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“Scuola, emergenza in regione. Mancano 1637 insegnanti”, di Antonella Cardone

A settembre i tagli di Tremonti e Gelmini porteranno sulle cattedre emiliano-romagnole almeno 1.637 insegnanti in meno. Succederà nelle scuole di ogni ordine e grado, e la stima è prudenziale poiché dal conto mancano gli insegnanti di sostegno.

L’ALLARME DEI SINDACATI

I dati, redatti dal Ministero dell’Istruzione e presentati ieri da Flc-Cgil, Cisl scuola e Snals, mostrano quanto la realtà che genitori e alunni si troveranno alla riapertura delle scuole si prospetta molto più drammatica di quello che le rassicurazioni del governo possano far pensare. Infatti, ricorda il Pd che per invocare un confronto ha ancora in corso la sua campagna di raccolte firme tra i cittadini, finora nessuno è mai andato in Parlamento per relazionare sulle ricadute che i tagli della Finanziaria estiva avranno sulla scuola. A quanto è dato sapere oggi, rispetto alla dotazione dell’organico di diritto di quest’anno (cioè del numero dei docenti assegnato alle scuole in base agli iscritti nel mese di aprile) gli insegnanti in meno definiti dall’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna (Usr) sono 1.061. Il resto dei tagli verrà operato riducendo i posti di insegnamento della seconda lingua e incidendo sull’organico di fatto, cioè sul numero di insegnanti definitivo che viene assegnato a settembre. Per contro, gli iscritti al prossimo anno scolastico sono 9.706 in più rispetto al 2008-2009. «La scuola viene considerata come uno spreco, e non come risorsa su cui investire», attacca Anna Cicognani (Cisl). «Vorrei sapere come farà il Ministero a dare risposta alle richieste dei genitori: prevediamo che il53% delle domande di tempo pieno rimarranno inevase».

TUTTI I NUMERI DEI TAGLI

A subire il taglio maggiore saranno le scuole superiori, dove ad oggi si registrano 427 docenti in meno rispetto all’organico di diritto 2008-2009, e un incremento di 4.835 studenti. Non va meglio alle elementari, le quali subiscono il taglio di 265 insegnanti contro un aumento di 2.434 alunni, e nemmeno alle scuole medie, dove a fronte di un aumento di 1.723 studenti ci sono 369 cattedre in meno. La scuola dell’infanzia non subisce nessun taglio di organico, ma non vengono date risposte ai 714 iscritti in più che si avranno a settembre. In particolare sulla provincia di Bologna scende la mannaia del governo Berlusconi: qui gli studenti iscritti al prossimo anno sono 3.034 in più rispetto al 2008-2009, mentre in organico di diritto figurano 190 docenti in meno. Alle elementari ci saranno 38.836 alunni, 577 in più rispetto ad oggi; gli insegnanti sono 3.275 (compresi i posti per l’inglese e l’educazione degli adulti), 36 in meno rispetto al 2008-2009. Alle medie sono iscritti 21.945 ragazzi, 186 in più rispetto a quest’anno, mentre vengono tagliati 79 docenti. Alle superiori gli iscritti sono 29.410, ma l’Usr ne prevede 32.014, con un incremento di 1.932 unità rispetto a quest’anno, mentre i docenti in meno sono 75. Tagli anche a Modena (152 docenti in meno rispetto all’anno scolastico in corso), Forlì (119), Reggio Emilia (161), Parma (110), Ferrara (77), Piacenza (89), Ravenna (71) e Rimini (92).

L’Unità / Bologna, 24 aprile 2009