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“Ginnastica e condotta faranno media La battaglia dei voti per la maturità”

Non è tanto (o soltanto) il fatto che, per esse­re ammessi all’esame di matu­rità 2008-2009, facciano uffi­cialmente media anche i voti di condotta e di educazione fi­sica. Né che sia confermata la necessità, negli anni prece­denti (scuole medie incluse), di un 6 in ogni materia per passare al successivo. «È che il discorso sulla valutazione, nell’anno scolastico in corso, è cambiato sei volte. L’ulti­ma, questa, praticamente a ri­dosso degli scrutini. Nelle scuole c’è il caos, non si ragio­na più…». A parlare non è un sindacalista arrabbiato o uno studente disfattista, ma Da­niela Girgenti, direttrice della «Tecnica della scuola», tra le riviste più autorevoli del set­tore. L’occasione: la diffusio­ne, avvenuta mercoledì, di due circolari ministeriali — la 50 e la 51 — che definisco­no, una volta per tutte (for­se), le regole da applicare ne­gli scrutini delle secondarie inferiori e superiori.

È il chiarimento definitivo, dopo mesi di incertezze, per i ragazzi e per i docenti che si avvicinano al bilancio finale. Alle medie viene ribadita la necessità di raggiungere il 6 in ogni disciplina, oltre all’or­mai famigerato voto in con­dotta; una regola che resta va­lida anche per l’ammissione all’esame del terzo e ultimo anno. Diverso il discorso per le superiori, dove il requisito minimo della sufficienza in tutte le materie vale per i pri­mi 4 anni, mentre per essere ammessi alla maturità diven­ta necessario presentarsi con una media del 6 che includa, appunto, i giudizi ottenuti in condotta e in educazione fisi­ca.

L’ultima mossa del ministe­ro di Viale Trastevere, in un periodo già di per sé arroven­tato dalle polemiche, non la­scia indifferenti i diretti inte­ressati. A esprimere la valuta­zione più ponderata sono i di­rigenti scolastici: «Certo, avremmo preferito che que­sta circolare arrivasse prima — commenta Antonino Petro­lino, dell’Anp (l’associazione dei presidi) —; abbiamo sen­tito numerosi colleghi, so­prattutto delle medie, che so­no molto allarmati. Anche se io, sinceramente, stento a ca­pire questa preoccupazione: nella circolare c’è quello che già era noto, cioè il passaggio alla valutazione in decimi. E a convertire le pagelle pense­ranno gli stampatori…». Di­verso è il discorso per l’esa­me di maturità, «con il peso rilevante conferito a educazio­ne fisica e condotta, che può illudere i ragazzi». Daniela Girgenti va ben oltre, definen­do «una follia» che il voto in condotta «faccia media al­l’esame di Stato: se sei un an­gelo, allora puoi pure essere un asino…».

Giudizio drastico anche da parte della Flc-Cgil: secondo il sindacato «si sta creando so­lo una grande confusione, con il paradosso di una diffe­renziazione nei sistemi di va­lutazione tra secondaria infe­riore e superiore — sintetizza il segretario nazionale Mim­mo Pantaleo —. Alle medie, per esempio, i corsi di recupe­ro per chi avesse un 5 duran­te l’anno non sono obbligato­ri. E alle superiori, con il ta­glio di 40 milioni di euro su questo settore, non ci sono i fondi per farli partire…». An­che il peso dato alla condotta lascia perplessi, «sembrava che così si dovesse risolvere il problema del bullismo. Ma messa in questo modo è una soluzione semplicistica, co­me se bastasse bocciare un po’ di persone perché la scuo­la diventi seria…». Senza con­tare, chiude Pantaleo, che «negli ultimi mesi c’è stato un continuo susseguirsi di chiarimenti, che la dice lunga sulle incertezze del ministe­ro. Non diciamo che non si dovesse cambiare; ma forse, a questo punto, si poteva chiudere l’anno con le vec­chie norme…».

Accuse di «confusione» e «incoerenza» arrivano anche dall’Unione degli studenti, «sulla valutazione, invece di dare serietà alla scuola — rias­sume il portavoce Stefano Vi­tale — la Gelmini l’ha persa lei; si è contraddetta almeno cinque volte, di cui tre sulla carta. E anche sul 5 in condot­ta, siamo passati dal regola­mento che lo prevedeva solo in caso di infrazione grave, con oltre 15 giorni di sospen­sione, alla possibilità di darlo per generiche sanzioni disci­plinari. E alcuni presidi e do­centi hanno già sventolato la minaccia del 5 per vietare il diritto di assemblea o la parte­cipazione alle manifestazio­ni ». Alla «telenovela del voto di condotta», la «Tecnica del­la scuola» ha addirittura dedi­cato una breve analisi: dalla 169 dello scorso ottobre a og­gi, uno stillicidio di decreti e comunicati, dichiarazioni e regolamenti. Per arrivare, ap­punto, alla circolare di merco­­ledì, dove «per le modalità ap­plicative della valutazione del comportamento, si rinvia al decreto ministeriale n? 5, del 16 gennaio 2009. Che, però, è stato abrogato. E i cui criteri sono cambiati col regolamen­to del 13 marzo».

Il Corriere della Sera, 22 maggio 2009