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“Fus: per il Pd un aumento di 200 milioni. Franceschini: è la nostra battaglia”, di Luigi Filippi

Il Fondo Unico dello Spettacolo di cui alla Legge 30 aprile 1985, n.163, è incrementato dall’anno 2009 di 200 milioni di euro. Così dice l’emendamento AC2561 all’art.23 del decreto anticrisi, presentato alla Camera del Pd, prima firmataria l’on. Emilia De Biasi. “Vogliamo riportare il Fus al livello delle proiezioni 2009 contenute nella Finanziaria del 2007”, dice l’on. De Biasi nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi alla Camera, presenti il segretario nazionale del partito, Dario Franceschini, e i parlamentari del Pd Giovanna Melandri, Manuela Ghizzoni e Vincenzo Vita, insieme a numerosi esponenti dello spettacolo.

“Il mondo dello spettacolo è impresa culturale – dice ancora De Biasi – e non va trattato come un elemento aggiuntivo del bilancio”. Eppure, “non c’è un euro per lo spettacolo nel provvedimento anticrisi. Bondi dice che è ancora presto per il reintegro del Fus. Gli chiedo: se non ora, quando, visto che il decreto arriverà in Aula la prossima settimana e c’è il rischio che il governo ponga la fiducia?”. La parlamentare Pd tiene a sottolineare che la collaborazione con alcuni esponenti della maggioranza è solida, in commissione Cultura, per arrivare ad una normativa condivisa sullo spettacolo dal vivo. “Ma – aggiunge – nessuna riforma è possibile senza risorse adeguate”.

Anche Giovanna Melandri responsabile Pd per la Cultura insiste sullo spirito di apertura alla maggiornaza e cita un emendamento Carlucci/Barbareschi che chiede per il Fus un incremento di 100 milioni di euro. “Ma questa cifra non basta – avverte -. Noi vogliamo riportare il Fondo al suo massimo storico, che raggiunse dieci anni fa, ai tempi del primo governo Prodi”. E, ancora “Non si possono ipotizzare riforme condivise senza fondi. E assegnare al Fus un aumento di meno di 200 milioni di euro significa aprire un conflitto tra le diverse attività dello spettacolo, che hanno tutte bisogno di inteventi finanziari e di riforme”.

Sull’importanza della cultura e dello spettacolo come elemento di valorizzazione dell’immagine complessiva dell’Italia ha insistito Dario Franceschini, segretario nazionale del Pd, intervenuto all’incontro. Dopo avere ricordato il soldato italiano appena caduto in Afghanistan, Franceschini ha detto che “la nostra battaglia contro i tagli al Fus non è un battaglia qualsiasi bensì è ‘la battaglia’ del Pd contro l’idea della destra italiana che nei momenti di difficoltà si debba tagliare quello che non serve, cioè la cultura”. Per Franceschini, invece, investire in cultura significa investire nel futuro, e in Italia questo investimento ha anche precise ragioni economiche perchè proprio nella cultura si trovano molte delle nostre punte di eccellenza. “Non si può seguire la destra che vuole affidare al mercato anche tutta la cultura” dice Franceschini, per il quale il Pd vuole vincere questa battaglia sul Fus e pertanto adotterà in Parlamento tutti i comportamenti utili ad ottenere questo risultato. Il segretario ringrazia infine il presidente dell’Agis, Francesconi, per la sua presenza all’incontro.

Il Fus ha funzionato solo dal 1985 al 1988, poi “per 40 anni la cultura è stata relegata in un precariato continuo da tutti i governi che si sono succceduti”. Così dice Alberto Francesconi per il quale le attività dello spettacolo “pretendono ora il rispetto che si deve ad una categoria di lavoratori che ha dato molto a questo Paese”. Pur ritenendo importanti le risorse, e sottolineando che, a voler essere coerenti, oggi il Fus dovrebbe ammontare ad almeno 700 milioni di euro, Francesconi evidenzia l’urgenza di fare le riforme in tutti i settori che sono amministrati da leggi vecchie e inadeguate. “Ma – avverte – anche con 450 milioni di euro non si regge. Ci dica il governo cosa vuole fare”.

Tra gli altri intervenuti all’incontro odierno, il deputato Giuseppe Giulietti, di Art.21, Mariangela Melato, Giuliana De Sio, Emidio Greco per l’Anac (“con meno di 200 milioni di aumento, al cinema il Fus non serve”), Maurizio Sciarra e Marco Lucchesi per Centoautori, Alessandro Haber, Maurizio Scaparro, Fulvio Lucisano (“Sono tagli assurdi. Abbiamo cominciato a fare film sulla base di risorse che ora sono sparite”).
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