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“Flessibili è meglio che precari”, di Salvo Barrano- archeologo e precario

Ricordando D’Antona

Mercoledì 20 maggio ricorrerà il decennale dell’assassinio di Massimo D’Antona, il giuslavorista ammazzato dalle Brigate Rosse per aver sostenuto, con i testi e l’impegno politico-sindacale, un progetto di riforma del Paese, del welfare e del mercato del lavoro. D’Antona considerava fondamentale la ricerca di soluzioni che connotassero i partitidel centro sinistra, i sindacati e l’azione di governocome soggetti della trasformazione e dell’innovazione, spesso mettendo in guardia da posizionie impostazioni di mera conservazione dell’ esistente, pur sempre all’interno di invalicabili condizioni di tutela e dignità del lavoro. In questi anni però i Governi hanno colpevolmente svilito il percorso di trasformazione della pubblica amministrazione
delineato da D’Antona, trascurando l’idea di allargare al privato le positive regole di rappresentanza positivamente avviate nel pubblico e tralasciando la creazione di un sistema di tutele e di sostegni per garantire una flessibilità corretta. Eppure, a dieci anni di distanza, anche per il venir meno della spinta riformatrice di due grandi giuslavoristi del valore di D’Antona e Biagi, ci ritroviamo di fronte ad una flessibilità del lavoro ancora incompiuta, attuata solo nella parte a favore delle imprese e soffocata in quella a garanzia dei lavoratori. Soprattutto da quando la crisi si è fatta più acuta, si è assistito semmai all’ emanazione di provvedimenti a singhiozzo, una tantum, dettati più dall’emotività o dall’emergenza che non dalle permanenti esigenze di ogni lavoratore
(misure anticrisi con sussidio disoccupazione per Co.co.pro o per i lavoratori autonomi
terremotati). Come se la condizione di discontinuità e di debolezza in cui versano i lavoratori
flessibili fosse episodica e non strutturale. L’introduzione immediata di misure organiche a favore dei lavoratori atipici è l’unica strada affinché la flessibilità non degeneri, come oggi in Italia, nella
trappola della precarietà a vita. Per questo l’Associazione 20 Maggio, i Giovani Democratici, il
coordinamento dei Parlamentari contro la precarietà e Lavoro & Welfare del Lazio organizzano il
19 maggio, alla sede nazionale del PD, una conferenza stampa in cui alcuni lavoratori precari racconteranno le proprie vicende e suggeriranno soluzioni dal basso. Alle ore 19 si terrà una tavola
rotonda con Olga D’Antona, Cesare Damiano, Fausto Raciti, Paolo Nerozzi, Agostino Megale e Giuliano Cazzola per parlare della condizione di oggi attraverso le tappe del lavoro di D’Antona e,
in conclusione, una performance teatrale a cura di lavoratrici precarie.
Per informazioni www.tutelareilavori.it.