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“L’Onu accusa l’Italia”, di Roberto Cotroneo

Sarebbe interessante cercare di spiegare, e di far capire soprattutto quale sia la posizione del Governo italiano in politica estera. Nel senso che abbiamo sentito dire a Silvio Berlusconi, al termine del G8 dell’Aquila, che il presidente Barack Obama da quando è stato eletto non ha sbagliato una sola mossa. Peccato che il presidente Berlusconi sia stato, in precedenza amico perosnale e forte alleato del Presidente George Bush, e abbia sostenuto il senatore McCain alla corsa alla Casa Bianca. Il dettaglio non è folkloristico, e non sono così ingenuo da pensare che i governi dei paesi satelliti non possono che allinearsi all’amministrazione americana uscita vincitrice dalle elezioni.
Ma non è così semplice. Il nodo Afghanistan è apertissimo, purtroppo, e ieri è morto un nostro militare, e tre sono rimasti feriti. E se si osservano con attenzione le mosse sullo scacchiere diplomatico e militare dei paesi che sedevano al tavolo del G8, e soprattutto degli Stati Uniti, potremo capire un paio di cose. Contrariamente a quanto è sembrato in Italia, la visita in Ghana del Presidente Obama è stata seguita e affrontata dai giornali internazionali con molto più interesse e attenzione dello stesso G8. E non solo perché il primo presidente di colore degli Stati Uniti d’America tornava al continente delle sue origini, ma perché quello di Obama era un segnale fortissimo: l’Africa è il futuro, e l’Africa è un continente che ha le risorse per cambiare radicalmente nei prossimi trent’anni. Ora è chiaro che questo include una politica di attenzione verso migranti, e una politica di controllo sulle violazioni dei diritti internazionali, nei paesi che sono in grado di poterli garantire.
Bene, ieri L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ci ha fatto vergognare di fronte al mondo. Se sono vere le accuse dell’ Unhcr, non ci siamo mai accertati della nazionalità di coloro che volevano sbarcare a Lampedusa, non ci siamo accertati se esistessero diritti di asilo per motivi politici, abbiamo usato la forza, non gli abbiamo dato cibo e acqua per 12 ore, e gli abbiamo sequestrato gli effetti personali, oltre al fatto che li abbiamo rispediti in Libia. Se è vero (per correttezza va detto che le autorità militari italiane negano la versione dell’Onu) il fatto è gravissimo, ma spiega molto. Spiega quanto Gheddafi sia stato ignorato a un G8 che i conti con l’Africa li farà seriamente, e non per trovare investimenti, ma per farne. Spiega come la nostra posizione internazionale è fortemente indebolita dalla Lega Nord al Governo, con tutto il suo carico di neo-razzismo e intolleranza, spiega come le posizioni di Berlusconi e di Obama non possano che essere di una distanza siderale. Poi i sorrisi del G8 vanno bene per la televisione, e per il bon ton diplomatico. Ma significa ben poco.

L’Unità, 15 luglio 2009

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