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“Una doverosa risposta sul PD”, di Manuela Ghizzoni e Maria Coscia

La domanda retorica del prof. Piemontese (vedi sotto) merita una risposta di merito riguardo alle critiche che pone alla base del suo dubitare.
Non vi è dubbio che chiunque operi nella scuola per contrastare le attuali dissennate politiche governative, “ed in particolare tutti gli insegnanti precari”, non ha alcuna difficoltà nell’apprezzare le contrapposte impostazioni che caratterizzano la politica dei questo governo sulla scuola rispetto a quella sostenuta dal governo Prodi.
Finiamola dunque, una volta per tutte, di assimilare i tagli all’organico previsti dal precedente governo con quelli praticati attualmente. E’ vero che si trattava comunque di tagli seppure molto più contenuti, ma perché continuare ad ignorare pretestuosamente il contesto, le modalità, e le finalità, in cui venivano praticati. Si operava essenzialmente con un ritocco al numero degli alunni per classe, ma non si toccava assolutamente l’ordinamento degli studi esistente e si programmava un’eliminazione totale del precariato. L’impegno in materia del 2008 non conseguì l’obiettivo della stabilizzazione di 50.000 docenti per la crisi di governo ed è chiaramente pretestuoso richiamare tale circostanza isolandola da quel contesto politico.
Quello che conta è che la politica di questo governo si colloca all’opposto di quella del centro sinistra perché teorizza i tagli come strumento di ridimensionamento e di privatizzazione della scuola pubblica. E’ difficile capire perché il prof. Piemontese non riesca ad apprezzare questa macroscopica differenza che sta alla base della nostra adesione alla manifestazione dei precari del 15 luglio.
Se poi si vogliono equiparare le misure di detassazione previste ai commi 3-6 della legge 40/2007 all’ipotesi di trasformare le scuole in fondazioni del ddl Aprea allora siamo alla strumentalizzazione più volgare dei fatti che non merita alcuna replica se non l’invito a leggere con attenzione i documenti costatando così che si tratta di un’accusa assolutamente infondata. Per i poli dell’istruzione tecnica, fortemente incardinati nell’ordinamento statale, secondo alcuni addirittura troppo, la previsione del modello di governo prescelta per il Polo deriva da un avanzata applicazione delle disposizioni riguardanti l’autonomia scolastica.
Richiamiamo infine il prof Piemontese ad esaminare con maggiore attenzione e severità l’Intesa stipulata tra MIUR e Regione Lombardia in quanto essa risulta priva di qualsivoglia valore giuridico sia perché si richiama impropriamente ai commi 417- 425 della Finanziaria Prodi del 2008 sia perché propone una sperimentazione e una entrata in vigore contrari a quanto stabilito dall’art. 27 del decreto legislativo 426/05. In particolare il modello di governo sul territorio presente in quella finanziaria meriterebbe una maggiore attenzione e considerazione se non altro perché rappresenta un’alternativa alla politica dei tagli lineari portata avanti dal ministro Tremonti. Non è un caso che sia stato riproposto dalle Regioni nel documento di attuazione del Titolo V all’ordine del giorno della conferenza Unificata.
Roma 17 giugno 2009

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Milano , 15/06/2009
Vale la pena essere soddisfatti dell’adesione del Partito Democratico alla manifestazione nazionale dei precari della scuola che si terrà a Roma il 15 luglio 2009?
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di Mario Piemontese

Il Partito Democratico ha aderito alla manifestazione nazionale dei precari della scuola che si terrà a Roma il 15 luglio 2009.

Nel comunicato di adesione si leggono alcune cose che vale la pena sottolineare.

Assunzioni.
Nel comunicato si legge:
“Condivide, infatti, l’obiettivo di stabilizzare il personale docente ed ATA su tutti i posti disponibili, coerentemente con il Piano triennale delle assunzioni (150 mila docenti e 30 mila ATA) contenuto nella Finanziaria del Governo Prodi 2007.”

