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Il nord tradito

È stata una lunga e intensa giornata quella milanese di Dario Franceschini. Molti i temi trattati, dalle prossime elezioni europee all’abbandono del governo del hub di Malpensa; dalle promesse di Berlusconi in campagna elettorale mai mantenute, alla cattiva informazione televisiva che domina i giorni pre-elettorali.

Malpensa. L’hub milanese è stato oggetto di numerose dichiarazioni di facciata e promesse disattese. L’aeroporto milanese è servito come cartina tornasole durante la lunga e travagliata vicenda che ha portato la cordata di imprenditori italiani all’acquisizione di Alitalia. “Malpensa – ha dichiarato Franceschini – è un aeroporto fantasma. i voli sono passati da 1.238 a 147 e quelli Alitalia sono diminuiti dell’82,7%. Avevano detto che avrebbero fatto il consiglio dei ministri a Malpensa. Li ho invitati a farlo due mesi fa, ma non hanno il coraggio di mettere piede qui dove si vede cosa è successo”.

“Malpensa e Alitalia – ha continuato il leader del Pd – sono stati gli argomenti principali della campagna elettorale di Berlusconi e della Lega. Li invitiamo a fare di nuovo la campagna elettorale per le europee, perché qui c’è la prova visibile della distanza che c’è tra le promesse da marinaio e i comportamenti successivi’.

Elezioni europee 2009. Il Pdl ha abbracciato la scelta dell’inganno degli elettori. Una lista di candidati sono per accaparrarsi il maggior numero di voti, sapendo bene che nessuno degli eletti passerà un solo giorno a Bruxelles o a Strasburgo. Per Franceschini si profila il rischio di una deriva populista: “se l’8 giugno, dopo le Europee e le Amministrative, l’Italia si risveglierà con un netto disequilibrio tra maggioranza e opposizione, vale a dire tra Pdl e Pd, sarà un’altra Italia. Berlusconi cercherà di prendersi tutto”.

Un modello populista dell’Argentina di Peron? “Il modello di Berlusconi – ha ribadito Franceschini – sono alcune delle repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale, dal Turkmenistan all’Uzbekistan, Paesi in cui il potere personale del capo è intrecciato con il potere dello Stato e i poteri economici”.

Il Pd ha dimostrato ancora una volta di essere un partito di spiccato senso di responsabilità: “Sulla scelta dei candidati per le europee ci siamo basati sul principio della serieta’, un principio che va reintrodotto in politica. Lo abbiamo fatto anche rischiando qualche incomprensione e respingendo le pressioni che sono arrivate dopo la scelta di Berlusconi di candidarsi. Non è normale che su 26 capi di governo solo il nostro si candidi. Il giorno dopo, i voti saranno buttati al macero. Noi ci battiamo per una politica fatta di serietà e quando si vuole cambiare da qualche parte bisogna iniziare”.

Tv e informazione. Franceschini ha criticato la televisione per l’informazione che trasmette durante la crisi e, soprattutto, in prossimità delle elezioni. “L’Italia trasmessa dalla televisione – ha dichiarato il segretario del Pd – non è quella vera. Io faccio delle scelte che non sono basate sui sondaggi, dico le cose che penso siano giuste e non quelle che si devono dire in base ai sondaggi. Non avrò mai un consulente di immagine. Purtroppo l’Italia televisiva continua a trasmettere una fiction mettendo in mostra un modello che e’ stato costruito ben prima della discesa in politica del nostro premier. L’Italia avrebbe bisogno di una stampa capace di mettere sotto controllo i politici per verificare se ciò che promettono in campagna elettorale viene poi mantenuto”.

Referendum sulla legge elettorale. Secca è stata la replica di Franceschini a Umberto Bossi che aveva avanzato l’ipotesi di fare insieme al Pd una nuova legge elettorale. “Potevano pensarci prima di fare la legge porcata. Adesso alla domanda se votare sì’ o no per abrogarla noi non possiamo che rispondere sì. Poi ci sono quattro anni per farne una nuova”.

A.Dra

www.partitodemocratico.it, 5 maggio 2009