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“L’ottimismo un po’ eccessivo”, di Francesco Giavazzi

Sabato a Mosca il Presidente del Consiglio ha ostentato grande ottimismo: «C’è stato un diluvio ma tutto è tornato come prima, meglio di prima». Le previsioni per l’economia italiana pubblicate il 4 maggio da Bruxelles indicano una caduta dell’occupazione del 3,3% quest’anno e dello 0,6% nel 2010. Il tasso di disoccupazione, oggi poco sopra il 7%, sale all’8,8 alla fine di quest’anno, al 9,4 nel 2010. L’aumento della disoccupazione è più elevato che in Francia e Germania. Il governo ripete da mesi che la crisi è nata negli Stati Uniti e lì deve essere risolta.

Non ne usciremo finché gli Stati Uniti non riprenderanno a crescere e le loro banche a funzionare: nel frattempo nulla si può fare. Questo è vero solo in parte. Dall’inizio della crisi, l’istituzione che ha svolto con maggior successo un ruolo fondamentale è stato il Fondo monetario internazionale. I prestiti che ha concesso ai Paesi emergenti hanno circoscritto la crisi. Se il Fondo si fosse limitato ad attendere le risoluzioni di Washington, le economie dei Paesi baltici, di Ungheria, Polonia e Turchia sarebbero crollate. Gli interventi che il governo ha messo in atto per fronteggiare la crisi sono palliativi costosi e insufficienti. Nonostante l’estensione degli ammortizzatori, in caso di licenziamento circa il 10 per cento dei lavoratori del settore privato non riceverebbe alcun sussidio e una quota analoga un sussidio di poche centinaia di euro al mese.

Il ministro Sacconi dice che «una riforma organica degli ammortizzatori sociali dovrà essere rinviata a tempi migliori». Questo significa che egli pensa che una riforma dovrà prima o poi essere fatta: quale momento migliore? Non è questa l’occasione per offrire al sindacato uno scambio tra un sistema moderno di sussidi di disoccupazione e una riscrittura da zero dello Statuto dei lavoratori? Non è forse questo il momento di alzare l’età pensionabile e così accelerare la transizione al metodo «contributivo », destinando i risparmi al finanziamento di un nuovo sistema di sussidi? Di fronte all’offerta di un sistema moderno di indennità di disoccupazione, si pensa davvero che il sindacato si opporrebbe all’innalzamento dell’età pensionistica o alla riscrittura dello Statuto? Il ministro dell’economia auspica che le banche facciano il «loro dovere e non mollino la spinta etica».

Non sapevo che la sharia fosse entrata a far parte della nostra cultura. La questione non è etica. Si tratta di capire se la scarsità di capitale delle banche sia un ostacolo ai prestiti. Occorre fare ciò che ha fatto Tim Geithner: sottoporre le banche a uno stress test. Se questo individua una scarsità di mezzi propri, il governo deve offrire loro la scelta: trovare nuovo capitale sul mercato o accettare capitale pubblico. Nel primo anno del suo terzo governo, Berlusconi ha ripetuto l’errore che commise nel 2001. Allora, con la scusa dell’11 settembre, Giulio Tremonti lo convinse che non si potevano tagliare le tasse. Il risultato fu il lievitare della spesa e di tagliare le tasse nessuno parlò più. Oggi, come allora, attendere gli Stati Uniti è solo un pretesto: la realtà è che mancano il coraggio e una visione che vada al di là del giorno per giorno.

Corriere della Sera, 19 maggio 2009