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Violenza sulle donne, il protocollo modenese diventa legge

Approvato alla Camera un emendamento del Pd che recepisce nella nuova normativa. I contenuti del documento sottoscritto a Modena nel 2007 da istituzioni e associazioni.
Attività di prevenzione e monitoraggio della violenza sulle donne; formazione degli operatori socio-sanitari; percorsi educativi mirati nelle scuole; assistenza e sostegno alle vittime. E’ quanto prevede il protocollo modenese sottoscritto nel 2007 da diversi soggetti istituzionali e del volontariato. Da oggi i contenuti di quel protocollo entrano a far parte, dopo l’approvazione alla Camera di un emendamento del Pd, delle nuove norme contro la violenza sessuale.

“Tra i motivi di soddisfazione – spiega l’on. Manuela Ghizzoni che ha presentato l’emendamento – c’é quello di aver fatto approdare a una legge nazionale una buona prassi nata in provincia di Modena sotto il coordinamento della Prefettura. E’ un bell’esempio della cosiddetta funzione nazionale dei territori che arricchisce e sostanzia il federalismo solidale su cui il Parlamento si è espresso pochi mesi fa. Un modello che d’ora in poi potrà essere applicato a tutto il territorio nazionale.

Nei due anni di attività – prosegue la parlamentare del Pd – il protocollo modenese è stato particolarmente attivo nella formazione degli operatori socio-sanitari e delle forze dell’ordine per affrontare le diverse tipologie di violenza contro le donne. Altro punto qualificante sono stati gli incontri formativi e informativi svolti nelle scuole superiori. Si è inoltre provveduto – conclude l’on. Ghizzoni – alla creazione di reti di servizi a supporto delle vittime delle violenze”.

Tra i risultati conseguiti in questi due anni dall’applicazione del protocollo c’é l’aumento del numero di donne che si rivolgono alle istituzioni e ai centri antiviolenza per denunciare casi di violenza. “Lo fanno con minor paura – commenta l’on. Ghizzoni – con più convinzione, con maggiore sicurezza. Un aspetto rilevante, che non va sottaciuto, soprattutto per la dignità delle donne”.