Le 180.000 assunzioni erano state distribuite equamente in 3 anni, 50.000 docenti e 10.000 ATA per ogni anno. Nel 2007 il programma è stato rispettato, mentre nel 2008 no. Prima delle elezioni dell’aprile 2008 il decreto interministeriale MIP – MEF, che sarebbe dovuto essere firmato quindi da Fioroni e Padoa Schioppa, non ha mai visto la luce. All’epoca Padoa Schioppa, e di conseguenza l’intero Governo Prodi, anche se ormai sfiduciato, non ne voleva sapere di assumere 50.000 docenti e 10.000 ATA. I numeri che giravano erano 25.000 docenti e 7.000 ATA. Con il cambio di Governo i numeri non sono cambiati e il decreto interministeriale è stato firmato da Gelmini e Tremonti.

Tagli.
Nel comunicato si legge:
“ Il Partito Democratico ritiene assolutamente insostenibili e tali da scardinare elementi essenziali di qualità della scuola pubblica i tagli imposti dalla “Finanziaria estiva” (Legge 133/08): 2 miliardi di euro ed oltre 57.000 tra docenti ed ATA da settembre 2009 e complessivamente 8 miliardi di euro e 87.341 docenti e 44.500 ATA in 3 anni.”

Sulla questione mi sono già ampiamente espresso, comunque ricordo brevemente che il Governo Prodi in meno di 2 anni ha tagliato 25.000 posti (20.000 docenti e 5.000 ATA) e che 22.000 (20.000 docenti e 2.000 ATA) dei 132.000 tagli, previsti dal DL n. 112/08 convertito nella Legge n. 133/08, sono stati ereditati dalle Leggi finanziarie 2007 e 2008 votate in Parlamento dalla maggioranza che sosteneva il Governo Prodi.

PdL Aprea
Nel comunicato si legge:
“Relativamente al progetto di Legge Aprea, il Partito Democratico esprime una valutazione critica su molti aspetti; in particolare: la privatizzazione delle scuole attraverso la trasformazione in fondazioni; la visione aziendalistica che si esprime nella previsione di un consiglio di amministrazione e nell’assenza di un organo di partecipazione ampia; l’assunzione diretta degli insegnanti da parte della scuola; un ruolo particolarmente incisivo dei dirigenti scolastici, che rischia di sovrastare la specificità professionale dei docenti; la quota capitaria per studente, che apre la strada al bonus per finanziare le scuole private.”

Procediamo con ordine.

Trasformazione delle scuole in fondazioni.
Con la Legge n.40/07 il Governo Prodi ha esteso alle scuole il regime fiscale delle fondazioni, in altri termini oggi è già possibile che privati donino denaro alle scuole in cambio di agevolazioni fiscali.
Un passo nella direzione della trasformazione delle scuole in fondazioni è quindi già stato fatto.

Consiglio di amministrazione.
Il Governo prodi con la Finanziaria 2007 ha introdotto gli ITS (Istituti Tecnici Superiori). Gli ITS sono delle “fondazioni a partecipazione” cioè una via di mezzo tra l’associazione e la fondazione. Gli ITS, che si stanno costituendo in questi mesi uno circa per regione, secondo quanto previsto dalla legge n. 40/07 andranno a costituire con istituti tecnici e istituti professionali Poli tecnico – professionali. I soggetti fondatori di un ITS sono: un istituto tecnico o professionale, un’agenzia regionale per l’alta formazione, un’impresa di settore produttivo cui si riferisce l’istituto, un dipartimento universitario o altro organismo appartenente al sistema della ricerca scientifica. Il governo dell’ITS è affidato al Consiglio di indirizzo che è costituito in modo tale che tutti i soggetti fondatori siano rappresentati. Dei programmi, delle attività e degli aspetti tecnici e scientifici se ne occupa il Comitato tecnico – scientifico costituito da persone particolarmente qualificate nel settore d’interesse dell’ITS, nominate dal Consiglio di indirizzo.
Il Consiglio di indirizzo di un ITS non è tanto diverso da un Consiglio di Amministrazione, e un ITS non è tanto diverso da una fondazione.

Assunzione diretta degli insegnanti e quota capitaria.
La Legge regionale lombarda n.19/07 prevede all’art. 24 che le istituzioni scolastiche autonome, trasferite ai sensi di accordi nazionali per l’adeguamento dell’ordinamento della Repubblica al Titolo V della Costituzione,
possono attivare modalità di selezione e valutazione del proprio personale docente e non docente.
Per intenderci è quello che rischiano le scuole che in questi giorni hanno deciso in Lombardia di aderire a l’accordo Gelmini – Formigoni del 16 marzo.

