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Prodi: «È allarme democrazia, rafforziamo il Pd. Non è tempo di astensioni»

«Non è tempo né di astensioni né di sofisticate distinzioni. È il momento di dimostrare che l’Italia può essere diversa, che ha profonde radici etiche e che è ancora capace di contribuire alla crescita democratica di una nuova Europa».
Lo afferma l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi in un messaggio in vista delle prossime elezioni europee, parlando anche di un «allarme» per la qualità democratica del paese. Per Prodi, rispetto all’intensificarsi di «segnali di allarme» il Partito democratico, pur nel suo non facile cammino, è l’unica concreta risposta».

Nel messaggio, pubblicato sul suo sito, Prodi scrive: «nel momento in cui ribadisco la mia già provata volontà di rimanere al di fuori della politica del nostro Paese, sento il dovere, come semplice cittadino, di sottolineare l’importanza del voto a cui noi italiani siamo chiamati».
«Anzitutto – spiega – un voto per l’Europa. In questa linea richiamo la necessità di rafforzare il Partito democratico ricordando come esso abbia sempre con convinzione sostenuto le grandi scelte europee quali l’euro e l’allargamento che , come si è dimostrato in questa fase di durissima crisi , sono la principale difesa per l’Europa e l’Italia. La seconda ragione nasce dall’intensificarsi di numerosi segnali di allarme e di interrogativi da parte di tanti amici ed osservatori stranieri per la caduta di dignità e per la qualità democratica del nostro paese, segnali che – ribadisce – ho colto con sofferenza nella mia attività internazionale».
«Di fronte a questo il Partito democratico, pur nel suo non facile cammino, è l’unica concreta risposta. Non è tempo nè di astensioni nè di sofisticate distinzioni. È il momento di dimostrare che l’Italia può essere diversa , che ha profonde radici etiche e che è ancora capace di contribuire alla crescita democratica di una nuova Europa», conclude l’ex presidente del Consiglio.

unita.it

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L’invito a votare PD era già stato espresso nell’intervista all’Unità del 1 giungo 2009

“Prodi: il sogno europeo è solo a metà. L’Italia guardi a Bruxelles e voti Pd”, di Ninno Andriolo
«Le forze dell’Ulivo hanno la grande responsabilità di portare avanti l’idea dei progressisti e dei democratici per essere più forti in Europa e per un’Europa forte nel mondo». È un appello a votare Pd quello che Romano Prodi rivolge al «popolo ulivista» attraverso i microfoni del Tg1. Ad una settimana dal voto, nel giorno del quarantesimo anniversario del suo matrimonio con la moglie Flavia, l’ex presidente del Consiglio scende in campo per chiedere a chi ha creduto prima nell’Ulivo e dopo nel Partito democratico di non astenersi, di non disertare le urne, di tornare a scommettere nel progetto in cui «lui – come spiegano i suoi – crede ancora fermamente».

Voto importante
«Il voto per l’Europa è importantissimo – spiega l’ex premier – senza l’Europa in questa tempesta noi nel mondo saremmo naufragati». Secondo Prodi «solo l’Europa» ha salvato l’Italia. E l’Unione «non ha fatto quello che non poteva fare» contro la crisi solo «perché l’Europa è ancora a metà». Un richiamo, questo, alle riforme incompiute e, in particolare, al progetto di Costituzione europea. Quelle del 7 giugno, in sostanza, sono «elezioni importanti», perché «bisogna spingere l’Europa verso una coesione che la renda abbastanza forte per poter dialogare con la Cina e con gli Stati Uniti con parità di mezzi».

Europa e Italia
E non esiste «l’Europa senza l’Italia», perché «l’Italia è sempre stata il perno d’Europa» anche grazie alle «forze dell’Ulivo» che si sono impegnate – contro ogni «euroscetticismo» – per dare al Paese una dimensione europea. Dopo il gesto simbolico del ritiro della tessera del Partito democratico, il Professore torna «a dare una mano». Non lo fa, come pure gli era stato chiesto dal gruppo dirigente Pd, partecipando a manifestazioni elettorali a fianco di questo o quel leader.
Ma attraverso un’intervista rilasciata al telegiornale più seguito della Rai. «Preoccupato per la situazione del Paese», così i collaboratori più stretti definiscono l’ex premier. Secondo il quale «il progetto del Pd» è indispensabile per «cambiare» l’Italia e «farla tornare a crescere». Ma da ex presidente della Commissione europea, aggiungono i suoi, Prodi considera «vergognoso» che si strumentalizzi l’Europa per una partita politica tutta nazionale.
Le candidature «di bandiera» del centrodestra e non solo – in sostanza – non rendono onore all’Italia che deve pesare con forza e dignità dentro l’Unione europea. «Vergognoso», per Prodi, che si metta nel conto l’assenteismo da Strasburgo nel momento in cui il Parlamento europeo «dovrà svolgere compiti sempre più decisivi».

40 anni
Quarantesimo anniversario di matrimonio, scrivevamo all’inizio. Romano Prodi e Flavia Franzoni – le nozze vennero celebrate il 31 maggio del 1969 dal cardinale Camillo Ruini, allora vescovo di Reggio Emilia – hanno trascorso la giornata a Bologna, partecipando in mattinata alla Messa nella chiesa di San Giovanni in Monte e festeggiando poi, nella loro casa, assieme a familiari e amici. Ad una settimana dal voto, malgrado il Pd sia dato in crescita dai sondaggi e riduca le forti distanze dal Pdl registrate nelle settimane scorse, Prodi – ieri – ha deciso di rivolgersi al popolo dei «delusi». In un momento in cui Franceschini e i vertici democratici sono impegnati a mettere in guardia dai rischi «per la qualità della democrazia» che comporterebbe una «vittoria oltre misura di Berlusconi», l’appello di ieri rappresenta una scelta politica «di partecipazione». Il Professore, in sostanza, «non si astiene». «Il Partito democratico io ce l’ho nel cuore», ripete, cosciente del ruolo di «padre nobile» che – ribadiscono i suoi – «Romano continua ad assumere simbolicamente per tanta gente che ha creduto nell’Ulivo».
Il Professore (Prodi ha festeggiato ieri i 40 anni di matrimonio con la signora Flavia) parla contro «l’astensionismo». Convinto che occorre proseguire e concludere il sogno europeo invita a «votare Pd».