economia

Si chiama “Piano casa”, ma pare uno spettacolo di varietà

14 maggio, una giornata tragicomica. Al mattino, agli stati generali delle costruzioni, il Presidente dell’ANCE dichiara che il piano casa é una priorità irrinunciabile. Nel pomeriggio, dallo stesso palco, Berlusconi gli risponde: “Dimmi cosa c’e’ da fare e non c’e’ problema, io lo faccio”. Ma non passano due ore che la conferenza governo-regioni boccia proprio il piano casa, cioé la legge che, a detta del presidente del consiglio, avrebbe dovuto avviare 70 miliardi di euro di nuove costruzioni.

Il Presidente del Consiglio si e’ presentato in ritardo di diverse ore all’adunata oceanica degli Stati Generali delle Costruzioni. Ma in compenso, forse per scusarsi, ha promesso di tutto. Domani – ha detto – il Consiglio dei Ministri varerà il piano casa che consentirà tra i 70 ed i 150 miliardi di investimenti in edilizia. Poi ha dichiarato che entro dieci giorni convocherà un tavolo sull’edilizia presieduto da lui stesso. Infine ha confermato che tra poco più di cinque mesi saranno pronte 4.000 case nuove di zecca per 13.000 terremotati abruzzesi.
C’e’ da credergli?
Intanto in serata é saltata la conferenza Unificata che avrebbe dovuto dare il via libera al piano casa, mentre in Abruzzo nessun cantiere é ancora partito. E la Marcegaglia solleva dubbi sui finanziamenti. E’ una situazione disperante, tante promesse e mai una certezza.

“Dimmi cosa c’e’ da fare e non c’e’ problema: io lo faccio” , ha detto Berlusconi al Presidente dell’ ANCE Paolo Buzzetti. “Da luglio il piano casa potrebbe già essere operativo” ha sottolineato Berlusconi. E ha aggiunto: “Credo che entro stasera si trovi l’accordo per il 20% di aumento delle abitazioni monofamiliari e bifamiliari”. Ma dopo neppure due ore l’accordo Governo – Regioni sul piano casa é saltato .
Il presidente del Consiglio ha anche annunciato la creazione di un tavolo interministeriale a Palazzo Chigi, presieduto da lui stesso, “per fare un gran lavoro per un settore che tiene su tutta l’economia”. Il tavolo prima o poi si farà, possiamo credergli, ma sui risultati permetteteci di dubitare fortemente.
Per quanto riguarda la ricostruzione in Abruzzo, il premier ha detto di ritenere che “degli 8,7 miliardi” stanziati, “più di 7 siano da spendere nel campo delle costruzioni e dell’edilizia in generale”, sottolineando che si tratta di “una cifra pari a quella del ponte sullo Stretto” ( altra opera promessa che ancora non e’ partita . Ndr )

“Entro 6 mesi, a partire dal primo maggio, saranno costruite 4000-4500 case per ospitare 13mila persone. Non ci saranno baraccopoli. Queste case saranno poi utilizzate come campus universitario”, ha spiegato Berlusconi.
Il premier si e’ poi lamentato per la lentezza dei tempi per gli appalti: “C’e’ da mettersi le mani nei capelli… “ .

Ad ascoltarlo, e ad applaudire convinti, c’erano tutte le organizzazioni che si occupano di edilizia, riunite alla Fiera di Roma per decidere cosa fare per uscire dalla crisi piu’ nera dal dopoguerra. C’era l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili , i rappresentanti dei sindacati dell’edilizia Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, e poi Anaepa-Confartigianato, Claai, Cna costruzioni, Fiae Casartigiani, Aniem Confapi, Agci-Psl, Ancpl, Federlavoro servizi Coonfcooperative, Agi, Ascomac-Cantiermacchine, Assoimmobiliare, Federcostruzioni con le sue associate e Finco.

Collegata per via telematica e’ comparsa sul maxi-schermo Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria , che ha detto di apprezzare il decreto per la ricostruzione dell’ Abruzzo ma, ancora una volta, é andata sul problema concreto dei soldi. E’ importante capire “quanti soldi siano effettivamente spendibili”, ha domandato. Insomma anche Confindustria incomincia a nutrire qualche serio dubbio sulle promesse del governo. Infatti già una volta e’ rimasta delusa.

E la delusione, infatti, é arrivata subito, in serata. Dopo oltre due ore di vertice al ministero per i Rapporti con le Regioni, per sciogliere i nodi posti dai Governatori e dai vertici delle altre autonomie locali, la prevista conferenza Unificata che avrebbe dovuto dare il via libera al piano casa da 70 miliardi promesso da Berlusconi, necessario per portarlo al Cdm di oggi, e’ saltata.
Tutto da rifare.

da www.appaltiperpochi.com