Sempre la stessa Legge regionale prevede all’art. 28 che “In coerenza con gli atti di programmazione economico-finanziaria, relativamente all’ambito dei percorsi per l’assolvimento del diritto-dovere di istruzione e formazione e dell’obbligo di istruzione, la Regione provvede all’attribuzione delle risorse disponibili sulla base del criterio principale della quota capitaria.”
Ormai da 2 anni in Lombardia i centri di formazione professionale, che prevedono trienni di qualifica, vengono finanziati attraverso il criterio principale della quota capitaria: il tutto è noto come “Dote scuola per istruzione e formazione professionale”.
Le scuole che hanno aderito all’accordo Gelmini – Formigoni naturalmente rischiano anche questo.

All’epoca, e parliamo del luglio 2007, in Consiglio Regionale l’allora Ulivo, attuale PD, non votò contro questa legge, ma si astenne. L’ordine di astensione lo diede Fioroni in persona. L’obiettivo era ottenere il ritiro da parte di Formigoni del ricorso fatto alla Corte Costituzionale contro la legge n.40/07 a proposito del reintegro nel sistema di istruzione dei tecnici e dei professionali. Il ritiro non ci fu e il Governo Prodi fece a sua volta ricorso alla corte Costituzionale contro la Legge regionale lombarda n.19/07. Che fine hanno fatto questi due ricorsi? Formigoni e Gelmini hanno previsto nel loro accordo del 16 marzo il ritiro di entrambi: pace finalmente fu fatta tra Stato e Regione Lombardia!

Detto questo.
Vale la pena essere soddisfatti dell’adesione del Partito Democratico alla manifestazione nazionale dei precari della scuola che si terrà a Roma il 15 luglio 2009?

Milano, 15 giugno 2009

Mario Piemontese

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Il Partito Democratico aderisce alla manifestazione nazionale dei precari della scuola che si terrà a Roma il 15 luglio 2009. Condivide, infatti, l’obiettivo di stabilizzare il personale docente ed ATA su tutti i posti disponibili, coerentemente con il Piano triennale delle assunzioni (150 mila docenti e 30 mila ATA) contenuto nella Finanziaria del Governo Prodi 2007.

Stabilizzare il personale della scuola significa, infatti, perseguire insieme la qualità dell’istruzione – certamente rafforzata dalla continuità didattica, che può essere garantita solo da personale in ruolo – e il diritto ad un lavoro stabile.

Il Partito Democratico ritiene assolutamente insostenibili e tali da scardinare elementi essenziali di qualità della scuola pubblica i tagli imposti dalla “Finanziaria estiva” (Legge 133/08): 2 miliardi di euro ed oltre 57.000 tra docenti ed ATA da settembre 2009 e complessivamente 8 miliardi di euro e 87.341 docenti e 44.500 ATA in 3 anni. Da questi tagli conseguono scelte molto negative per gli studenti e le famiglie e per tutto il personale della scuola, quali la chiusura delle piccole scuole, l’abolizione delle compresenze nella scuola elementare e media e dal 2010 anche nella scuola superiore, la riduzione dell’orario scolastico e la abolizione di fatto del modello del tempo pieno.

Relativamente al progetto di Legge Aprea, il Partito Democratico esprime una valutazione critica su molti aspetti; in particolare: la privatizzazione delle scuole attraverso la trasformazione in fondazioni; la visione aziendalistica che si esprime nella previsione di un consiglio di amministrazione e nell’assenza di un organo di partecipazione ampia; l’assunzione diretta degli insegnanti da parte della scuola; un ruolo particolarmente incisivo dei dirigenti scolastici, che rischia di sovrastare la specificità professionale dei docenti; la quota capitaria per studente, che apre la strada al bonus per finanziare le scuole private. Il PD esprimerà questa posizione nel percorso parlamentare, non appena il nuovo testo, a seguito delle audizioni che sono state realizzate dalla Commissione, verrà presentato e verrà ripresa la discussione.

Il Partito Democratico sostiene, quindi, la lotta dei precari, in quanto volta alla tutela del loro lavoro e insieme alla valorizzazione della scuola pubblica.

On. Giuseppe Fioroni
Responsabile Dipartimento Educazione PD

Sen. Mariangela Bastico
Responsabile nazionale Scuola PD