partito democratico

“PD, la formula per vincere: territorio, resistenza e onestà” di Jolanda Buffalini

Quelli della «mission impossible»: le donne e gli uomini che hanno navigato contro il vento di destra che spira in Europa e che spinge forte in Italia il vascello della Lega Nord, la corazzata del Pdl. Candidate/i del partito democratico che hanno vinto in una situazione difficile oppure che hanno perso ma ottenuto un risultato da cui ripartire.
L’Unità è andata a cercarli questi uomini e queste donne nuove, scommessa del rinnovamento della politica e della rivincita. Abbiamo cercato dentro il Pd perché il primo obiettivo è capire se il partito nato con le primarie del 14 ottobre di due anni fa, abbia gambe per camminare e teste su cui contare.
Ci siamo chiesti: c’è l’identikit del candidato/a vincente? Che caratteristiche ha? Anticipiamo che no, i giornalisti de l’Unità hanno incontrato persone con storie e radici diverse però accomunate da qualcosa che cercheremo di delineare nei suoi tratti ideali, culturali e politici incrociando i temi del loro impegno. tutto ciò che ci possa far comprendere se il Pd sia ancora il prodotto della fusione fredda o sia qualcosa che vive nel territorio.
È proprio la tana del lupo, il Nord-est dove la Lega ha sfiorato alle europee il 20 per cento e a sinistra si è disperso l’8 per cento dei voti a riservare le più interessanti sorprese. Di Debora Serracchiani abbiamo scritto molto, l’avvocato acqua e sapone è balzata sulla scena nazionale per aver avuto il coraggio di dire parole chiare all’assemblea che ha eletto Dario Franceschini. I click sul video di “You tube” le hanno fatto varcare i confini nazionali .
Ma dietro alle sue 144mila preferenze c’è anche un gran lavoro, palmo a palmo sul territorio. Non è la sola. Laura Puppato è sindaco di Monte Belluna da otto anni. È la prima dei non eletti nella circoscrizione per le europee e ha preso 60mila preferenze, di cui 30mila nella “trincea” della provincia di Treviso. Cosa ci vuole per contrastare il vento di destra e riconquistare la fiducia dei cittadini? «Molto lavoro – dice – perché la Lega punta sulla pancia e fa leva sul binomio paura-chiusura». «Noi invece dobbiamo far crescere le persone, stare fra la gente in modo costruttivo e non populistico. Ci vuole molta pazienza e molta progettualità». Laura non ha un partito, anche se ha nel centro sinistra il suo riferimento ideale. Anche Simona Caselli, 47 anni, ha corso nel Nord est e nella sua città, Parma, ha battuto “papi” con 29mila preferenze. Economista, è responsabile del settore finanziario della Lega delle cooperative.
Roberto Cornelli, invece, come leggete qui accanto, ce l’ha fatta in un comune popoloso come Cormano, alle porte di Milano. Sempre nel Nord-ovest, un’altra giovane donna si è conquistata il seggio a Strasburgo. Francesca Balzani, avvocato, allieva di un grande maestro come Victor Uckmar, è di quelle figure che apportano competenza e professionalità dentro la politica.
Nelle province di Potenza e di Matera il pd ha vinto al primo turno. Sono riconferme ma è singolare che a Potenza l’antagonista di Piero Lacorazza, 32 anni, ex segretario regionale («mi sono dimesso non appena candidato perché sono contrario al cumulo delle cariche non solo a parole») veniva dal centro-sinistra. È andato con il Pdl pensando di fiutare l’aria. Invece la vittoria è stata larga, quasi il 53 per cento. Anche qui, alla base della ricetta c’è l’olio di gomito. «Dopo quattro mesi dalla nascita del Pd – racconta Lacorazza – nei 131 comuni della Basilicata c’era un circolo Pd». Ma c’è anche «Un progetto di cambiamento mentre gli avversari hanno fatto un ragionamento tutto politicista».
È giovane Francesca Barracciu, simbolo della rimonta del Pd in Sardegna, dopo la batosta delle regionali. Ha una storia diversa, fra Pd e Pdci Rosario Crocetta, ormai quasi mitico sindaco di Gela. «Mi sono formato nel Pci di Berlinguer», rivendica: «Sì, sono un sindaco antimafia ma anche uno che ha lavorato per le infrastrutture nel territorio».
C’è chi sconfigge la Lega in Veneto, chi prende più preferenze di Berlusconi, chi nel profondo Sud offre alternative al voto clientelare. Prima puntata del nostro viaggio nell’Italia democratica. Che vince e resiste.
L’Unità 13.06.09