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Terremotati e tassati. In rivolta i sindaci dei centri colpiti

Mentre Berlusconi annuncia case a tempo di record e con frigoriferi pieni, il governo si sta rimangiando una delle tante promesse ai terremotati ossia l’esenzione dalle tasse. Nel silenzio dei media allineati la protesta sta montando. Respinte le richieste dell’opposizione, in barba ai proclami, la beffa delle tasse sta per diventare legge col dl “anticirsi”.

I sindaci dei Comuni del «cratere» del terremoto sono pronti a scendere in piazza al fianco del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, riconsegnando per protesta la fascia tricolore. Gli amministratori sono pronti a unirsi all’azione del primo cittadino, il quale nei giorni scorsi aveva criticato alcune misure del Governo, in particolare le modalità di restituzione delle tasse sospese in seguito al sisma del 6 aprile scorso. La volontà è stata espressa in maniera netta nell’assemblea dei sindaci del cratere, coordinata da Cialente. La protesta collettiva scatterà se, come sembra certo, i cittadini saranno costretti a tornare a pagare le tasse dal mese di gennaio e a restituire le somme bloccate in 24 mesi, sempre da gennaio.

Sulle modalità di rimborso dei tributi da parte dei cittadini dei Comuni colpiti dal terremoto «è emerso un senso di umiliazione – secondo il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente -, quasi di vergogna, nella necessità di spiegare a tutti gli italiani che non è una
volontà di non pagare le tasse». Per Cialente si tratta invece di «una difficoltà oggettiva, una vera e propria impossibilità per una comunità che non ha più un’economia». Secondo il sindaco, L’Aquila sta «vivendo ancora la fase della prima emergenza» e, «soprattutto, vede a rischio il proprio futuro». «Abbiamo ancora poche ore di speranza – afferma – che il Governo, nel maxi emendamento che presenterà alla Camera, elimini i commi che reintroducono il pagamento delle tasse per tutti i cittadini colpiti dal sisma».

«Gli italiani – prosegue il primo cittadino del capoluogo abruzzese – hanno imparato a conoscere la nostra dignità e il nostro orgoglio e possono capire quanto ci costi questa battaglia. L’assemblea dei sindaci ha ribadito la volontà di collaborare con tutti, in particolare con la Protezione civile, perchè, come dico sempre, tutti insieme stiamo affrontando una situazione che non ha precedenti». Ma «se non troveremo il modo di lavorare tutti al meglio e di evitare errori come questo sulle tasse, temo – conclude il sindaco – che, tra qualche settimana, la situazione diventerà difficile sotto tutti i punti di vista».

«Anche se il nostro gesto ha il valore della protesta, non faremo azioni di protesta – ha continuato Cialente -, alla nostra gente stiamo chiedendo di stare calmi». Non si tratta di dimissioni, chiarisce il sindaco dell’Aquila, «anche se a volte la voglia di presentarle viene in seguito per la stanchezza e le tante amarezze che vivo quando parlo con persone secondo le quali non è stato fatto nulla». In riferimento alle tasse, il primo cittadino ha detto: «Non meritavamo l’umiliazione di dovere spiegare agli italiani che non dobbiamo pagare le tasse. Dopo il terremoto abbiamo mantenuto la nostra dignità, siamo stati sempre responsabili. Durante il G8 avremmo avuto un’occasione di visibilità irripetibile per far valere le nostre ragioni; invece, abbiamo
accolto in pieno l’appello del presidente Napolitano a non considerare il G8 evento di una coalizione, ma dell’Italia».

Cialente ha aggiunto che la ricostruzione cosiddetta «leggera» per le case classificate A, B e C «decollerà dopo che saranno state ufficializzate dalla Protezione Civile le linee guida alle quali attenersi».

da www.unita.it