vigente, sarebbe insostenibile. Il lavoratore non è un computer, una macchina: può darsi che, lavorando con mansioni particolarmente faticose, abbia qualche attimo di distrazione. Oggi, se si fa male, non c’è dubbio che l’imprenditore o il responsabile della sicurezza che non hanno adottato le misure di prevenzione previste dalla legge, vadano processati e condannati lo stesso, per concorso di colpa. Con la nuova norma, qualcuno potrebbe anche sostenere il contrario, spazzando via il concorso di colpa».

Pare l’ennesima legge su misura per i processi in corso, dal rogo della Thyssenkrupp ai morti dell’Eternit.
«Dei singoli processi, ovviamente, non parlo. E’ un fatto che le difese degli imprenditori imputati sostengono di solito che infortuni e morti sul lavoro sono colpa degli operai distratti o refrattari a prendere precauzioni. Ammesso che le cose siano andate a così, oggi questo non esime i responsabili aziendali dalle proprie responsabilità penali. L’emendamento invece rimette tutto in discussione».

L’ennesima legge incostituzionale?
«Qualche dubbio, anche sotto questo profilo, sussiste per la possibile violazione dell’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge. La limitazione del principio “non impedire un evento equivale a cagionarlo” non riguarda tutti i reati, ma soltanto – dice l’emendamento – “le norme relative alla prevenzione degli infortuni e all’igiene sul lavoro”».

L’Unità, 21 aprile 2009